di Alessandro Distante
Dibattito in Piazza Pisanelli sulla 275. Interessante la formula e l’idea, con proiezione di tavole illustrative, filmati ed interventi. Degno di menzione l’intervento di Vito Lisi: si può condividere o non condividere, ma si deve riconoscere la sincera e pulita passione che sorregge le sue idee.
E’ mancato tuttavia un confronto vero, perché alla voce degli Organizzatori e di quella di alcuni Consiglieri di opposizione, non si è aggiunta quella di altri Amministratori locali.
In particolare si è notata l’assenza dei Consiglieri di maggioranza (con la sola eccezione del Presidente del Consiglio comunale) e soprattutto del Sindaco e della Giunta.
E tuttavia non può essere taciuta la circostanza che gli stessi Capigruppo, anche della maggioranza, avevano positivamente risposto all’invito di questo Giornale di inviare un loro contributo scritto sulla questione 275 (pubblicati sul numero scorso).
Probabilmente avrà pesato una certa diffidenza per un confronto in Piazza organizzato dalle Associazioni ambientaliste.
Mi ha poi sorpreso il metodo suggerito da alcuni rappresentanti dell’opposizione consiliare che hanno chiesto di sospendere ogni decisione per meglio valutare, senza fretta e senza assilli, quello che accadrà dopo la realizzazione del primo tratto, quello cioè fino alle porte di Tricase. Eppure la questione non è certo esplosa all’improvviso, sicchè una proposta di merito poteva pure essere espressa: se far proseguire la strada fino a Leuca e, in caso positivo, se passare attraverso la Cosimina oppure su un nuovo tracciato ad Ovest.
Devo ammettere che l’attesa, il rinvio della decisione e il “preferibilmente non esprimersi”, in attesa magari di una soluzione dall’alto, può anche essere la migliore strategia per raggiungere l’obiettivo, non tanto nascosto, di fermarsi al primo lotto.
Una strategia che ricorda la tanto deprecata Prima Repubblica e quei politici che, secondo una superficiale lettura, preferivano rinviare ogni decisione che potesse incidere sul consenso; ma chi sostiene questo dimentica che tra quei politici vi era un certo Sergio Mattarella che, con le scelte coraggiose di questi giorni e prendendo coraggiose decisioni, ha salvato la nascente Terza Repubblica e soprattutto le Istituzioni.
Forse i fatti locali e nazionali porteranno, per il futuro, alcuni rappresentanti locali di forze che sono oggi al Governo della Repubblica a rifuggire da giudizi trancianti nei confronti di Padri costituenti, di “notabili” di un tempo e di quei nostalgici da salotto che attenderebbero dall’alto la soluzione dei problemi del territorio (ma quando mai?).
Probabilmente sulla sospensione di ogni decisione e sulla richiesta di maggiore tempo concorderà, nei fatti, anche chi governa la Città, perché il tempo, in una logica di pacificazione cittadina, è la migliore medicina.
Mi chiedo però: è questa la strada per un confronto vero? E’ questa la strada per una democrazia veramente partecipata? E’ questa la strada che vogliamo?
Ultima chiamata per il Giudice di Pace di Tricase.
L’ufficio del Giudice di Pace di Tricase è nuovamente a rischio chiusura :il possibile epilogo è dietro l’angolo e potrebbe avverarsi nei prossimi giorni.
Esattamente fra dieci giorni il Cancelliere del Giudice di Pace di Tricase, dipendente del Comune di Tiggiano, inoltrerà domanda di pensione e l’Ufficio rischierà seriamente di chiudere.
Il Gruppo Consiliare Misto da tempo attenzionato il Sindaco di Tricase sull’imminente pericolo di perdere un servizio strategico che, oltre a costituire il simbolo della cosiddetta “giustizia di prossimità”, crea innegabilmente un indotto non trascurabile per le attività commerciali del territorio.
Inoltre,continuano Dell’Abate e Zocco del Gruppo Misto,
“non abbiamo avuto ascolto, né visto azioni concrete su richiesta della classe forense locale, a cui va riconosciuto il merito di un incessante dinamismo, si è tenuto il 26 maggio scorso a Palazzo Gallone un incontro con le Amministrazioni Comunali interessate. Sembrava che si fosse trovata la quadra, ma poi tutto è saltato.
Difatti la proposta del Sindaco di Tiggiano, ing. Ippazio Antonio Morciano, di trattenere in servizio l’attuale Cancelliere con il conferimento della posizione di responsabilità, e quindi di un emolumento più allettante, è naufragata in quanto il dipendente comunale appartiene alla categoria C e non D e quindi gli sono precluse quelle funzioni apicali. Tale infelice epilogo non deve però farci demordere, una soluzione va trovata ed in fretta.
