Tanto pubblico sulle strade salentine, con tifo da stadio. Questo è stato il 25° Rally Città di Casarano, gara programmata dalla Scuderia Casarano Rally Team. Si è disputata questo fine settimana, con la vittoria assoluta di Gianluca D’Alto e Mirko Liburdi a bordo di una performante vettura, la Skoda Fabia R5.

Ad essere presente anche la Scuderia automobilistica tricasina, la Salentomotori, che a denti corti ha saputo difendere i propri colori. A partire dal forte pilota ruffanese, Mauro Adamuccio accompagnato alle note da Salvatore Tridici, che fin da subito hanno attestato il loro passo. Già dalla prima prova speciale, la Pista Salentina il duo era partito all’attacco, marchiando un quarto posto assoluto, dove la loro Peugeot 207 super 2000 si è riscontrata inferiore alla categoria R5. Sulla prima prova della domenica, “Palombara”, Adamuccio parte con le buone intenzioni, recuperare quello che aveva perso in pista il giorno precedente, ma una piccola sbavatura gli fa perdere del tempo e, conclude ancora una volta al quarto posto assoluto. Si inseguono le successive prove speciali, Adamuccio non ci sta e incrementa il suo passo, riuscendo a conquistare il terzo posto fino alla penultima prova speciale, con alle spalle il barese Franco Laganà con una Ford Fiesta R5. Ad inizio dell’ultima prova speciale, Adamuccio decide di governare la sua terza posizione, ma che alla fine la vedrà svanire per soli 6decimi da Franco Laganà. Un meritatissimo quarto posto assoluto, primo di classe e di gruppo per l’equipaggio Adamuccio e Tridici.

Gara Test per l’equipaggio Tommaso Memmi e Monica Cicognini, a bordo di una Ford Fiesta R5, sono riusciti a collocarsi nella top-ten con un nono posto assoluto, sesto di classe e di gruppo. Sicuramente le aspettative di Memmi erano diverse, ma in fase di gara ha deciso di istruirsi al meglio sulla vettura, di trovare il giusto feeling e di dedicarsi al giusto setup e al al proprio stile di guida, tutto questo in virtù del prossimo Rally del Salento.

Il pilota di Salve, Albino Pepe coadiuvato da Davide Rizzo ha dovuto lottare per restare in gara, dove la sua Peugeot 306 Kit ha espresso noie meccaniche fin dall’inizio, con problemi ai freni che non si sono potuti risolvere, nonostante l’impegno prestato in assistenza. Dopo tutto ha portato a casa un meritatissimo 15° posto assoluto, sesto di gruppo e primi di classe.

Una gara di pregio per il pilota Luca Negro accompagnato da suo fratello Nicola, che a bordo della piccola Renault Twingo R2B del Team Trodella, si è aggiudicata la 22esima posizione assoluta, un 11° di gruppo e secondo di classe, nonostante una foratura in prova.

Gara combattuta per Pasquale Protopapa e Sandra Ruberto, che con la loro piccola ma prestante Peugeot 205 del Team Giusy Historic, si sono aggiudicati la 24esima posizione assoluta, un 4° posto di gruppo e un 2° di classe; nonostante hanno perso un bel po’ di margine dal primo di classe proprio alla prima prova speciale, ritardati con problemi ai freni.

Grande soddisfazione per il driver Donato Parrotto, accompagnato sul sedile di destra dalla toscana Cristiana Morbidi, una gara senza sbavature, che gli ha premiati al 30° posto assoluto, al 4° posto di gruppo e 1° di classe; penalizzati di 40secondi a causa del traffico insistente sul trasferimento.

Gara sfortunata per il pilota Antonio Russo, ancora una volta navigato dal suo fidatissimo amico Gabriele Sorrone, dove alla prima prova speciale della domenica hanno dovuto tirare i remi in barca per la rottura di un semiasse.

La gara casaranese si conclude con il rammarico per non aver raggiunto il podio per soli 6decimi, ma la soddisfazione di aver portato a casa dei grandissimi risultati, questo promette bene per le future gare che tutti gli equipaggi dovranno affrontare nell’attuale stagione agonistica.

