di Giuseppe R. Panico

Ma da cosa derivano le inefficienze del nostro Sud, se ancora oggi non si riesce a concretizzare un più costruttivo percorso?

Più che colpa degli altri (del Nord) o della scarsità di risorse materiali, sembra sia colpa di una mentalità che vede ancora il suo progresso nel “familismo amorale”, in marginali interventi a spese dello Stato e nella cultura del passato.

Non certo nel favorire nuove imprese, realizzando moderne infrastrutture e servizi. In un mondo che corre rapido e dove ogni settore economico è dominato da competizione, rinnovamento e movimento di merci e persone, o si tiene il passo o si arretra per poi scomparire o rimanere in pochi.

In natura, numero e caratteristiche degli esseri viventi sono in funzione delle risorse geografiche / economiche /alimentari locali. Ma essendo l’homo anche “sapiens”, può disporre anche delle risorse umane di cui sa dotarsi, fatte in gran parte di politica e “capitale sociale” (cittadinanza attiva).

Senza una loro vincente sinergia, anche territori potenzialmente ricchi degradano nel sottosviluppo, regressione ed emigrazione fino ad arrivare a civiltà perdute o a “ghost town” (paesi fantasma).

Un male questo ormai diffuso non solo in poveri paeselli sul cocuzzolo della montagna ma anche nel nostro Salento, ricco di mare, di buon clima e di storia e che di montagnoso ha solo delle alture. Basta dare un’occhiata alle anagrafi di tanti comuni, ai troppi “vendesi” di case e proprietà, al bassissimo livello di investimenti privati ed alle tantissime partite IVA che chiudono.

Basta fare una passeggiata nei piccoli borghi ove, d’inverno, di umano si incontra solo un po’ di anziani e, d’estate, qualche turista in più. Una triste realtà che, oggi, ben più di ieri, necessiterebbe di una accorta e lungimirante politica da statisti e non certo da populisti o troppo spesso incolta/inesperta, distorta e distratta da torcicollo a destra o sinistra, o con la testa rivolta all’indietro.

Nella nostra Tricase, la passata attenzione verso il turismo e la relativa economia, ci aveva dato il porto e poi il suo ampliamento e, a Marina Serra, il porticciolo e poi la piscina (poco naturale), come anche la litoranea Serra-Leuca.

Da troppi decenni, pur con il turismo in crescita, è come se il tempo si fosse fermato, non più nuove infrastrutture e più avanzati servizi, ma solo rifacimenti, abbellimenti e recuperi di quanto già esistente e che, lasciato per decenni in abbandono ed ora rifatto, evidenzia un ben scarso e passivo utilizzo.

È prevalsa la politica del disfare e rifare, del latino “festina lento” (affrettarsi lentamente) o della “decrescita infelice” fatta anche di “imprese comunali” rivelatosi poi meri sprechi milionari. Senza credibili piani per il futuro, almeno per il turismo, anche quell’enorme capitale, fatto di sacrifici, risparmi ed esperienze umane e professionali, che i nostri padri o nonni, emigrati in Svizzera, Germania, etc., avevano riportato a casa per investire in loco a favore di figli e nipoti e della comunità tutta, si è in gran parte dissolto.

I loro beni, spesso sottovalutati e svenduti, servono a sostenere una nuova emigrazione. Non più quella delle loro braccia e del loro sudore, non quella straniera sostenuta dallo Stato, ma quella, sostenuta da loro, dei loro eredi e della loro sapienza, acquisita nelle scuole meridionali e università settentrionali e poi offerta ad altri; non al loro Salento, non alla loro Tricase.

Figli e nipoti hanno imparato la lezione, condiviso la frustrazione dei padri e abbandonano sempre più numerosi la sempiterna mentalità del “familismo amorale” e la povera politica che ne deriva.

Agli sprechi politico- amministrativi, a quello economico dei vecchi migranti, a quello giovanile-intellettuale dei nostri nuovi migranti, ai problemi della bassissima natalità, la politica ha saputo aggiungere anche l’inerzia infrastrutturale/decisionale per moderni collegamenti ferroviari/viari/ e le scandalose o inaccorte gestioni regionali (FSE, AqP, ex ILVA, Xylella, TAP, etc.).

E per finire, il radicalismo ecologico/naturalistico che troppo limita e burocratizza l’uso del territorio e della costa. Ormai quasi uniche residue risorse per un pur modesto e sostenibile sviluppo turistico- economico, ora tanto condizionato da piani paesaggistici e parchi costieri (poi lasciati all’incuria,), da ostilità verso nuovi insediamenti turistici di lusso, oggi così richiesti, (colonia Scarciglia a Leuca, resort Briatore ad Otranto etc.), dal mancato utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-20120 (in Puglia solo il 27%.).

Un gran mucchio di inefficienze, sprechi e ritardi, alto ormai quanto l’altura del Golgota ove sembrano da tempo crocefisse la fede nella politica, la speranza nel futuro, e la carità di patria.

Se essere “sapiens” vuol dire anche chiedersi il perché dei nostri Mali del Sud, più che sperare in una futura resurrezione, bisognerebbe darsi da fare perché la resurrezione avvenga al più presto. Cominciando a curare il male peggiore, ovvero la mentalità di quel Capitale Umano che, restio ad essere Capitale Sociale, si accontenta di essere solo Capitale Elettorale, attivo o attivato solo per recarsi o disertare la sua croce alle urne.