Nel Settore Servizi Sociali di Tricase sono presenti 4 unità D, fin troppe per la tipologia delle mansioni demandate come abbiamo più volte sostenuto, una delle quali proveniente di recente per mobilità dal Tribunale di Lecce. Perché non attingere da lì l’unità occorrente e chiedere all’attuale Cancelliere la collaborazione per una sua formazione?
Con la riforma del Giudice di Pace, la cui entrata in vigore è prevista salvo slittamenti per il 2021, le competenze aumenteranno di dismisura tanto da far assumere all’Ufficio Giudiziario, per funzioni e valore, la fisionomia di una sezione periferica di Tribunale, a cui magari accorpare il mandamento dell’ex Giudice di Pace di Alessano.
Una grande chance per il Capo di Leuca per la quale vale la pena di lottare uniti senza se e senza ma”.
Chiudono i due del Gruppo Consiliare Misto
di Pino Greco
Prima di tutto: il bimbo è fuori pericolo e sta bene.
Ma andiamo con ordine: è domenica 27 maggio 2018; ore 19,55 circa.
Siamo nella centralissima piazza Cappuccini di Tricase.
Un bimbo di 7 anni mentre gioca a calcio con altri suoi piccoli amici è travolto
involontariamente da un altro bambino che pare stesse impennando con la propria bici.
Il piccolo che gioca a calcio viene colpito in testa dalla ruota della bici
(questo il racconto di alcuni testimoni).
In un primo momento si teme il peggio; il piccolo colpito, infatti perde i sensi, restando a terra immobile.
Tra le sensazioni di paura e terrore della famiglia e il panico generale dei presenti, sul posto l’immediato intervento del 118 che trasporta il piccolo in ospedale in “codice rosso”.
Forse è il momento di riflettere: Se fosse andata peggio...?
Di questa brutta vicenda siamo tutti responsabili, perché più volte ci sono stati interventi da parte di tutta la comunità: l’intervento pubblico di don Donato:
”più volte ho chiamato sindaco e forze dell’ordine, senza mai essere ascoltato”;
l’ordinanza del Sindaco (forse manca un cartello pubblico che indichi in Piazza il contenuto dell’ordinanza), ordinanza che comunque non viene rispettata ed eseguita, ma, soprattutto,
c’è stato un bimbo di 7 anni trasportato in ospedale in codice rosso…
Finiamola con interrogativi e dubbi, facciamo tutti di più…
o siamo in attesa del dramma ?
di Alessandro Distante
Un’opera incompiuta lascia a tutti l’amaro in bocca; fermarsi a metà strada non rende ragione della fatica sopportata e toglie il senso a quello che si è fatto.
Tornerò alla fine su questi luoghi comuni, mentre espongo alcune notazioni sul dibattito apertosi da tempo a Tricase sulla Strada Statale 275.
Dopo l’incontro presso le Scuderie di Palazzo Gallone, organizzato dal Sindaco Chiuri, con la presenza del Vice presidente della Regione dott. Nunziante e dei rappresentanti di Anas oltrechè del Presidente della Provincia, si era rimasti in attesa di una indicazione da parte della città di Tricase da formulare entro il mese di Maggio.
In quell’incontro vennero illustrate due soluzioni: attraversamento del territorio di Tricase ad Est (utilizzando la c.d. Cosimina) oppure ad Ovest su un nuovo tracciato. Alcuni degli interventi furono invece nel senso di far terminare la strada a Montesano.
Non entro nel merito della questione, ma mi fermo al metodo di lavoro; se è apprezzabile e doveroso il coinvolgimento della popolazione, la questione diviene delicata nella individuazione del percorso per giungere alla proposta richiesta dalla Regione.
E qui le strade si divaricano: c’è chi reclama un consiglio comunale monotematico aperto alla cittadinanza; chi invece convoca pubblici dibattiti con la partecipazione di associazioni e di amministratori; chi si incontra con gli altri Sindaci per discutere e magari concordare una proposta; chi invece propone un referendum e via discorrendo.
La molteplicità di strade per giungere al traguardo, e cioè ad una proposta da avanzare alla Regione, rischia di frammentare la Città e di creare contrapposizioni all’interno e all’esterno.
La questione di metodo è centrale ed è di estrema attualità e deve essere governata con attenzione per non alimentare una pericolosa ed improduttiva contrapposizione tra Istituzioni e Cittadinanza.
Ascoltare tutti è fondamentale ma poi il momento ed il luogo della decisione, con le conseguenti assunzioni di responsabilità, deve essere quello delle Istituzioni.
