La XV^ edizione del Premio Il Volantino si svolgerà a Tricase giovedì 27 novembre 2025 nella Sala del Trono di Palazzo Gallone con inizio alle ore 19,00.

A ricevere il Premio sarà Massimo Nava, giornalista e scrittore di fama internazionale. Già corrispondente da Parigi e da Berlino, Nava è oggi una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera.
Nato a Milano nel 1950, Nava, dopo un’esperienza negli Stati Uniti all’epoca del Watergate inviando importanti réportage per il quotidiano Avvenire, fece il suo ingresso al Corriere della Sera, dapprima nella cronaca milanese e poi come inviato speciale e corrispondente di guerra dall’Asia all’Africa, dai Balcani all’Iraq. Ha seguito, in particolare, alcuni eventi storici come la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione della Germania, la guerra nella ex Jugoslavia, il genocidio in Ruanda, i massacri di Timor Est, la guerra civile in Somalia.
E’ autore di importanti inchieste sul terrorismo negli anni di piombo, sui problemi del Mezzogiorno, scrivendo, in particolare, di mafia e camorra.
di Giuseppe R.PANICO
Via Pirandello prosegue per la più ampia via Cattaneo che, invece di continuare e collegarci meglio con via Roma e piazza Cappuccini, finisce nelle erbacce. È anche ormai la “main road” cittadina o la strada più trafficata di Tricase”. Le nuove attività commerciali, da grandi magazzini, inaugurate in zona in questi giorni, stanno già causando un traffico e una frequentazione ancora maggiore.

I più recenti e utili interventi viari non sembrano sufficienti a sostenere un traffico locale sempre più intenso. In particolare, agli incroci come quello con via Thaon de Revel che, oltre ad essere privo di un semaforo o di una rotatoria, lo è anche di una fila di paletti che, lato adiacenti uffici e servizi, possa fisicamente impedire quel parcheggio di sole poche auto. Parcheggio che, limitando la visibilità, accresce ancor più il rischio di incidenti.
Fila di paletti che, dilungandosi verso largo S. Lucia, consentirebbe anche un minimo di protezione ad anziani e pedoni sempre più numerosi. Il transito verso le vicine scuole, il parco, le nuove abitazioni in zona, il più facile collegamento con via Marina Serra, (sempre più abitata e anche qui con nuove attività commerciali), non può che aumentare ancora.
Ne risultano alleggeriti traffico e frequentazioni in centro-città che però perde quota parte del suo appeal commerciale e della sua tradizionale animazione. Rimane la solita movida e lo shopping di una clientela più esigente che mira a più specifici prodotti o servizi. Un centro, dunque, che già risente, come tutto il commercio, della feroce concorrenza via web, favorita dall’uso ormai generalizzato di computer/ smartphone/ social, diventati ormai per alcuni, giovani compresi, unica finestra sul mondo. Contribuiscono anche il calo della nostra popolazione, il suo invecchiamento e le crescenti difficoltà economiche.
Ne derivano consumi meno superflui, più economici, meno ricambi nei beni primari e, viste le difficoltà del sistema sanitario pubblico, maggiori spese per la salute.
La minore frequentazione degli uffici comunali in centro, causa anche la recente attivazione di una sede distaccata presso l’ex ACAIT, adiacente a via Pirandello, come anche la più ridotta frequentazione religiosa delle chiese in centro, toglie ulteriore vitalità a quello che era un tempo l’affollata agorà cittadina.
Gli stessi quartieri abitativi adiacenti al centro storico, causa standard abitativi poco appetibili, scarsa luminosità, viabilità e carenza di spazi aperti, sono poi sempre meno ricercati/abitati. Ne deriva il loro basso costo, come anche l’abbandono che, sommandosi a quello di case/edifici nuovi, anche in aree pregevoli, lasciati al grezzo, deturpano e svalorizzano quelli adiacenti o l’intero vicinato.
Cambiamenti e situazioni di sviluppo urbanistico e sociale che, nella ormai perenne mancanza di più diffuse e rilevanti attività economiche e produttive, derivano anche dalle attività commerciali. Il futuro del nostro Centro Storico, già soggetto ad interventi, ma ora meno frequentato e l’area Pirandello, diventata un grande affollato Centro Acquisti e Servizi, non possono certo essere trascurati dai pretendenti al trono di Primo Cittadino. Anche nell’ottica di un auspicabile e tanto atteso PUG o interventi urbanistici non più a lungo procrastinabili.
Come il prolungamento verso via Roma/Cappuccini di via Cattaneo e la funzionalità del già citato e pericoloso incrocio, già denominato in passato “La Croce”.
“Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci ritroveremmo senza accorgercene in un mondo migliore.” – Teresa Sarti Strada, co-fondatrice di EMERGENCY
È questa la frase che meglio racchiude lo spirito con cui abbiamo deciso di realizzare la serata solidale “Insieme per Gaza”.