Una cura da cavallo per un civismo che, troppo assente dalla scuola, dalla famiglia e dalle priorità politiche, sappia “produrre” meno sudditi e ben più cittadini, attenti e vigli sulle scelte dei loro “eletti” e per un futuro che non sia da “ghost town”.

di Alfredo Codacci Pisanelli

Caro Direttore,

ho letto con attenzione e interesse l’articolo di Alfredo De Giuseppe che riguarda, tra l’altro, la mia breve esperienza quale Sindaco della nostra Tricase. Quanto scritto è tutto vero, ma – se posso – incompleto.

A febbraio del 1988 mio Padre, Giuseppe Codacci-Pisanelli, che aveva 74 anni, si è improvvisamente sentito male e – dopo una brevissima agonia – è morto.In primavera si sarebbero svolte le elezioni amministrative nel Comune di Tricase e alcuni sostenitori di mio Padre avevano preso contatto con la nostra famiglia suggerendo la candidatura a Consigliere Comunale di uno dei figli o figlie di Giuseppe.

Non ero interessato anche perché non ho mai avuto alcuna simpatia per i “democristiani” e ho sempre criticato mio Padre per la sua appartenenza a quel gruppo politico che profanava il nome e la croce di Cristo. Apprezzavo Maritaine che diceva: “Demo-cretienne cest’a dire demi-cretienne” (demo-cristiani vuol dire mezzi-cristiani)”.

Mio Padre, gran sofista, diceva che la croce della DC non era quella di Cristo, ma quella dei crociati! Eppure su consiglio della mia famiglia ho deciso che dovevo candidarmi.

I “Capi” della DC non hanno apprezzato la mia improvvisa accettazione: mi avevano depennato, e hanno reinserito “al volo” il nome CODACCI sbagliando anche l’ordine alfabetico: mi hanno messo dopo Giuseppe COLAZZO, mio amico, che è l’unico che mi ha veramente e con lealtà sostenuto e anche, quando ci voleva, criticato.

I “Capi” della DC, che facevano riferimento ai deputati Quarta e Leccisi, non mi hanno mai apprezzato, e mi impedivano di avere il palco per tenere comizi elettorali.

Tenevo i miei “mini comizi” dal camion di un amico costruttore: aveva improvvisato un impianto di amplificazione e buttava giù gli spalti. Io parlavo e la gente – per quel che potevo percepire – gradiva. Sentivo un particolare affetto da parte dei miei concittadini tricasini ai quali delle faide di partito non interessava assolutamente nulla.Inaspettatamente sono stato il primo degli eletti.

Si è riunita la direzione della DC per un commento al voto ed è stato affermato che “i voti di Codacci non contano perché è stato votato dalle donne” (sic!!!). Ho replicato che non capivo se si rendevano conto della idiozia che avevano detto: “Quando anche fosse vero, volete dire che il voto delle donne non conta?”.

Oltre a Quarta e Leccisi c’era un terzo soggetto che andava emergendo: era il Presidente della Regione Puglia Salvatore Fitto (per gli amici “Totò”), che mi ha chiesto di accettare la candidatura a Sindaco.

Gli ho fatto presente che – con tutto il rispetto per la sua richiesta – quella candidatura era un “non senso”. La nostra Tricase è al centro di tutti i miei pensieri ed affetti, ma non ne conoscevo l’organizzazione, le necessità, le istituzioni, a cominciare dalle scuole.

Come potevo fare il Sindaco? Il Presidente mi ha ribadito la richiesta di accettare la candidatura a Sindaco dicendomi “Non preoccuparti!”. Ho accettato per la sua insistenza e simpatia: pochi giorni dopo il Presidente è morto in un tragico incidente stradale. Volevo andarmene, ma c’era il grande problema della scelta del mio successore.

Alla fine, per farmi fuori, i “Capi” DC mi hanno levato l’indennità di Sindaco, che io passavo direttamente all’ALITALIA per pagare i biglietti Roma-Brindisi e viceversa. Non ho mai utilizzato l’auto di servizio per andare all’aeroporto; l’”Autista del Sindaco”, nonché mio caro amico, Fernando Rosafio potrà confermare.

Mi sono dimesso. Il resto è notorio e fedelmente riportato dall’articolo di De Giuseppe. A Piazza dei Cappuccini era apparso un “murales” che mi aveva commosso: “Alfredo, eppure ti volevamo bene!”. Una curiosità: al nuovo sindaco, eletto al mio posto, l’indennità di carica” è stata immediatamente ripristinata ….

L’articolo dell’Amico (e omonimo!) Alfredo De Giuseppe passa ad altre vicende, che riguardano lavori “pubblici” attualmente in corso al Porto di Tricase su un manufatto “comunale” adibito a caffè-bar, che sarebbe oggetto di ampliamenti con fondi non si sa se pubblici o privati, che stimoleranno gli “intrattenimenti musicali” (alias “schiamazzi”) notturni nella piazzetta del Porto.

Noi che passiamo le vacanze a Tricase Porto chiediamo solo di poter dormire di notte. E’ TROPPO?!?

Con affetto,Alfredo

di Antonio De Donno

Tricase è una città meravigliosa.Ognuno di noi in cuor suo custodisce e manifesta in ogni dove l’orgoglio di essere cittadino di Tricase.

Per la sua storia, le bellezze architettoniche, quelle naturalistiche, gli illustri personaggi della storia passata e recente, i tanti tricasini che in ogni dove si fanno apprezzare a livelli altissimi ed alimentano le recensioni positive sul nostro paese, l’Ospedale Cardinale Panico con le sue eccellenze, i tanti ricordi di un passato importante che ha travalicato i confini più ambiti, nell’economia come nello sport, nell’arte come nella politica.

Ma soprattutto il comune sentire che più ci lega a questa terra è un senso di tranquillità e pace sociale che non ci farebbe cambiare il nostro paese con nessun altro luogo del mondo, caratteristica oggi rara nel nostro Salento, tipica di un lembo ben definito e minimale della provincia in cui forze negative e degenerate non hanno mai preso piede.