In questo senso, è necessario che i rappresentanti locali, a partire dal Sindaco e dalla sua Giunta, per finire ai Gruppi consiliari dicano la loro e si esprimano; perché la politica non può ridursi a una delega pilatesca al contrario, magari nel tentativo di non scontentare nessuno senza prendere posizione.
E’ ovvio che, alla fine, la proposta sarà quella che risulterà dal confronto, ma nel confronto deve essere conosciuta la posizione dei principali attori della vita amministrativa locale.
Per tale ragione abbiamo chiesto ai capigruppo consiliari di dirci la loro (vedasi articolo successivo ), perché diamo per scontato che un’idea se la sono fatta; sarebbe del resto grave se non l’avessero.
Parlare di un confronto e poi fuggire dal confronto lascerebbe l’amaro in bocca; darebbe la sensazione di un’idea bella ma incompiuta; un confronto che non trovi poi un momento di sintesi alta nella sede istituzionale non darebbe soddisfazione e valore ad una indicazione, specialmente se questa diviene il risultato di un confronto ampio e non limitato a chi è già schierato.
Assunzione di responsabilità quindi di fronte ai cittadini con tutte le conseguenze che ne possono derivare; la politica è anche questo e la cosa peggiore sarebbe pensare di poter sfuggire al giudizio rimanendo neutrali o, in altre parole, indicare una strada, quella dell’ascolto e della partecipazione, salvo poi rimanere a metà strada, quasi un’opera incompiuta, come dicevo all’inizio.
Fermo restando che la progettazione delle infrastrutture e del loro inserimento nel contesto territoriale è una questione delicata e complessa, come gruppo consiliare Noi per Tricase ritieniamo che la SS 275 rappresenti un'opera strategica importante.
Si tratta di un progetto indispensabile per il Salento in termini di crescita, sicurezza, sviluppo territoriale e turismo, in quanto la nuova arteria stradale garantirebbe un collegamento celere, diretto e sicuro con il resto del territorio salentino. Come é noto, le soluzioni prospettate da ANAS per la nuova SS 275 sono due: una nuova strada che passa ad ovest di Tricase e una che passa ad est. La prima passerebbe nelle vicinanze di Lucugnano, la seconda si raccorderebbe all'esistente tangenziale del comune di Tricase chiamata "Cosimina".
Riteniamo di poter sostenere che la seconda ipotesi, il tracciato ad est, salvaguarderebbe delle esigenze del nostro territorio per vari motivi che andiamo ad elencare:
- eviterebbe di consumare ancora nuovo suolo;
- eviterebbe di spaccare in due il territorio comunale di Tricase;
- permetterebbe di impiegare un'arteria stradale già esistente e sottoutilizzata, la cosiddetta Cosimina;
- permetterebbe finalmente di completare e mettere in sicurezza quest'arteria;
- in ultimo, garantirebbe un migliore collegamento con i comuni del Capo di Leuca e delle marine limitrofe. Ci auguriamo che le indicazioni dei sindaci vengano rispettate affinché ANAS coinvolga nella progettazione delle tavole esecutive, oltre ai propri tecnici, un team di tecnici esperti del nostro territorio in quanto ne conoscono le peculiarità e sono espressione delle esigenze dei cittadini del Capo di Leuca. Infine, ci auguriamo che ANAS inizi e porti a compimento tutti i lavori perché non vogliamo correre il rischio di avere un'opera incompiuta.
