“Ma è normale?” Così titolavamo in Prima pagina nello scorso numero; lo spunto veniva dall’episodio verificatosi in una Scuola di Tricase dove, sulla spinta di un messaggio social, una ragazza era finita, al primo girono di scuola, in coma etilico.
Alcuni dati sull’alcolismo, specie giovanile possono arricchire il dibattito.
Sono 464 gli alcolisti in cura presso il SerD della nostra ASL e 85 sono donne, spesso giovani mamme. A Tricase gli alcolisti in cura sono 14.
Da una ricerca su un campione statistico di 700 studenti intervistati con un questionario di 50 domande, i giovani 17enni sono gli opinion leader dello sballo e sono scettici sui rischi dell’alcol dipendenza.
L’indagine, curata dalla Comunità Emmanuel, risale al 2017. Da quell’indagine è emerso che tra gli adolescenti il 2% beve abitualmente.
Se diminuiscono i numeri di uomini che bevono, cresce invece quello delle donne.
Nel 2021 -secondo l’Istituto Superiore di Sanità- circa 1 milione e 370 mila ragazzi e ragazze di età compresa fra gli 11 e i 25 anni hanno consumato alcol secondo modalità a rischio per la loro salute. “Tra gli 11 e i 25 anni, età in cui il cervello deve ancora maturare la corteccia prefrontale e la capacità cognitiva razionale che è attivamente minacciata e interferita dall’uso di alcol con danni irreversibili alle sue funzioni, il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio, con frequenze in diminuzione ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero”.
Nella Relazione al Parlamento svolta dal Ministro alla Salute, Orazio Schillaci, il consumo di superalcolici da parte delle donne è aumentato del 31,2% (dati al 2022). Sempre a proposito di superalcolici, in Puglia, gli uomini rappresentano il 30,4% e le donne il 16,2%; dati un poco più bassi rispetto alla media nazionale: 38,1% di uomini e 17,2% di donne.
Un dato appare interessante e preoccupante: “Le fasce di popolazione maggiormente interessate sono rappresentate dai giovani 16-17enni per entrambi i sessi seguite dagli anziani ultra 65enni, prevalentemente uomini” (dalla Relazione del Ministro Schillaci).
A.D.
Tricase - E’ giunta in Redazione una lettera inviata dal Sig. Vito Tony Forte al Sindaco, al Comandante della Polizia Municipale e al Dirigente Ufficio Settore Urbanistica a e lavori Pubblici con la quale si segnala “una grave situazione di pericolo e disagio che si verifica ogni qualvolta si manifestano acquazzoni, anche di modesta intensità, nella zona Lavari con particolare riferimento all'incrocio tra Via Antonio Gramsci e Via Cesare Balbo”
“Purtroppo sempre più frequentemente le griglie destinate alla raccolta delle acque pluviali non riescono a drenare le stesse ogni volta che le precipitazioni superano i 45-60 min determinando un aumento del livello delle acque che, inevitabilmente, raggiugono le nostre abitazioni con allagamento degli scantinati e danni alle auto parcheggiate”
di Alessandro DISTANTE
Indubbiamente interessante il fenomeno che si intravvede dietro alcune iniziative svoltesi nell’Estate appena trascorsa.
A Lucugnano una Cena di comunità a conclusione delle attività legate alla mostra diffusa “Ci vuole un paese…” dedicata quest’anno a Papa Caliazzu. In altre parole, alcune strade della parte più antica della Frazione imbandite con tavoli e tovaglie in una cena aperta a chi voleva partecipare. Il tutto con il coordinamento dell’APS “Tina Lambrini-Casa Comi”. Un modo, al tempo stesso nuovo ed antico, di fare convivialità.
A Depressa, invece, l’intero paese mobilitato per organizzare ben tre Sagre, con il preciso intento di far conoscere ed apprezzare l’intero centro storico come in particolare è avvenuto per la “Sagra della Pasta fatta in casa”.
Occasioni per stare insieme, oltre che per gustare le delizie della cucina salentina e, al tempo stesso, per rivitalizzare i borghi; manifestazioni tanto più significative perché nate dal basso e da due periferie.