E non parlo solo di criminalità organizzata, qui mai radicata grazie ad eccezionali anticorpi socio- culturali ed ad un efficiente lavoro delle forze dell’ordine, ma anche di quella “sottocultura” socio-imprenditoriale che ha fatto della scaltrezza la propria caratteristica principale e che a Tricase non si è mai affermata e non ha mai attratto molti.

Perchè, nonostante le difficoltà occupazionali che ci accomunano in molti casi al resto della penisola salentina ed a sporadici eventi di ben note piaghe sociali, qui si vive bene.

A Tricase noi genitori possiamo ancora permetterci di crescere i nostri figli liberi di muoversi per la città già dalla tenera età, controllati dagli occhi vigili e responsabili di tutti, forgiati dagli Oratori,dalle associazioni, da una comunità in larghissima parte sana e responsabile.

Certo, molti sogni sono rimasti nel cassetto, si è diradata quella consapevolezza di collettività protagonista che ha fatto della Tricase del passato uno dei punti nodali della politica e dell’economia provinciale e non solo.

Ma il terreno per la rinascita è rimasto fertile, perché etica, rispetto, senso del dovere e della misura sono rimasti nell’humus “familiare” della nostra comunità, hanno colmato le nostre stesse manchevolezze ed arginato le “pretese” altrui.

E la politica, proprio perché espressione di questi valori diffusi, se esce fuori dal seminato deve trovare la forza al proprio interno di auto-rigenerarsi, o è meglio che lasci il passo. A Tricase non sono necessarie aule di tribunale per dirimere offese o presunte tali.

Chi si propone alla gestione della cosa pubblica sa bene di poter essere oggetto di attenzioni, riflessioni o critiche da parte di un paese intero e non solo, ed anche quando le stesse dovessero sfiorare, raggiungere o oltrepassare il consentito, la saggezza e la pazienza necessarie per “rappresentare” Tricase dovrebbero essere doti personali e collettive imprescindibili.

Perché solo gratitudine va riservata a chi narra la vita di tutti senza un fine recondito ma solo per quel senso di attenzione e responsabilità verso concittadini e posteri che, grazie al lavoro di pochi,potranno conservare nelle proprie menti e nei propri cuori i frammenti di una comunità in cammino, scanditi nei rotocalchi quotidiani, e farsi anche in molti casi anche recenti un idea ben precisa da quale parte stia il giusto e da quale altra invece l'erronea e ingrata interpretazione di un ruolo.....

Ecco perché Tricase non è e non sarà mai il paese delle “ingerenze esterne” che condizionano la vita amministrativa, e deve tendere a diventare il paese di chi ritiene che la critica o l’allusione, benchè ardita, non sarà mai intesa come un offesa personale e collettiva da dirimere nelle aule di qualsivoglia tribunale, ma come un incitamento a far meglio e a non ingenerare dubbi di alcun.

E così come questo paese tollera atteggiamenti di chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica incomprensibili ai molti, e che stridono con il bene comune, così mi auguro che la Giunta riveda la decisione di querelare il Quotidiano di Lecce e il nostro giornalista.

Auspico che il buon senso sia la prima soluzione da intraprendere, e dove basterebbe una semplice rettifica ci si accontenti e non si vada oltre, dimostrando che alle grandi responsabilità di cui si è stati investiti corrispondono doti di saggezza, mitezza e buon senso.

Tricase è sempre stata città ospitale e generosa, e chi amministra ha il dovere di seminare nella propria comunità spirito di condivisione e collaborazione, serenità e pace sociale, ingredienti necessari per avere stabilità istituzionale e sociale e realizzare un patto intergenerazionale che realizzi un futuro da pensare e realizzare insieme, donne e uomini, giovani e anziani uniti per una Tricase migliore.

Tricase, 1 febbraio 2020

Lascia Palazzo Gallone?

di Nunzio Dell'Abate

In ogni dove, e non solo a Tricase, il nostro Primo Cittadino dichiara apertamente che si candiderà alle Regionali di maggio prossimo con Forza Italia e che dovrà quindi dimettersi da Sindaco. Se così sarà, vuol dire che ha trovato la “scusa” per scappare dal governo della città, consapevole chenon fa per lui.

E ci sta, sebbene ciò comporti il commissariamento del Comune e l’azzeramento dei due consiglieri provinciali in carica.

Se è l’ennesimo tira e molla come lo è stato per le sue recenti dimissioni poi ritirate, è un irresponsabile perché in questo limbo la macchina politico-amministrativa perde del tutto entusiasmo e funzionalità.

Ma è ancor più irresponsabile se scientemente si dimettesse dopo il 4 febbraio.

Difatti, se le dimissioni del Sindaco si perfezionano entro il 24 febbraio si andrà al voto per le amministrative quest’anno in un periodo compreso tra il 15 aprile ed il 15 giugno, diversamente nello stesso periodo ma l’anno venturo (cfr. legge 7.6.91 n.182 art 2).

Ora, visto che le dimissioni diventano efficacidecorsi 20 giorni, Chiuri dovrà dimettersi al massimo il 4 febbraio, altrimenti “regalerà” alla comunità di Tricase oltre un anno di CommissarioPrefettizio.

I Sindaci di Racale e Cutrofiano, quest’ultimo con scadenza naturale 2021 ed entrambi al secondo mandato consecutivo, si sonocorrettamente dimessi pochi giorni addietro.

Dalla irresponsabilità si passa invece alla pura follia se il malcelato fine di questa tempistica è quello diconsentirgli di ricandidarsi nuovamente a sindaco l’anno prossimo.