1) Preliminarmente allo scrivente, in qualità di Capogruppo del Partito Democratico, preme precisare che nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, tenutosi il 07 maggio ultimo scorso, ha richiesto al Presidente del Consiglio ed al Sindaco di convocare un Consiglio Comunale monotematico sulla vicenda S.S. 275, aperto alla cittadinanza ed alle sue molteplici articolazioni (associazioni, portatori di interessi diffusi, partiti politici, sindacati ecct.). Tale richiesta avveniva con ampio anticipo rispetto sia all’incontro tenutosi a Palazzo Gallone tra i tecnici dell’ASI e i Sindaci del territorio, alla presenza del Vice Presidente della Regione Puglia Nunziante, sia rispetto alla riunione tenute dal Sindaco Chiuri con i colleghi del sud Salento. Le polemiche e le accese discussioni seguite a tali incontri, confermano più che mai la necessità di un pieno coinvolgimento della comunità sulla vicenda, al fine di pervenire, possibilmente in tempi brevi, ad una soluzione plurale. La posizione del PD in Consiglio non si discosta da quanto espresso dal Circolo locale del Partito recentemente sulla stampa e sui social. Le due ipotesi di tracciato che dovrebbero costituire il II° lotto non ci convincono. La bellezza dei nostri luoghi, la particolarità del nostro tessuto sociale e culturale, le peculiarità della nostra terra, debbono essere i protagonisti del progetto. Il progetto affonda le sue origini ad oltre 25 anni fa e i due tracciati sottoposti al vaglio delle comunità non tengono conto delle mutate condizioni economiche, sociali e di sviluppo della nostra terra. Lo sviluppo di Tricase e dell’intero sud Salento si coniuga con la salvaguardia e la promozione di un territorio straordinario, per certi versi unico, ove veicolare flussi turistici che ricercano il contatto con la natura, la specificità di alcuni prodotti della terra, assaporando le prelibatezza della cucina tipica i tanti prodotti bio della nostra agricoltura. È tutto un sistema che si sta imponendo, che pone al centro l’umanità dei vari attori, che vivono “lentamente” le loro giornate. Vedi turismo religioso, via Francigena, trekking speleologico ed tanto ancora. Abbiamo quindi bisogno non di autostrade o super strade, con velocità di percorrenza che non consentono di “assaporare” il nostro paesaggio, ma di una Mobilità sostenibile e "lenta". Non perché noi Tricasini siamo “lenti” nel nostro agire, ma la lentezza esalta maggiormente le peculiarità straordinarie del nostro territorio. Abbiamo bisogno di una viabilità che si raccordi ed esalti la rete dei tratturi esistenti, vera linfa per la salvaguardia delle nostre campagne che non meritano di essere squarciate.
2) La strada che dovrebbe essere realizzata è la cosiddetta S.S. 275 Maglie-Leuca. Le ingenti risorse previste per la progettazione e la realizzazione di questa strada sono state individuate con una cd Legge Obiettivo, appunto S.S. 275 Maglie-Leuca, considerata un opera di interesse stategico. Quindi non ci può essere una S.S. Maglie Montesano. Pertanto si deve arrivare a Leuca. Su come il PD ha espresso il suo orientamento, che prevede, ove possibile, l’utilizzo della viabilità esistete e soluzioni che prevedono il minor consumo di suolo possibile in un ottica di piena valorizzazione di un territorio straordinario.
PANICO MARIA ASSUNTA : Tricase al centro e EREMITA ALESSANDRO : Tricase sei tu
Unica risposta
Da sempre abbiamo ritenuto fondamentale l’adeguamento e la messa in sicurezza di questa strada, pur ritenendo della stessa importanza strategica l’ammodernamento strutturale e funzionale delle Ferrovie Sud Est. La Strada Statale 275 può essere un volano per lo sviluppo del nostro territorio, per le attività turistiche, commerciali ed industriali, con particolare riferimento a quella piccola industria, ancora vitale, che non può essere ulteriormente svantaggiata per la marginalità del nostro territorio e per la mancanza di infrastrutture efficienti. La colpevole incapacità di chi ha gestito le Ferrovie Sud Est ed il conseguente allungamento dei tempi per la risoluzione del problema, rende non più rinviabile l’ammodernamento della “275”, da realizzare con la indispensabile cura ed attenzione in un territorio di enorme valore per i suoi beni paesaggistici, storici ed artistici.
La strada è assolutamente necessaria fino alla zona industriale di Tricase. A sud, il traffico si divide tra Lucugnano e la “Cosimina” e non costituisce più un problema insormontabile, basterebbe una piccola circonvallazione ad est di Alessano. Se proprio si decidesse di proseguire fino a Santa Maria di Leuca, non vi può essere alcun dubbio sulla convenienza del tracciato ad est, in prosecuzione della “Cosimina”. Questo tracciato consentirebbe di completare l’infrastruttura con soli 3 chilometri di nuova strada (in parte in galleria sotto la collina), oltre agli svincoli per la messa in sicurezza, rispetto agli 8 chilometri che sarebbero necessari per la strada ad ovest, completamente nuova. La strada dalla zona industriale passerebbe vicino al palazzetto dello sport, attraverserebbe la provinciale Tricase-Specchia, proseguirebbe nei pressi della Madonna del Gonfalone, ed infine, correndo parallelamente all’attuale 275 che collega Lucugnano ad Alessano, sfocerebbe sulla provinciale che collega Alessano a Tiggiano. Una Follia! Sarebbe una scelta irrazionale e di enorme danno per il territorio di Tricase.
La strada che vogliamo. Incontro pubblico sulle proposte inerenti la S.S. 275.
Venerdi 1° giugno se ne parla in piazza Pisanelli a Tricase, ore 20.