Il presidente Antonio Forte e il DS Paolo Potera si ritengono soddisfatti per il traguardo raggiunto, ma ora si pensa già al prossimo Rally del Salento, che farà ritorno il driver Francesco Rizzello a bordo di una WRC.

   

di Pino Greco

Erano i primi giorni dello scorso dicembre, giorno 2 precisamente.

L’ufficio del Giudice di Pace di Tricase è nuovamente a rischio chiusura: il possibile epilogo è dietro l’angolo e potrebbe avverarsi nei prossimi mesi, quando la sede giudiziaria si troverà a dover fare a meno di un cancelliere: Fernando Melcarne, dipendente del Comune di Tiggiano, figura indispensabile per il funzionamento dell’ufficio giudiziario, andrà infatti in pensione. L’ufficio del Giudice di Pace di Tricase abbraccia un comprensorio vasto: ben otto comuni ( Tricase, Castro, Diso, Miggiano, Montesano, Specchia,Tiggiano e Andrano) che concentrano i propri contenziosi nella sede del Giudice di Pace di Tricase.

Tutti i professionisti intervenuti all’assemblea di fine anno 2017, incontro tra avvocati e sindaci interessati, hanno ribadito che l’assenza di un cancelliere comporterebbe la soppressione dell’ufficio giudiziario del territorio, che già negli anni ha visto negarsi la sezione distaccata del Tribunale di Lecce.

Siamo ai nostri giorni, è martedì 24 aprile. “ L’appello: serve nuovo cancelliere” è stato adeguatamente evidenziato dagli Avvocati del Mandamento. Infatti, in data odierna presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Tricase si sono riuniti gli Avvocati del Mandamento al fine di discutere la paventata imminente chiusura dell’Ufficio, unico ed ultimo presidio di legalità sul territorio, da cui deriverebbero certamente gravi ricadute negative per i cittadini in termini socio-economici.

All’unanimità i presenti hanno deciso di proporre ai Sindaci del Mandamento di Tricase, comprendente anche i Comuni di Andrano, Castro, Diso, Miggiano, Montesano Salentino, Specchia e Tiggiano, una riunione urgente al fine di proporre, nelle sedi istituzionali, le eventuali e possibili soluzioni onde ricoprire la funzione di Cancelliere che prossimamente diverrà vacante.

Ad ogni buon conto, gli Avvocati riunitisi, proporranno ai Sindaci del Mandamento, una possibile soluzione formulando una proposta concreta.

 

E’ uscito il 6 aprile, La Fame Chimica, primo singolo in italiano di WEPRO.

Una biografia sonora con cui l'artista tenta di rappresentare la sua generazione.

Partendo da un momento di nudità ed esposizione totale come quello generato dalla distorsione dell'alcool e della droga, si racconta di un sentimento generazionale di individui abituati al lottare per ritagliarsi uno spazio di possibile.

Della solitudine che si può provare in questo percorso e del senso di frustrazione del vedere sempre tutto troppo lontano.

WEPRO è il progetto di Marco Castelluzzo

Un viaggio interiore dell'artista che sintetizza nella sua produzione musicale e visiva. La caratteristica è la commistione tra musica e cinematografia. Ogni brano è accompagnato da videoclip molto vicini a dei veri e propri cortometraggi, e anticipato da uno short video recitato, in cui l'artista rivela velatamente la trama del video.

Il fine è quello di raccontare delle vere e proprie storie, quasi sempre autobiografiche, utilizzando un concept nuovo e inedito, probabilmente non ancora sperimentato nello scenario nazionale.
Il sound è quello di un progetto a metà tra il rock e il pop, con forti influenze dell'indie più elettronico, ma le sfumature sono in continua mutazione, per permettere di spaziare le sonorità in direzioni più disparate, sperimentando e non rimanendo delineato in un unico contenitore sonoro.

Questo senza perdere mai la credibilità e l'identità artistica.
La produzione musicale e quella video è di Marco Castelluzzo ma si avvale della collaborazione di Matteo Costanzo sulla parte elettronica, e Giuseppe Taccini come tecnico del suono. Alle batterie Danilo Menna e Nico D'Angiò al basso. Alla realizzazione dei video e alla fotografia ha collaborato Federico Toraldo.

Marco Castelluzzo, classe '93 nasce e cresce a Depressa,

un piccolo paese nel basso Salento.