Il Comandante Antonio Buccoliero,

candidato alla carica di Consigliere regionale?

di Pino Greco

“Sono tantissimi Salentini a chiedermi la candidatura e il ritorno in campo.

Tutti hanno apprezzato il mio impegno di sostanza e non prettamente ideologico.

La politica ha bisogno di impegno concreto sui temi sostanziali che impattano con il territorio e con i suoi abitanti.

Ho ruoli di primo piano nell’Arma come massimo rappresentante di tutti i Carabinieri d’Italia ( Presidente del Cocer) oltre che di Responsabilità presso il Comando Legione Carabinieri di Abruzzo e Molise.

Valuto con attenzione la possibilità di una mia candidatura anche per rappresentare gli interessi di Tricase e del Capo di Leuca, territorio che ho imparato ad amare e rispettare”.

 

TRICASE - GALATINA:

UN PAREGGIO DEDICATO ALL'AMICO EROS STAIANO

di Mino De Iaco

 

Domenica 2 Febbraio alle ore 15 sono scese in campo allo Stadio San Vito, Tricase e Galatina. Partita valida per la 4° giornata di ritorno del campionato di 1° categoria.

Il Tricase veniva da 2 pareggi contro Latiano e Cedas Brindisi, mentre il Galatina aveva perso in casa con il Latiano, sconfitta che era costato il posto all'allenatore dei bianconeri Contaldo, ex giocatore del Tricase e autore del memorabile gol (11 maggio 1997) nello spareggio contro il Nardò, che valse la storica promozione in C2.

Partita dal risvolto particolare, infatti Lunedì 27 Gennaio, il calciatore del Galatina ed ex del Tricase, Eros Staiano, era stato coinvolto in un terribile incidente stradale, fortunatamente poi il giovedì seguente sono giunte notizie più confortanti dall'ospedale in cui attualmente è ancora ricoverato.

Le 2 tifoserie non hanno fatto mancare striscioni di incoraggiamento per il ragazzo. Riguardo la partita, il Tricase aveva trovato subito il vantaggio al 3° minuto su azione da calcio d'angolo, il capitano Davide Urso era stato bravo ad anticipare tutti e di testa aveva insaccato alle spalle del portiere.

Ma la reazione del Galatina non si è fatta attendere. Infatti al 27° del primo tempo l'attaccante Gabrieli ristabiliva la parità sempre su azione da corner.

Nella ripresa ci si aspettava un Tricase alla ricerca della vittoria, ma sono gli ospiti a rendersi più pericolosi, reclamando anche un rigore su cui l'arbitro generosamente sorvola.

Finisce 1 a 1. Un pareggio che allontana il Tricase dal primo posto della classifica ma che mantiene i rossoblu in piena lotta per i paly off.

Ora il Tricase osserverà una giornata di riposo. Si riprende il 16 Febbraio sempre in casa contro la Virtus Lecce.

Il dopo partita con Michele Dell’Abate ( Presidente onorario ) e mister

Politi del Galatina

Dell’Abate: “Va bene così, paghiamo il fatto che siamo partiti in ritardo. Paghiamo il fatto che a dicembre sono arrivati nuovi atleti che ancora non sono amalgamati al 100%. Stiamo programmando belle cose per il futuro”

Politi del Galatina : “Un pareggio giusto, non era facile recuperare dopo il vantaggio del Tricase. Siamo stati bravi in un campo non in buone condizioni per le due squadre,quindi una gara dove si sapeva che si poteva risolvere soltanto su palle inattive

LIBELLULA FULGOR TRICASE

di Pino Greco

La parolina magica che circola in casa Fulgor in questi giorni è ” reazione”.

Come dire: se vuoi andare più veloce devi accelerare.

Con il campionato al giro di boa è già tempo di bilanci e previsioni.

I ragazzi del presidente Cassiano viaggiano a meno 5 punti dalla zona play off e per raggiungerla occorre sfoderare più determinazione.

I numeri in casa Fulgor dicono, punti 22,partite giocate 11, vinte 6 , sconfitte 5.

Per la Libellula il campionato riparte domenica 9 febbraio con la prima gara di ritorno a Tricase contro Marcianise (Ce).

Fare una previsione per il girone di ritorno è molto difficile, visto le cinque squadre coinvolte nei giochi che più contano (ai play off partecipano le squadre 1° e 2° classificate).

Un dato è certo, rispetto allo scorso anno il girone G sembra più combattuto, vivo e con tante squadre a giocarsi la tanto agognata promozione.

Ora è il momento di ricaricare le batterie, perché tra meno di una settimana si tornerà a battagliare senza esclusione di colpi, con l’obiettivo di cercare di raccoglierepiù punti possibile.

Insomma,tutto è apertissimo per Muccio e compagni, nonostante i tanti

infortuni, la Libellula Fulgor Tricase,c’è.

 

 

Il dott. Vittorio Raeli,vista la delibera del Consiglio di Presidenza della Corte dei

Conti, è stato nominato dal Consiglio dei Ministri Presidente della Sezione con funzioni di Procuratore della Regione Basilicata

Al dott.Raeli le congratulazioni da parte del Direttore e della Redazione de Il Volantino che si fregia di averlo avuto un tempo anche redattore e, talvolta, anche ospite, sicuri che saprà portare alto il nome della nostra Città e proseguire nel suo lavoro al servizio della Giustizia

ASSOCIAZIONE LA CULONNA TUTINO

Alla cortese attenzione:

Sig. Sindaco del Comune di Tricase

Spett. Soprintendenza Archeologia,Belle arti e Paesaggio per le Provincie Lecce , Brindisi e Taranto

Comune Tricase - Settore Lavori pubblici

OGGETTO: Lettera Aperta inerente i lavori in corso in piazza Castello dei Trane - Tutino

La maturità di un popolo si misura anche da come si adopera per considerare e preservare la sua storia. L’Associazione “La Culonna-Tutino” ha, nel suo cammino ventennale, la direzione del solco entro cui incamminarsi per apprezzare i luoghi storici ed i beni immateriali del borgo Tutino di ieri; la stessa è costantemente impegnata nel salvaguardarli oggi, per essere narrati e consegnati inalterati ai posteri.