Dopo l’incontro pubblico del 4 maggio scorso presso Palazzo Gallone a Tricase, organizzato dal Sindaco Chiuri, con la presenza del Vice presidente della Regione dott. Nunziante e dei rappresentanti di Anas oltrechè del Presidente della Provincia, si era rimasti in attesa di una indicazione da parte della Città di Tricase da formulare entro il 31 Maggio.
E’ venerdì 1° giugno,varie associazioni e comitati si organizzano con un incontro pubblico per proposte che riguardano la S.S. 275, invitando tutti a partecipare.L’incontro sarà fatto nel cuore della Città, nella centralissima e storica piazza Pisanelli, sede anche del Comune, a partire dalla ore 20.
La 275 una “strada” infinita. L’incontro di venerdi 1° giugno sicuramente rappresenterà un’altra occasione importante nel lungo panorama del confronto democratico salentino e del Capo di Leuca.
Si tratta ormai di decidere se accettare il progetto verso ovest con direzione Lucugnano, verso est, interessando la provinciale conosciuta come “Cosimina”, oppure verso nord, fermando il raddoppio al confine tra Surano e Montesano Salentino decisione questa portata avanti dal comitato SOS 275.
In ogni caso sembra che Anas abbia già presentato al CIPE il progetto e i relativi costi relativi al lotto che partirebbe da Melpignano e si chiuderebbe sulla rotatoria della Cosimina in zona industriale di Tricase (compreso quindi un tratto di circa 5km tra Montesano e Castiglione).
Da quel punto in giù, fino a Leuca, è tutto un susseguirsi di ipotesi e di divisioni fra i vari Sindaci, che da anni non trovano un comune denominatore per completare un’opera che almeno fino a Montesano mette tutti d’accordo e sarebbe urgente cantierizzare al più presto.
Oltre ai rappresentati del Comitato che ha organizzato l’incontro, vi saranno vari interventi che dovrebbero chiarire ulteriormente alla cittadinanza la sostanza della questione.
di Pino Greco
Nella foto la luce rossa intermittente
"attaccata "con il nastro adesivo che dovrebbe segnalare l'incrocio
Accidenti, è finita la pila , non c’è batteria, c’è poca luce, avranno pensato le centinaia di automobilisti che percorrono tutti i giorni la provinciale conosciuta anche con il nome de “ la Cosimina”, strada che proprio in questi lunghi anni è oggetto di “ discussione” per il tratto della nuova 275.
Era solo lo scorso gennaio quando alcuni tecnici delegati dalla Provincia, avevano nastrato una piccola luce rossa intermittente i due segnali stradali , per evidenziare la presenza della rotatoria a tutti gli automobilisti che arrivano dal Capo di Leuca per Montesano e viceversa.Tutto questo dopo il miracoloso incidente di inizio anno.
Incidente dove sei ragazzi furono “ miracolati ” nello spaventoso fuori strada alle porte di Tricase.
Furono portati tutti in ospedale, due le auto coinvolte, i conducenti non avevano visto la rotatoria anche per la scarsa illuminazione finendo per schiantarsi sulla stessa.
Era il 6 gennaio 2018. Poco dopo le 19.30 due auto, un'Audi A4 con targa svizzera e una BMW serie1, con a bordo 6 ragazzi si sono schiantati all'altezza della rotatoria all'ingresso di Tricase (cimitero nuovo).
Forse a causa dell'alta velocità e per via della scarsa illuminazione, i conducenti dei due veicoli non hanno visto il rondò: la BMW si è ribaltata finendo all'interno della rotatoria stessa, mentre l'Audi, dopo aver abbattuto il palo della luce ha finito la sua corsa dall'altra parte della strada.
Sul posto, immediato l'intervento della polizia locale, carabinieri e del 118 che ha trasportato i ragazzi in ospedale: all'arrivo dei soccorritori, i 6 giovani erano tutti fuori pericolo. Sono passati solo 4 mesi, la luce rossa intermittente non da più segnale da circa 20 giorni, è spenta, torna il buio totale, torna la paura.
E’ il caso che qualcuno faccia ritornare la luce in “ “Provincia e sulla provinciale la Cosimina”, prima che si verifichi qualche altro incidente “ miracoloso”.
Nella foto la rotatoria sulla strada provinciale " Cosimina"
all'ingresso di Tricase ( cimitero nuovo) di sera
Rizzello – Cicognini tra i beniamini
Un volto bello, quello del Salento 2018, manifestazione arricchita ed accompagnata dall’accordo di collaborazione con la Fondazione “La Notte della Taranta” per una sinergia che si presenta come un nuovo ed inedito canale per la valorizzazione turistica ed economica del territorio.