A 13 anni fonda la sua prima band i "The Wedding Project", di cui sarà frontman e chitarrista. La band partecipa a festiva ed eventi di rilievo e divide il palco con il cantante folk Uccio Aloisi. Parallelamente ai The Wedding Project, Marco porta avanti il progetto da solista. Nel 2010 infatti, viene notato da Disney e scelto non solo come cantante per la colonna sonora del film Rapunzel ma anche per apparire nella serie In Tour in onda su Disney Channel.

Nel 2012 registra il suo primo album, di cui è autore e compositore, con alcuni dei turnisti più importanti della scena internazionale tra cui Phil Palmer, chitarrista per Bob Dylan, Robbie Williams, Lucio Battisti, Eric Clapton (tra i tanti) e il bassista Phil Spalding (Elton John, Kylie Minogue, Mick Jagger)

Nel 2014 si traferisce negli Stati Uniti e inizia i suoi studi di Scrittura e Produzione Contemporanea al Berklee College Of Music di Boston, dove poi riceverà anche una borsa di studio per merito.
Nel 2015 Marco dà vita al suo progetto solista Wepro.
Rilascia gli autoprodotti "The White EP" e "The Black EP", e dopo aver suonato per mesi nei clubs più importanti di Boston e New York (Great Scott, The Bowery Electric, Hard Rock Cafe Boston, The Middle East per citarne alcuni) ed essere stato invitato a esibirsi in uno showcase per la famosissima Major Columbia Records, decide di tornare in Italia.
Nel 2016, durante il suo Tour Italiano, apre il concerto a Frankie hi-nrg mc, davanti ad un pubblico di 50mila persone.
Attualmente Marco è anche cantante e autore che collabora con Mediaset, Real Time e altri Artisti. Ha da poco scritto il testo della colonna sonora della serie TV L'isola di Pietro con Gianni Morandi ed è uno degli Autori e Compositori delle musiche della serie TV Love Dilemma andata in onda nel Gennaio 2018 su Real Time.Il 6 aprile 2018 esce il suo primo singolo in Italiano come Wepro.

 

di Ercole Morciano

La pubblicazione sui quotidiani locali ( Gazzetta del Mezzogiorno e Quotidiano del 30 marzo) della situazione economica della provincia di Lecce (fonte: Osservatorio D. Stasi, Quotidiano 30.3.18, pp. 10-11), come emerge dall’elaborazione dei dati dell’Agenzia delle Entrate (redditi 2017), non può lasciare indifferenti, specialmente noi del Capo di Leuca che abbiamo storia, cultura, tradizioni ed economia in comune.

Ho sperato che altri: esponenti di istituzioni-enti-partiti-movimenti-sindacati-associazioni professionali o di categoria, non per piangerci addosso, prendessero posizione pubblicamente con proposte concrete di coinvolgimento o di azione. Nessuno purtroppo l’ha fatto (se sbaglio correggetemi) e pertanto ho deciso di scrivere io qualcosa, da semplice cittadino, pur iscritto ad un partito politico, il PD, nel quale nessuna riflessione a riguardo risulta al momento essere stata fatta.

Una prima riflessione è richiesta dalla posizione generale della provincia di Lecce che, in confronto alle altre provincie d’Italia, risulta sprofondata nella parte più bassa della graduatoria nazionale. E questo già crea un problema politico di giustizia sociale e di stringente attualità che richiama le responsabilità di quanti hanno il dovere istituzionale di analizzare, studiare, riflettere e proporre, anche alzando la voce, se occorre; e mi riferisco in primis al mondo politico-amministrativo, ai partiti e movimenti. Il dovere di riflettere spetta agli enti pubblici; da quelli finalizzati alla formazione a partire  dall’università, a quelli economico-finanziari; dai mondi della produzione e del lavoro, comprese quelle delle professioni fino alle libere aggregazioni che la nostra Costituzione valorizza come corpi intermedi.