L’inizio del 2019 è coinciso con i lavori edili che tuttora stanno interessando il palazzo dei Trane mentre, da pochi mesi, si sta attuando il progetto di pavimentazione di Piazza Castello. Su quest’ultimo punto, l’Associazione “La Culonna-Tutino” sente il dovere di presentare alcune considerazioni e si dispone a preparare un tavolo di discussione.

1) L’Associazione “La Culonna-Tutino” ha constatato che nell’approccio al progetto non sono stati approfonditi e tenuti nella dovuta considerazione gli studi che da decenni documentano la storia e l’archeologia del castello;

2) L’indagine preliminare con georadar aveva evidenziato con chiarezza la traccia del fossato del castello, ma, nonostante ciò, è stato permesso di intaccarne la sagoma con lo scavo per fognatura del palazzo dei Trane; inoltre, pur conoscendone la sagoma, i lavori di sbancamento con escavatore non hanno avuto la giusta cautela lasciando evidenti e devastanti segni del loro passaggio.

3) Con la stessa indagine preliminare con georadar si è confermato il banco di roccia esteso per tutta la piazza e per questo motivo i lavori di pavimentazione erano attesi dagli studiosi locali per ricercare le eventuali tracce di solchi del passaggio dei carri e confermare/accertare l'originaria entrata nel castello. Purtroppo i lavori già effettuati hanno irrimediabilmente cancellato le suddette tracce storiche e con esse la possibilità di studi futuri.

4) La scoperta di una fossa granaria non è stata protetta durante i lavori. Pare si intenda evidenziarne la traccia con una lastra rotonda. Suggerimento: la si potrebbe bocciardare stilizzando una spiga di grano rendendola intuitiva all’osservatore-turista ed anche per distinguerla dagli altri tombini.

5) La Soprintendenza, dal canto suo, si è limitata a decretare che, i marciapiedi esistenti su tutti i lati di Piazza Castello, dovrebbero essere ripristinati; in questo caso, a nostro modesto parere, si è ecceduto nello storicizzare marciapiedi costruiti soltanto qualche anno fa, falsando al contempo la sagoma e l'originario andamento plano-altimetrico della piazza; nel frattempo, alcuni tratti di marciapiede si stanno rifacendo lontani esteticamente da quanto preesistente ed in aggiunta con una rampa per superare un dislivello che poteva essere tranquillamente evitata; aggiungiamo che chi ha pensato la rampa per disabili in quel punto, non ha mai vissuto la piazza: il turista che arriva itinerante dalla Chiesa Madre, percorre il tratto iniziale del marciapiede e, arrivato in prossimità della nuova rampa per disabili (vedi foto), ha già alzato la testa per ammirare il Palazzo dei Trane ma, inciampando nell'inconsueto gradino trasversale ... potrebbe ricordarsene per sempre!

 

6) Si potrebbe svuotare il vecchio pozzo della piazza fino all’originale profondità, togliendo pochi metri di materiale inerte di riempimento. Si ritroverebbe, così, l’acqua e probabilmente i conci della vera del pozzo, che potrebbero essere stati buttati all’interno durante i lavori di chiusura dello stesso. La ricostruzione della vera sarebbe il gradito e naturale compimento dell'opera.

7) Pur comprendendo le scarse risorse economiche a disposizione per un lavoro completo di pavimentazione con basolato della piazza, invitiamo l’amministrazione ad una maggiore attenzione, nei confronti del borgo Tutino, durante le future ripartizioni delle risorse suddette. Ciò premesso, riteniamo esteticamente sgradevole e fuori luogo la lingua nera d’asfalto prevista, tanto da suggerire di lasciare lo stato di fatto e accantonare quanto risparmiato in attesa di poter completare la pavimentazione in pietra anche della sede stradale.

8) Altro risparmio potrebbe sopraggiungere dal ridurre al minimo, ovvero eliminare, i previsti dissuasori (rigorosamente mobili, qualora siano proprio indispensabili, onde consentire una piena fruizione degli spazi durante le diverse manifestazioni e ricorrenze che già si svolgono nel corso dell'anno e che potrebbero registrare un deciso incremento a lavori ultimati) e relative discriminanti catene: la piazza è pubblica e se verrà utilizzato il geniale sistema catena con lucchetto, la piazza diverrà sorprendentemente dei prospicienti e felici proprietari.

9) Tornando alla parte di fossato scoperto, è indispensabile uno studio archeologico per accertare l'importanza di tale ritrovamento, prima di coprire il tutto per sempre.Questo elenco gradiremmo fosse interpretato non come un brontolio di un vecchietto , ma come un urlo d’allarme; questa è la Piazza di Tutino, questa è la nostra Agorà ed abbiamo la tristissima impressione che si stia trattando come l‘ennesimo burocratico sopralluogo.

Noi siamo una minuscola associazione di un piccolo borgo ma, pochi mesi fa, un nostro associato ha avuto il privilegio di ascoltare, durante un incontro culturale presso la sede del Caffè Letterario Neritonensis di Nardò, la nostra soprintendente architetto Maria Piccarreta.