Dal punto di vista tecnico la manifestazione, tra le più impegnative del panorama nazionale, in programma venerdì 1 e sabato 2 giugno e valida quale seconda prova del Campionato Italiano WRC, nonché con lo stesso tracciato, come appuntamento d’apertura della Coppa Italia Quarta Zona e come terzo atto del Campionato Regionale a coefficiente 1,5, metterà in campo una ricca serie di novità.
La prima di queste riguarda il complesso apparato logistico con la cittadina di Melpignano che sarà completamente coinvolta nella gara ospitando il quartier generale e le verifiche sportive e tecniche presso l’Ex Convento degli Agostiniani, la pedana di partenza in Piazza San Giorgio, la cerimonia d’arrivo nel Piazzale antistante l’Ex Convento degli Agostiniani (luogo deputato ad ospitare anche il Villaggio Rally e noto ai più per essere ogni anno il luogo dove si svolge il concertone finale del Festival della Notte della Taranta), i Riordinamenti a Palazzo Castriota e il Parco Assistenza presso la Zona Industriale.
Ma Melpignano avrà anche un ruolo attivo per ciò che concerne la classifica di gara in quanto sarà teatro della nuova prova spettacolo d’apertura denominata “La Taranta” in programma nella serata di venerdì 1 giugno e che sarà allestita nei pressi dell’Ex Convento degli Agostiniani. La sezione cronometrata del percorso sarà poi completata nella giornata di sabato con la triplice ripetizione delle prove, già affrontate lo scorso anno, di Martignano, Santa Cesarea e Specchia. (comunicato stampa rally del salento)
Con l'accendersi dei motori al 51° Rally del Salento ci sarà anche la Scuderia Salentomotori di Tricase, con dieci equipaggi e solide ambizioni. Il primo equipaggio marcato Salentomotori a scendere la pedana di Melpignano sarà quello formato da Francesco Rizzello e Monica Cicognini con la Ford Fiesta WRC. Per Rizzello - Cicognini la gara rappresenta una candidatura di prestigio, con il giusto feeling sapranno dare il meglio di loro, puntando sicuramente ai gradini più alti della classifica.
Tra gli equipaggi iscritti al 51° Rally del Salento troviamo altri nove concorrenti della Scuderia Salentomotori, i fratelli Luca e Nicola Negro che ritornano in campo con la Renault Twingo R2B; il corsanese Antonio Russo che con il suo fidatissimo Gabriele Sorrone sfideranno la classe racing start con la Citroen C2; in classe A7 il nuovo equipaggio Salvatore Casarano che farà coppia con Gianmarco Ventruto a bordo di una Renault Clio RS; cambio vettura per Francesco Giangreco, che per la gara salentina ha deciso di gareggiare con la Peugeot 106 Kit/K10 affiancato per la prima volta dal ruffanese Antonio Passaseo. Ritorno in gara per Gianluca Lecci e Luca Leone, coppia già testata in precedenti competizioni, che si presenteranno con una Mitsubishi Evo X in classe N4, che dovranno sfidarsi con Antonio Forte e Pasquale Fiorito, a bordo di una Mitsubishi Lancer Evo IX. A distanza di un mese farà ritorno anche l’equipaggio Donato Parrotto con Cristiana Morbidi, che con la loro Citroen Saxo racing start cercheranno di portare a casa un buon risultato.
A chiudere la squadra Salentomotori due nuovi equipaggi, Tommaso Miccoli coadiuvato da Gianmarco Manco a bordo di una Renault Clio R1A; e Luca Falcone con alle note il tricasino Gianluca Stefanelli, con una Peugeot 106 racing start. Ulteriori dettagli organizzativi e aggiornamenti visibili sul sito ufficiale della manifestazione all’indirizzo www.rallydelsalento.info
Conosciamola...
Sono Maddalena Atzori, ho 21 anni e sono nata e cresciuta a Tricase. Frequento il primo anno della Facoltà di Medicina, presso l’Università degli studi di Bari A. Moro. Mi definisco puntuale e pignola, ma non troppo: le mie pantofole sono sempre riposte con una giusta angolazione e faccio sempre un ugual numero di bocconi per ‘secondo e contorno’. Sono appassionata dell’arte in ogni sua forma, soprattutto della danza, la mia più grande passione, che mi ha trasmesso, con disciplina, l’eleganza e la precisione.