Iniziative nuove ma, al tempo stesso, antiche, se si pensa, per esempio, alle Tavole di San Giuseppe o altre simili tradizioni, tutte capaci di coniugare la devozione con opere di carità e, soprattutto, capaci di far respirare quella dimensione comunitaria che, indubbiamente, merita di essere recuperata e valorizzata.
Complimenti e grazie agli organizzatori e… alla prossima!
Tricase - Venerdì, 27 settembre 2024
La Chiesa di S. Angelo ha quattro secoli. Un incontro pubblico per ricordare l’evento. Era il 1624 quando fu terminata la costruzione della chiesa di S. Michele Arcangelo. Si legge l’anno sull’epigrafe che il committente, Cesare Gallone, figlio del barone di Tricase Alessandro, fece fissare sul prospetto della chiesa costruita a sue spese.
È una delle chiese dell’epoca barocca più belle del Salento, anche perché si discosta dalle altre per la delicatezza e la sobrietà delle linee architettoniche e dell’ornato che la avvicinano al gusto rinascimentale. Nel 2022 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro sulle facciate, nell’ambito degli interventi programmati dalla Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca.
Per ricordare l’evento si terrà un incontro questa sera alle ore 20.00, presso la Chiesa di S. Angelo.
Relazionerà, con parole e con immagini, l’esperto e studioso, arch. Vincenzo Peluso, co-autore della Guida di Tricase e Frazioni, edita da Congedo, e di altre importanti pubblicazioni; interverranno il parroco, don Gianluigi Marzo, direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali e il sindaco Antonio De Donno. La cittadinanza è invitata.
Proseguono, tra le polemiche, i lavori nel Centro storico. Se i commercianti fanno sentire la loro voce, lamentandosi per la difficoltà per i potenziali clienti di raggiungere i loro negozi, il Sindaco De Donno rassicura che i lavori termineranno a fine ottobre e che tutto è stato concordato con i commercianti.
Dal canto loro i Consiglieri di opposizione si muovono organizzando un incontro pubblico sulla questione ma, a quell’incontro, non partecipa nessuno dei diretti interessati, con l’unica eccezione di un commerciante che ascolta, da lontano, quello che si dice.
Un quadro che mette in evidenza problemi che vanno ben al di là della questione dei tempi del ribasolamento e che deve servire da “sveglia” sul futuro del Centro e di Tricase.
Forse, per esempio, è il caso di cominciare a discutere e a confrontarsi, da subito, su come si pensa il Centro storico. Se qualcuno, già adesso, si preoccupa di una possibile chiusura al traffico, c’è invece chi se lo augura; se c’è chi spinge per un incremento dei locali di intrattenimento, c’è invece chi teme una trasformazione in un luogo animato solo di sera e vuoto durante il giorno; se c’è chi è favorevole al decentramento degli Uffici verso l’Acait, c’è invece chi teme la desertificazione del centro della Città; se c’è chi propende per una mobilità essenzialmente pedonale non manca chi, pur essendo d‘accordo, pone la questione parcheggi. Le sfaccettature della questione Centro storico potrebbero continuare, non ultima quella di un utilizzo dei palazzi e della case esistenti da trasformare, secondo alcuni, in un albergo diffuso e chi, al contrario, teme che questo contribuisca a svuotare il centro, salvo ad essere rianimato nei mesi estivi.
Insomma una serie di questioni che vanno molto al di là del ribasolamento; un’opera, quest’ultima, che deve servire da lezione per evitare che ciascuno tiri acqua al suo mulino, perdendo di vista l’obiettivo finale. E’ il momento, forse, di discutere del futuro del Centro storico e del futuro di Tricase. La questione Centro storico non è l’unica; basti pensare al dibattito e allo scontro sui lavori della Piazza Sant’Andrea a Caprarica oppure alla questione ampliamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Panico che porterà ad una modifica della fisionomia dell’intera zona, quella di maggiore afflusso per chi viene da fuori.
Ed allora: aspettare che si facciano i lavori per poi lamentarsi oppure conoscere e discutere prima e condividere scelte così importanti?
A.D.