Egli è tornato entusiasta e tessitore di lodi sul personaggio ma soprattutto ha estrapolato un passaggio del suo discorso nel quale si sottolineava l’importanza delle associazioni, piccole o grandi che siano, nella diffusione e salvaguardia del culturale salentino. Anche noi crediamo nella costruzione di una colorata rete fulleriana di associazioni a protezione dei nostri beni materiali ed immateriali; al contempo sentiamo, nel caso della piazza, il nostro urlo soffocato da una imperante superficialità, per cui, ritenendoci un’associazione minuscola ma interessata alla bellezza, nutriamo la speranza che la Soprintendenza e l’Amministrazione Comunale porgano maggiore attenzione a quanto sta accadendo. Altrimenti è preferibile cancellare il meno possibile il preesistente, in attesa di attori più consapevoli.

L'occasione è gradita per l'invio di distinti saluti.

Per l'associazione, la presidente

Maria Antonietta MARTELLA

“[…] Una seconda cosa ti chiedo, Signore.

Fa’ provare a questa gente che lascio

l’ebbrezza di camminare insieme.

Donale una solidarietà nuova, una comunione profonda,

una" cospirazione" tenace. […]”.

 

Donata una pensilina per fermata autobus nei pressi del Liceo Stampacchia e dell'ISS Don Tonino Bello

Queste le parole di Don Tonino Bello rivolte alla gente della sua amata Tricase, la

sera prima della sua partenza e a queste parole noi vogliamo ispirarci. Adovos Messapica Tricase ha come scopo principale la donazione del sangue ma vuole allargare gli orizzonti e solidalizzare con le altre realtà associative del paese che tanto si spendono per il bene del nostro territorio.

In questo anno abbiamo dunque collaborato e contribuito secondo le nostre possibilità con Tricasèmia, Clean-up, Comitato Festa San Vito e Comitato Presepe Vivente perché, come dice Don Tonino, “da soli non si cammina più”.

E’ stato un anno ricco di soddisfazioni ed impegno da parte di tutto il direttivo.

A fine 2019 le unità di sangue raccolte sono 406, circa il doppio dello scorso anno. Una giusta ricompensa se ripercorriamo tutto l’impegno profuso nel rintracciare, motivare e accompagnare, anche solo emotivamente, sia i nuovi donatori che i vecchi che non erano più attivi da anni.

Il nostro sguardo è rivolto principalmente ai giovani, sono loro il futuro e a loro verrà passato il testimone dai donatori quando, un giorno, per raggiunti limiti di età, questi non potranno più donare.

Per questo motivo continua la nostra campagna di sensibilizzazione nelle scuole superiori di Tricase e a tal proposito anche quest’anno verrà riproposto il concorso “Donando s’impara” dove, i ragazzi, potranno realizzare dei lavori aventi il tema la sensibilizzazione alla donazione del sangue e degli emocomponenti.

Alla scuola vincitrice verrà assegnata una borsa di studio di €500 vinta l’anno scorso dall’IISS Don Tonino Bello. La nostra associazione s’impegna a realizzare ogni anno qualcosa di utile per la comunità; quest’anno abbiamo donato una pensilina per fermata autobus nei pressi del Liceo Scientifico Stampacchia e dell’ISS Don Tonino Bello.

L’impegno per il 2020 è quello di installare un’altra pensilina nei pressi del Liceo Comi.Infine, in occasione delle festività natalizie, la nostra Joëlette è stata messa a disposizione, insieme ai nostri volontari Adovos,dei visitatori con problemi di deambulazione che hanno così potuto godere di ogni angolo del nostro Presepe Vivente e dell’altrettanto suggestivo Presepe dell’insediamento rupestre Macurano di Alessano.

Ringraziamo di cuore tutti i nostri donatori e donatrici perché, grazie a loro, abbiamo potuto realizzare tutto questo. Auguriamo a tutti un felice 2020 da trascorrere in serenità ricordando che, se abbiamo diritto a ricevere sangue nel momento del bisogno, deve essere un dovere civico donarlo.

II Presidente

Adovos Messapica Tricase “Don Tonino Bello”

Roberto Zocco

di Alessandro Distante

Il corrispondente locale del Quotidiano di Puglia –che è poi anche redattore de Il Volantino di Tricase- scrive che la seduta di Consiglio Comunale si è svolta senza la diretta streaming ed annota: “chissà perché”.

Il Sindaco Chiuri, riunita e sentita la Giunta, decide di dare un incarico ad un avvocato per perseguire in sede giudiziaria il corrispondente del Quotidiano, che è poi anche redattore de Il Volantino. Secondo il Sindaco e tutta la Giunta quella domanda avrebbe offeso la onorabilità di tutti gli amministratori, dipendenti, funzionari e dirigenti del Comune di Tricase.

L’iniziativa è stata presa il 9 gennaio con la delibera n. 10.

Questo il fatto

Non entro nel merito della questione giuridica: sarà l’avvocato incaricato, ed eventualmente il Tribunale, a decidere se il porre una domanda possa aver offeso l’intero mondo dell’Amministrazione comunale tricasina e, in definitiva, la Città intera; mi limito a fare alcune considerazioni.

Innanzitutto, da un rapido sondaggio non mi risulta che i funzionari o dirigenti del Comune abbiano avvertito questa offesa alla loro onorabilità, né tanto meno la comunità di Tricase che, al contrario, ha espresso solidarietà al corrispondente del Quotidiano che è poi anche redattore de Il Volantino.

E poi: l’unico bersaglio di quella domanda poteva essere il presidente del Consiglio Dario Martina, il quale, non solo non ha preso alcuna iniziativa, ma ha espresso la sua costernazione al corrispondente del Quotidiano e al nostro Giornale.

Ma la vicenda merita altre considerazioni. L’iniziativa del Sindaco e della Giunta costituisce l’ultimo epilogo di un atteggiamento del Sindaco di insofferenza, per non dire altro, nei confronti della stampa libera locale.