Mi piace essere impegnata, avere tante cose da fare e farmi coinvolgere. È così che ho trascorso i miei cinque anni di Liceo Classico, tra una versione di greco e un’interrogazione, tra un viaggio-studio all’estero e un’assemblea. Mi piace leggere e viaggiare, conoscere le altre culture, scoprire gli altri Paesi, ma ho radici ben radicate. La mia è una famiglia semplice: mia mamma è un’insegnante, mio padre lavora in ferrovia e mio fratello, il più piccolo di casa, frequenta la scuola superiore. La mia è una bella famiglia, che mi ha sempre sostenuto e accompagnato, insegnandomi l’importanza dell’umiltà unita ai grandi sogni, la potenza delle piccole cose e il rispetto nei confronti degli altri e di me stessa.
Sono cresciuta con i piedi per terra ma ho sempre guardato in alto: anche quando la vista era occultata da nuvole, grosse ma passeggere, ho sempre cercato di pensare positivo perché sentivo di poter fare la differenza. Forse è proprio questo sentimento che mi ha spinto a partecipare al contest #studioinPugliaperchè, indetto dall’Assessorato alla Formazione e Lavoro della Regione Puglia e ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologia e Innovazione, rivolto a tutti i diplomati con il massimo dei voti che avessero deciso di proseguire il loro percorso di Studi in Puglia.
Lo scopo di questo concorso era quindi premiare ed evidenziare le motivazioni per cui gli studenti hanno optato per un percorso accademico in istituzioni pugliesi di alta formazione. Leggendo per la prima volta riguardo questo concorso mi sono sentita chiamata in causa e ho sentito il bisogno di esprimere le mie idee. Questa è una tematica che mi sta particolarmente a cuore e sento a me vicina. Sono pochi i miei coetanei che hanno scelto di rimanere a studiare in Puglia. Cresciamo, infatti, con l’idea che dopo il Liceo debba esserci una partenza dolorosa ma inevitabile e indispensabile.
L’idea di poter rimanere a studiare vicino casa, quasi ci spaventa. Io mi sono chiesta perché: perché non ci pensiamo? Perché abbiamo questa idea della Puglia come di una regione povera, che ‘manca’ di qualcosa? Perché non restiamo? Perché non resistiamo?
Così è nato “Il fiore del partigiano”: titolo che si rifà all’ inno ‘Bella ciao’. È il titolo dell’articolo con cui ho deciso di partecipare al contest e che mi ha regalato il bellissimo primo posto. Le parole della canzone mi emozionano ogni volta e quasi per magia mi ricordano la mia terra: la Puglia, come un fiore dalla bellezza sconvolgente ma altresì fragile che, chi si sente un po’ “partigiano” –come me- ha il compito di proteggere. Ho scritto per difenderla, perché la Puglia mi ha dato tanto: ho scoperto una regione che ha voglia di crescere e di fare (un po’ come me!), che conserva la tradizione nell’innovazione e cerca sempre di valorizzare le sue origini.
“Siamo educati all’abbandono, l’abbandono della nostra terra”, ma possiamo cambiare le cose, possiamo fare la differenza. Non vorrei dare l’idea di una persona che non vede nulla se non il “proprio giardino” poichè penso che sia fondamentale per noi ragazzi fare nuove esperienze, conoscere nuovi posti e apprezzare la bellezza della diversità. Questo, in fondo, è il mio progetto di vita: fare esperienza per poi poter ritornare qui e seminare quello che di nuovo ho imparato e crescere ancora.
“Solo il partigiano può difendere la propria terra, solo noi possiamo valorizzarla e farla crescere.
Contro lo stereotipo di una Puglia povera di cultura, che manca di soldi e pensieri!
Il treno è partito: qualcuno è rimasto.”
di Giuseppe R. Panico
Le specie viventi che popolano i mari sono tante, alcune ancora sconosciute. D’estate sul mare si affollano anche le specie umane. Secondo la teoria dell’evoluzione di Darwin, queste discendono dalle scimmie che lasciati gli alberi e diventati bipedi, si diffusero in tutto il mondo. Si civilizzarono, divennero più forti e potenti solo i gruppi di “homo sapiens” capaci di adattarsi ai diversi ambienti e di utilizzarne le risorse. Alcuni si limitarono al territorio circostante e lì rimasero, fra capanne e caverne o, più al sicuro. su alte rupi.
Altri raggiunto il mare, laghi o fiumi, ne compresero le potenzialità e, utilizzando gli alberi dai quali erano prima discesi, costruirono piroghe, canoe, zattere etc. Impararono a pescare, poi a navigare ed occuparono tutte le terre emerse. Coloro che si insediarono lungo le coste, progredirono più rapidamente, svilupparono una più dinamica mentalità e ben difesero la loro più florida economia e più avanzata civiltà
. Prevalse l’attitudine a lavorare come “team”, o come “equipaggio su una stessa barca” ove ognuno ha un suo ruolo per pescare, navigare, dare sicurezza e “fare impresa” e ricchezza. Il mare dunque quale colonna portante e stimolo economico per una strategia politica che dura da millenni. Oggi più di ieri, le nazioni si battono per questo, dalla Russia di Putin che sostiene la Siria in guerra per poter dominare il Mediterraneo attraverso i suoi porti, alla guerra diplomatica della Bolivia contro il Cile per avere un accesso sul Pacifico, alle Marine Militari a protezione degli interessi nazionali.