La Chiesa stessa, che condivide «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce» con l’umanità nella quale è immersa, non mancherà di dare il suo autorevole  contributo in questa drammatica contingenza che caratterizza  qui  e ora il territorio provinciale. Un crono-programma che, pensato e gestito dalla Provincia, come organo politico amministrativo di coordinamento sovracomunale, dovrebbe concludersi con una proposta operativa  unitaria di sviluppo, da sostenere con l’impegno di tutti i rappresentanti  istituzionali ai livelli superiori (Consiglio regionale, Parlamento, Consiglio europeo).

Il mio abbozzo di riflessione però riguarda principalmente Tricase e il Capo di Leuca, l’estremo sud del Salento. Dall’analisi dei dati, esposti sugli organi di stampa, emerge chiara un’altra, ancora più amara, considerazione. All’interno della provincia di Lecce si conferma un ulteriore divario nord-sud:

l’area più povera del Salento siamo ancora noi, quelli più a sud, quelli del Capo.

Se osserviamo i dati esposti nelle tabelle ci  accorgiamo che quasi tutti i comuni del Capo di Leuca e dintorni ricadono nelle due ultime fasce di reddito, quelle più povere, rispetto alle 5 totali. Nell’ultima, dal n. 54 al n. 97, per redditi compresi tra 0 e 12.000 € troviamo i comuni di Acquarica del Capo (97), Morciano di Leuca (95), Supersano (94), Taurisano (93), Presicce (92). La penultima fascia, la IV, che comprende i comuni per redditi compresi tra12.000 e 14.000 € troviamo Gagliano del Capo (91), Ugento (88), Salve (87), Ruffano (85), Corsano (82), Patù (78), Specchia (69), Castrignano del Capo (63), Alessano (58). Nella III fascia, con redditi tra 14.000 e 15.000 € vi sono Montesano Salentino (48), Miggiano (46), Tiggiano (44). Andrano (23), con Castro (18) e Diso (17) si trovano tra i comuni della II fascia con redditi compresi tra 15.000 e 16.000 €.  L’unico comune del Capo compreso nella prima fascia (reddito superiore a 16.000) è Tricase (11), seguito all’ultimo posto da Gallipoli (12), mentre Casarano, l’altro centro più popoloso del Sud-Salento, si attesta al n. 45 nella III fascia. Nella prima fascia, al primo posto vi è Lecce, seguita da Maglie, Cavallino e altri centri del centro-nord della provincia.

Fin qui la serie dei dati aggregati secondo le fasce di reddito ufficiali,  ma altre considerazioni si potrebbero fare sul probabile, preoccupante futuro del nostro territorio, se si comparassero i dati economici con quelli demografici. I saldi sull’andamento della popolazione presagiscono un futuro fatto di spopolamento; di esodo di giovani cresciuti e laureati con i sacrifici delle nostre famiglie e destinati ad arricchire altri territori in Italia e fuori: un circolo vizioso che condannerebbe i nostri paesi, partendo da quelli più piccoli, a svuotarsi sempre di più, a diventare per lo più “dormitori” di assistiti e di pensionati, come già si può rilevare in alcune aree, quelle poste più sud del sud.

Ecco perché non possiamo tacere. Dobbiamo invece, ciascuno nel proprio ambito, premere affinché ci sia una riflessione comune sulle cause della nostra povertà e sui destini del Capo di Leuca. Allora chi ricopre ruoli istituzionali ai vari livelli, chi già è dirigente o semplice iscritto ad un partito politico o a un movimento, ha secondo me il diritto-dovere di non stare in silenzio;  questo è pure il momento che, chi ha a cuore il destino della nostra terra, non deleghi altri, si impegni in prima persona in un partito o movimento conforme – se non in tutto almeno in parte – ai propri ideali e contribuisca responsabilmente e direttamente  a costruire insieme con gli altri il futuro comune .

Ferma restando l’urgenza e l’opportunità di riflettere all’interno delle varie realtà esistenti nella nostra città , il Comune di Tricase potrebbe pensare alla convocazione di una prima conferenza di sindaci del Capo di Leuca per stabilire insieme un percorso che porti a un progetto di sviluppo e rinascita del nostro territorio, condiviso dalle  popolazioni e da far valere nelle sedi opportune attraverso i rappresentanti istituzionali eletti. Tutto ciò potrebbe riempire di contenuti preziosi il tempo presente nell’attesa che si formi il Governo ed avere così il quadro istituzionale completo col quale potersi confrontare.