Non molto tempo addietro fu proprio il Sindaco Chiuri, in pieno Consiglio Comunale, che si lasciò andare ad un’aperta offesa al Giornale locale Il Volantino definito come “una testatina” e attaccando chi, consigliere comunale, scriveva contro l’Amministrazione utilizzando quella “testatina”.

Era, quella, una condotta ed una frase che offendeva e denigrava chi da ventitrè anni ogni settimana porta un contributo, piaccia o no, alla Città di Tricase; più volte peraltro il sottoscritto ha invitato, inutilmente, il Sindaco ad utilizzare le pagine del settimanale con sue comunicazioni o quant’altro avesse voluto scrivere.

Ma v’è di più e di peggio: la delibera adottata dalla Giunta è stata commentata dallo stesso Sindaco come un modo per dare una lezione –uso un eufemismo- a chi da tempo osava criticare l’Amministrazione.

Il mondo è piccolo e Tricase lo è ancora di più e tutto si viene a sapere, anche gli aggettivi non proprio urbani usati nei confronti di chi scrive e dirige il Giornale.

Ed allora ad offendere non è stato certo il corrispondente del Quotidiano e redattore del Volantino; con la differenza che la Redazione del Volantino non ha mai voluto rimarcare sgarbi, ritardi, assenze, sofferti patrocini; è passata sopra e ciò per amore della Città. Ma la cautela ed il garbo non possono essere scambiati per debolezza; come è bene chiarire che nessun giornale, e neppure il Volantino, si lascerà spaventare o condizionare dalle iniziative giudiziarie del Sindaco e della sua Giunta.

Ma la questione è ancora più seria e più grave: nei modi e nelle condotte traspare, con sempre maggiore evidenza, il tentativo di sostituire il pettegolezzo al dibattito, l’attacco e la denigrazione delle persone al confronto aperto e trasparente sulle questioni; il tutto –ed è questa la preoccupazione più grande- in una logica di chi non ha compreso che Tricase è una Città dove ci sono tre cinema, varie compagnie teatrali, tante scuole, molte associazioni e anche, piaccia oppure no, giornali che si sono imposti all’attenzione anche nazionale.

Tricase è una Città, ad esempio, che nei giorni scorsi ha invaso le Scuderie per la presentazione del libro di un suo Cittadino, esempio della Tricase impegnata gratuitamente per il bene comune, oppure che qualche giorno prima, nell’assenza del Sindaco, aveva accolto il Direttore del Quotidiano per approfondire i temi del Sud, ricevendo i complimenti dell’Ospite e dei tanti che, da fuori, hanno riconosciuto in Tricase una capacità organizzativa ed una qualità difficilmente presenti in altri contesti.

Il rischio è che si voglia involgarire e spezzare un percorso virtuoso attraverso il quale si giunge, ad esempio, a valorizzare il paesaggio, riscoprire le tradizioni, puntare su uno sviluppo partecipato, sognare un futuro possibile per i più giovani; una Città, insomma, dove si viva bene non solo perché le strade non hanno buche ma perché è piacevole incontrarsi, scambiarsi le idee, interrogarsi e lavorare per il bene comune.

Ed allora: è mai possibile che una storia, una ricchezza ed una passione vengano ostacolate ed addirittura avversate dall’Amministrazione Comunale che invece ne dovrebbe essere fiera?

Non è forse questo che offende la Città? A proposito: l’articolo del corrispondente del Quotidiano (edizione) di Lecce è apparso anche sul Volantino on line.

Al Sindaco e alla Giunta ogni decisione.

ATLETI E DIRIGENTI ALL’EVENTO DI “CI METTIAMO IN GIOCO” PROGETTO PER L’INCLUSIONE NELLO SPORT

Il Partenariato del Progetto “Ci mettiamo in gioco”, composto dall'ASD "Oratorio S. Ippazio" di Tiggiano (Capofila), dall’Oratorio “Karol Wojtyla” di Cerfignano, dalla Pallavolo Azzurra di Alessano e dall’Azzurra Donne di Alessano, costituitosi nell’ambito dello stesso progetto realizzato con il contributo dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, comunica che Mercoledì 29 Gennaio prossimo dalle ore 16.00 alle ore 19.30, ad Alessano presso la Palestra IISS “G. Salvemini”, in Via E. Maiorana, si svolgerà l’evento “Ci siamo messi in gioco, su Passi Diversi”.

Il programma dell’incontro, coordinato da Ludovico MALORGIO, Presidente Panathlon Club Lecce e Giornalista, prevede i saluti di: Don Lucio CIARDO, ASD Circolo Parrocchiale "Oratorio S. Ippazio" di Tiggiano Capofila “Ci mettiamo in gioco”, Don Pasquale FRACASSO, Oratorio “Karol Wojtyla” di Cerfignano - Santa Cesarea Terme, Massimo VENNERI, Presidente Pallavolo Azzurra SSD a r.l. Alessano, Paolo CASARANO, Presidente ASD Azzurra Donne Alessano, Marco CALOGIURI, Vice Presidente Nazionale CSI - Centro Sportivo Italiano,Francesca TORSELLO, Sindaco di Alessano e Mons. Vito ANGIULI, Vescovo di Ugento - Santa Maria di Leuca.

Seguiranno gli interventi di Antonio PELLEGRINO, Delegato Provinciale CONI Lecce, Stefano DE LUCA, Consigliere FIPAV Comitato Regionale Puglia, Pierandrea PICCINNI, Presidente FIPAV Comitato Provinciale, Guido PASCIARI, Consigliere Nazionale FIPAV e Referente Sitting Volley,Andrea CALO’, Delegato Regionale FIPIC Federazione Italiana di Pallacanestro in Carrozzina e Chiara VANTAGGIATO, Dirigente Scolastico IISS “G. Salvemini” di Alessano.