Nel suo piccolo, la nostra Tricase, più che evoluire sul mare o verso il mare, sembra invece ancora arroccata sulla sua rupe (93 m sul mare) nell’entroterra, come se fosse abitata, se non da “montanari”, da “collinari” che per il mare hanno ancora un timore ancestrale o da “galleggianti” che d’estate si calano lentamente in acqua e rimangono nello stesso posto o attaccati allo stesso scoglio. Se una medusa è all’orizzonte, come un tempo “li turchi”, non si difendono eliminandola o allontanandola, ma risalendo la scogliera o rifugiandosi sulla rupe.
Ben poco si attivano verso l’economia e la cultura del mare e, avendo ben poco d’altro, continuano ad emigrare ed impoverirsi. Pochi sono i “natanti” che, oltre a galleggiare, sanno pure ben nuotare lungo costa o verso altri vicini lidi, grotte ed anfratti e, non di rado, con maschera e pinne, vanno a conoscere anche il mondo sommerso. Più “avventurosi”, interagiscono spesso fra loro per un pur limitato sviluppo sul mare. Ma mancano più audaci e preparati “navigatori” che, oltre a conoscere sé stessi ed i propri limiti, conoscono venti e correnti, vele e motori, porti ed approdi, onde e flutti, altre usanze e culture, povertà e ricchezze. Vigili ed attenti al mutare degli elementi naturali e degli umani eventi, prima che ad altri, danno fiducia alla propria conoscenza ed esperienza.
Sono coloro che da sempre popolano il mare e la sua storia; sono gli Ulisse dalle tante avventure, gli Argonauti in cerca del vello d’oro, i Colombo, i Magellano, i Verrazzano etc. scopritori, di nuovi mondi, nuove rotte e nuove economiche. Rappresentano un avanzato insieme di audacia, conoscenza e lungimiranza ed hanno aperto super strade verso ciò che oggi chiamiamo globalizzazione e progresso. Dai Fenici ai Vichinghi, dai Veneziani ai Genovesi, dalle triremi alle galee, dalle paranze alle caravelle, hanno gettato un ponte su quel mare che prima divideva trasformando in ricchezza ciò che era prima solo un pericolo. E una moderna ricchezza è oggi il turismo sul mare o costiero, la più importante risorsa che, nella nostra povera situazione geografico-economica, potremmo ben più sviluppare.
Ma il nostro passato, sia prossimo che remoto, dal mare ci ha addirittura allontanati. Con un depuratore a far da trincea verso la costa, oggi ancor più in ampliamento, poi con tantissimi vincoli costieri, poi con il parco Otranto -Leuca, poi con una cultura ecologica fattosi nuova ideologia politica e, come tale, utile a pochi e funesta per tanti. Tutto limita, tutto vieta, tutto ritarda e impedisce e nulla semplifica se non la mummificazione o l’abbandono del territorio costiero.
E così anche lo sviluppo sostenibile, ancor privo di un qualsiasi programma, rimane aria fritta sulla bocca dei tanti. Forse ci manca il saper “navigare”, il saper scegliere una valida rotta, o finanche il saper sognare, se non come equipaggio verso un gradevole porto, come comunità verso un valido obiettivo. Da “collinari”, “galleggianti”, poco “natanti” e per nulla “naviganti”, continuiamo, a inviar suppliche ai potenti, ad addossar loro le colpe della nostra impotenza, delle nostre incertezze e delle nostre pavidità, anche nel maturare ed esternare semplici ipotesi di sviluppo.
Di suppliche a Bari, a Lecce ed ai potenti forse ne servirebbe una ben forte, decisa e condivisa: quella di allentare sul mare e sulla costa vincoli e burocrazia e permetterci e non più negarci un più avanzato futuro turistico e residenziale, fonte di lavoro e progresso. Se non più con un povero Piano Coste che, privandoci di tanti posti-barca (a Marina Serra), non ha saputo darci in più nemmeno un pubblico posto-auto, né un pubblico bagno, con almeno un buon Piano Regolatore per le due marine.
Ormai da tempo in itinere, ma ancora dagli ignoti o “secretati” contenuti.