 

di Maria Assunta Panico - Consigliere Comunale

Egregio Direttore, scrivo, dopo aver letto nel precedente numero l’intervista all’Ing. Vito Ferramosca, per dettagliare e contestualizzare il percorso politico-amministrativo che ha interessato il Parco cittadino affinchè tutti possano essere informati. La realizzazione del parco in zona Lama, i cui lavori sono quasi terminati, discende dalla pervicacia e perseveranza della passata    Amministrazione che si è, con impegno, battuta per la realizzazione dello stesso. Come già indicato dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico, la realizzazione del parco è il risultato di un complesso iter progettuale, avviato dall’Amministrazione Coppola, di cui ero componente di Giunta, che ha fortemente voluto e perseguito l’intero iter, prima urbanistico e poi realizzativo del parco.

Non è stato semplice far rivedere al Commissario ad Acta, nominato dal TAR, il progetto che era stato dallo stesso Commissario approvato con deliberazione del 10 novembre 2011 e che prevedeva proprio ove ora sorge l’area attrezzata a verde la possibilità di edificazione. Grazie alla Conferenza di Servizi, del 18-07-2013, promossa dal Comune presso la Regione Puglia alla presenza del Sindaco Coppola, dell’Assessore Regionale Barbanente, dei proprietari delle aree, del Commissario ad Acta e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, è stato possibile avviare il procedimento di variante del piano particolareggiato già redatto.

Il nuovo studio è stato condotto in maniera tale da ricomprendere sia le aree oggetto della ritipizzazione urbanistica sia di quelle ad essa adiacenti. Ciò ha portato ad ottenere un disegno urbanistico integrato delle aree edificabili e di quelle per standard che sono successivamente state armonizzate con atti amministrativi di competenza del Commissario, della Regione e del Comune come di seguito elencati: con Deliberazione del Commissario ad Acta del 15-11-2013 è stata adottata la variante alla strumentazione urbanistica comunale per l’area; con la Determinazione del Dirigente Regionale n.330 del 21-10-2014 è stato dichiarato concluso il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS); con la Deliberazione della Giunta Regionale n.1112 del 26-05-2015 la variante è stata approvata con prescrizioni; con la Deliberazione della Giunta Regionale n.2078 del 21-12-2016 la variante al Piano di Fabbricazione per ritipizzazione delle aree di proprietà Bentivoglio è stata approvata in via definitiva.

Mentre procedeva l’iter per l’acquisizione della formale variazione urbanistica dell’area, con Deliberazione della Giunta Comunale n.104 del 15-04-2016 si esprimeva l’atto di indirizzo al Responsabile del Settore LL.PP per la redazione di un progetto preliminare relativo alla realizzazione del parco cittadino per l’importo disponibile di Euro 600.000. Con successiva Deliberazione della Giunta Comunale n.203 del 12-08-2016 si procedeva all’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economico dei lavori da finanziare per Euro 200.000 con fondi comunali e per la rimanente parte di Euro 400.000 mediante la contrazione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. In seguito con Deliberazione della Giunta Comunale n.297 del 06-12-2016 è stato approvato il progetto esecutivo del primo lotto funzionale di via Pirandello e con la determinazione del Responsabile del Servizio n.68 del 30-01-2017 si è proceduto all’affidamento dei lavori, mentre il secondo lotto in fase di completamento, all’interno dell’area Acait, ha visto l’approvazione del progetto esecutivo con la Deliberazione della Giunta Comunale n.69 del 16-03-2017.

E’ motivo di grande orgoglio verificare che l’impegno profuso all’epoca abbia portato i giusti frutti, la comunità di Tricase ha a disposizione un bel parco pubblico che viene concesso all’uso di tutti ed in grado di collegare parti nevralgiche della città. Un chiaro risultato dell’azione intensa e sinergica che abbiamo messo in campo sia a livello locale che regionale, riuscendo, con perseveranza, a creare un polmone verde cittadino impedendone l’edificazione disordinata, avallata da molti. Il parco testimonia la lungimiranza delle scelte fatte, quando il governo del territorio punta alla qualità della vita della collettività i buoni risultati ci sono e si vedono. Esso rappresenta l’esempio concreto di un’azione politica e amministrativa condivisa, attuata con impegno e con obiettivi chiari con una visione del territorio e della città improntata alla qualità ambientale ed urbanistica.  