Porteranno le loro esperienze nei seguenti momenti: “Ascolta … diverso!”l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Mollare Mai” con Adriano BOLOGNESE, Presidente, Pierluigi MAGGIO Vicepresidente e Stefano PETRANCA, Atleta e Grazia TURCO dell’Utopia Sport di Vernole . “Canta … diverso!” con la musica e le canzoni della tradizione salentina con “I Tamburellisti di Torrepaduli”. “Gioca … diverso!”. Partite dimostrative di: Sitting volley (Pallavolo Azzurra SSD a r.l. - Alessano) - Basket in carrozzina (Lupiae Team Salento - Lecce) - Ping pong in carrozzina (Grazia Turco) - Calcetto (Cooperativa Sociale L’Adelfia). “Danza … diverso!” Centro Danza e Teatro “Carlotta Martella” di San Cesario di Lecce (Direttrice Emiliana Mariano nell’ “Hallelujah” di Leonard Cohen). “Ricorda … diverso!” Videoclip dell’attività di “Ci mettiamo in gioco”. “Progetta … diverso!” Idee, progetti, sogni per … Mettersi ancora in gioco! con Gaia FERRARA, Project manager di “Ci mettiamo in gioco”.

“Ci mettiamo in gioco” è stato avviato nel gennaio 2019, nei dodici mesi di attività, ha allargato le opportunità di accesso allo sport per bambini, ragazzi e adulti che si trovano alla periferia del sistema sociale per difficoltà economiche, fisiche, psichiche, culturali. Offrendo occasioni di incontro e interazione tra diverse culture, età, abilità e capability. Si è svolto nel Sud Salento: terra oggi "estrema" riconosciuta come area interna depressa, da sempre terra di sbarchi e di accoglienza. Il partenariato ha scelto un percorso di aggregazione inclusiva attraverso attività sportive e ludico-ricreative rivolte a famiglie a basso reddito con problemi di abbandono scolastico e immigrate, spesso in presenza di minori non accompagnati, andando a operare nell'ambito dell'educazione extra-scolastica dei minori e dell'inclusione dei giovani, migranti e portatori di diverse abilità che versano in situazioni di disagio sociale.

Il progetto si è sviluppato su più filoni: "Sport accessibile" con l’assegnazione, attraverso un bando, di 58 Borse sportive, con le quali altrettanti piccoli atleti hanno avuto la possibilità di avvicinarsi allo sport, soprattutto al volley. Con "Olimpiadi senza barriere", nella prima settimana del giugno scorso, ad Alessano, Tiggiano e Cerfignano, 370 bambini, 100 giovani, 320 adulti, 150 famiglie e 80 stranieri, hanno avuto la possibilità di cimentarsi in giochi e gare individuali e di gruppo e altre attività sportive.All’iniziativa “Oratori Aperti” a Tiggiano e Cerfignano hanno partecipato 80 giovani, 340 bambini, 420 adulti,200 famiglie e 50 migranti. Un progetto che ha visto anche le attività formative della “Scuola Genitori” e gli Sportelli Informativi ad Alessano e Cerfignano per l’autoimprenditorialità' interculturale e intergenerazionale.                             

Segreteria Organizzativa 0833 18 26 042 

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OMAGGIO A MOZART 2020

L’Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” si sta ritagliando un ruolo importante nel panorama musicale ed artistico nazionale ed internazionale ma non vuole perdere il contatto con il territorio. Con grande slancio e impegno, grazie al sostegno di numerosi amici, per il quindicesimo anno consecutivo riproponiamo alla Città di Tricase ed al Salento il nostro OMAGGIO A MOZART.

Il concerto ha assunto negli anni un ruolo importante nell’ambito dell’offerta culturale e musicale del Salento, è un’imperdibile occasione per esperti e neofiti di avvicinarsi al bello e trascorrere una serata elegante.

Quest’anno saranno ospiti di Omaggio a Mozart le pianiste Anna Maria e Damiana Sallustio che sabato 25 gennaio terranno un workshop durante il quale incontreranno i Piccoli Mozart trascorrendo con loro un pomeriggio all’insegna della grande musica.

Domenica 26 gennaio si svolgerà il tradizionale concerto in cui le sorelle Sallustio, docenti del Conservatorio di Bari e apprezzate concertiste con esperienza internazionale, proporranno un bel repertorio per pianoforte a 4 mani che porterà il pubblico in giro per il mondo tra poemi musicali, storie incantate e danze, con una sorpresa tutta mozartiana.

Così il M° Giovanni Calabrese "Quest’anno abbiamo pensato di inserire nella programmazione di Omaggio a Mozart anche un appuntamento didattico poiché siamo sempre più convinti che i bambini, verso i quali abbiamo una grande responsabilità, abbiano bisogno di fare esperienze belle e culturalmente elevate. Vogliamo andare oltre i luoghi comuni che associano la cultura alla noia.

Il workshop è pensato come luogo di incontro,confronto, divertimento e apprendimento.In riferimento al concerto di domenica sono certo che il programma proposto coinvolgerà il pubblico dalla prima all’ultima nota. Come ogni anno la serata si concluderà con il tradizionale taglio della torta di Mozart.”

Sabato 25 gennaio dalle 15.00 alle 19.00 workshop, ore 20.00 concerto dei Domenica 26 gennaio ore 19.00 concerto per pianoforte a 4 mani Sala del trono di Palazzo Gallone, ingresso solo su prenotazione al numero 347/8022725 -M° Giovanni Calabrese-

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