Di fronte all’orrore delle guerre, alla brutalità che colpisce civili inermi - soprattutto a Gaza ma anche in tanti altri angoli del mondo - la domanda sorge spontanea: “Ma io, cosa posso fare?” La risposta è semplice: non voltarsi dall’altra parte. Non rimanere indifferenti. Non normalizzare il dolore, come se non ci riguardasse.
C’è che dice che manifestare non serva, che gli aiuti non arriveranno mai. Ma un gesto, un contributo, una voce servono eccome: servono a non far sentire sole le vittime, a far sapere che qualcuno, da lontano, c’è.
Sabato 4 ottobre, in località Monte Orco, abbiamo vissuto una serata all’insegna della solidarietà. Grazie al contributo di tantissime persone e delle attività locali che ci hanno sostenuto nelle spese
organizzative, abbiamo raccolto fondi da destinare ad EMERGENCY, organizzazione che da anni porta cure e dignità alle vittime civili di guerra.
Grazie alla dott.ssa Nunzia Baglivo, medico di Emergency, che con la sua testimonianza ci ha fatto comprendere quanto sia importante la loro presenza sui teatri di guerra. Per questo, non finiremo mai di ringraziarli. La cifra raccolta ammonta a 4.000 euro.
Grazie a tutti, davvero.
Per aver scelto di esserci, di contribuire, di credere che anche il più piccolo gesto può fare la differenza.
Gli organizzatori
Associazione A.Do.Vo.S. Messapica Tricase e Comitato Presepe Vivente
Acquedotto Pugliese ha diramato un avviso con il quale annuncia una restrizione nella fornitura di acqua potabile. Ciò a partire da lunedì 20 ottobre e raccomanda: “E’ fondamentale contenere i consumi e tutelarsi con l’autoclave”
Le ragioni -secondo AQP- sono da ricercarsi nella più dira crisi climatica da inizio millennio con la conseguenza che l’acqua a disposizione del potabile è sempre meno. Da qui la riduzione di pressione sulla rete a partire dal 20 ottobre.

“L’obiettivo -continua AQP- è allontanare il rischio di emergenza idrica, che comporterebbe restrizioni più dure come le turnazioni nell’erogazione”.
“Con i livelli attuali di prelievo (irriguo e industriale oltre quello per usi civili) e con i regimi di precipitazioni e temperature registrati ad oggi e che, sulla base delle più recenti previsioni, sono confermate per l’immediato futuro, l’acqua a disposizione per il potabile è sufficiente a coprire l’intero fabbisogno garantito da AQP- oltre 4,3 milioni di persone- fino a gennaio. Le nuove riduzioni di pressione, insieme al risparmio di ognuno, possono allontanare questa scadenza, nell’auspicio di un miglioramento della tendenza climatica”
“Oggi, la disponibilità delle sorgenti è inferiore del 28%rispettoalla media dell’ultimo decennio e da queste dipende quasi un terzo dell’acqua potabile distribuita da AQP”.
Sin qui quanto fatto sapere da AQP. Ora alcune riflessioni: la questione “acqua pubblica” è stato un odei temi centrali della politica regionale con la battaglia portata avanti dalla Regione guidata da Emiliano ed anche da un forte movimento di base contro la privatizzazione del bene acqua. Si è giunti a salvaguardare la proprietà pubblica dell’acqua ma i problemi di fondo restano.
E’ notorio come buona parte dell’acqua si perde per strada a causa delle criticità delle condutture. E’ altrettanto evidente che c’è uno spreco di acqua a partire dalle nostre cattive abitudini quotidiane. Ragioni pubbliche e private si innestano su questioni ancor più generali e, oserei dire, globali: la crisi climatica che ha portato a cambiamenti che incidono -anche secondo quanto detto da AQP- sulle scorte naturali di acqua. Ma una questione di infrastrutture si pone non solo per le condutture idriche ma anche per opere quali dighe, pozzi ed altro.
Ed è anche su questo tema che riguarda la vita quotidiana di ogni pugliese e l’economia, soprattutto quella in agricoltura che i candidati alla Regione sono chiamati a confrontarsi e a prospettare possibili soluzioni.
di Alessandro DISTANTE
Mancano pochi giorni all’avvio ufficiale della campagna elettorale per le regionali ed anche Tricase si arricchisce di segreterie politiche, di muri che si riempiono di manifesti rigorosamente 6x3 e di messaggi e spot elettorali che viaggiano sui social.
E’ necessario suscitare interesse per invertire il trend negativo e preoccupante che, nelle ultime elezioni (vedasi Calabria e Toscana), ha registrato una partecipazione al voto di meno della metà degli aventi diritto. Una democrazia dimezzata.
Se il dato dell’elettorato attivo denuncia questo rischio democratico, l’elettorato passivo (e cioè quello di chi si candida) è, per Tricase, ancor più di segno negativo. A meno di colpi dell’ultima ora, al momento, nessun tricasino è candidato al consiglio regionale. Non è da escludere che, alla vigilia della chiusura delle liste, qualche nostro concittadino possa trovare spazio, ma si tratterebbe -è brutto dirlo- di candidature “di servizio” o, peggio, “di riempimento”.
La questione non è di poco conto, avendo la nostra Città, da tempo, rinunciato a proporsi sullo scenario regionale. Una competizione difficile e costosa, ma, al di là di questo, una competizione alla quale si arriva con un certo “peso” politico.
Nella irrilevanza dei partiti, surclassati dalle singole personalità politiche, Tricase non ha espresso negli ultimi decenni persone, a livello locale, che si siano caratterizzate ed imposte politicamente. A partire dalla c.d. Seconda Repubblica, i Sindaci sono stati tutte brave persone ed alcuni anche buoni amministratori, ma senza un loro inserimento in percorsi che andassero al di là dei confini comunali e tutti Sindaci che, terminato l’incarico da sindaco (in alcuni casi prima del previsto), non hanno continuato a fare politica attiva. Tricase finisce, così, per essere serbatoio di voti per vecchi e nuovi “politici di fuori” che, forti dei loro referenti locali, si ricordano della nostra Città essenzialmente in occasione degli appuntamenti elettorali.
Eppure Tricase ha un bacino di voti non irrilevante che può rappresentare una buona base di partenza; ma prevalgono invidie, gelosie, divisioni, tornaconti personali e, politicamente, mancanza di rappresentatività oltre le mura.
I tricasini finiscono, così, per essere utili portatori di voti e poco più.
Da dove cominciare? Discorso complesso che meriterebbe e necessiterebbe di un dibattito. Ne vogliamo parlare (magari scrivendo su questo foglio)?