IL MOTORINO CIAO  DI DON TONINO A TRICASE

 

Un gesto d’Amore…Un atto di riconoscenza verso tutta la comunità tricasina

Il motorino Ciao di don Tonino a Tricase

Presso “ il tempio” sito in via Tempio, sosta un’altro pezzo di storia di don Tonino

E’ il motorino Ciao, che centinaia di volte ha segnato il percorso , da gennaio 1979 all’estate 1982, da Alessano a Tricase e viceversa,

del nostro “ parroco”, che si apprestava a diventare pastore

Il dono è stato fatto dai familiari di don Tonino 

di Pino Greco

Alessano, venerdi 20 aprile 2018

IL SANTO PADRE: DON TONINO “ SEMINATO “ NELLA SUA TERRA…

 

Papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle, sono giunto pellegrino su questa terra che ha dato i natali a don Tonino Bello.

Oggi ho pregato sulla tomba del servo di Dio, una tomba che non si innalza monumentale verso l’alto , ma è piantata sulla terra, don Tonino “ Seminato” nella sua Terra, che ci vuole dire quanto è radicato in questa territorio.

Capire i poveri era la sua ricchezza, perché chi ama i poveri segue Dio.

Una chiesa povera rimane sempre sintonizzata sulle frequenze di Dio.

Don Tonino ci richiama a stare vicino ai poveri, lo feriva l’indifferenza, si preoccupava dell’incertezza del lavoro, non stava con le mani in mano agiva promuovendo la giustizia.

la famiglia di don Tonino

Ancora il Santo Padre : “Questa meravigliosa terra di frontiera “ Finis Terrae” che don Tonino chiamava “terra/finestra”, perché dal Sud dell’Italia si spalanca ai tanti Sud del mondo, dove “i più poveri sono sempre più numerosi mentre i ricchi diventano sempre più ricchi ”.

Siete una “finestra aperta, da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla storia”, ma siete soprattutto una finestra di speranza perché il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra, ma un’arca di pace accogliente per tutti

di Pino Greco

Venerdi, 20 aprile 2018. E’ tutto pronto per la visita di Bergoglio ad Alessano nel nome di don Tonino.

E’ il secondo Papa, dopo Ratzinger( 2008), che “ visita” il Capo di Leuca dopo solo 10 anni

ATTESA DEL PAPA DALLE ORE 7,00 ALLE 8,30

Attesa del Papa con preghiere,canti e testimonianze ( don Luigi Ciotti di LIBERA, don Salvatore Leopizzi di PAX CHRISTI) dalle ore 7,00 alle ore 8,30 ( arrivo del Papa)

Saluto del Papa a 20 ammalati

Delegazione che saluta il Papa rappresenta diverse categorie di persone e istituzioni.

Tra queste una famiglia di rifugiati dalla Siria,due giovani immigrati ospiti del Centro Accoglienza di Alessano

il palco che ospiterà il Papa

ALCUNI NUMERI

5 mila posti a sedere;

4 ettari per ospitare i fedeli;

150 giornalisti;

50 testate giornalistiche;

150 uomini delle forze dell’ordine;

250 volontari;

80 steward;

Attesa più di 20mila presenze.

I DONI OFFERTI AL PAPA

Offerta in denaro della comunità parrocchiali e della diocesi per le opere di carità del Papa;

Quadro in argento della Madonna di Leuca ( Diocesi);

Quadro in argento “ due angeli abbracciati” ( Comune di Alessano);

Ferula in legno di ulivo ( Fondazione don Tonino Bello);

Prodotti di artigianato locale;

Prodotti alimentari tipici del territorio ( olio,vino, dolci…)

Addobbo floreale del palco donato dal Comune di Taviano e dalla Aziende florovivaistiche di Taviano ( progetto del paesaggista Piero Tunno)

 

 

 

 

Per la scuderia Salentomotori di Tricase è giunto il momento di riaccendere i motori. Quasi tutto pronto per l’inizio stagione, in vista del primo appuntamento casalingo con il 25° Rally Città di Casarano, che si disputerà il 21/22 aprile. La stagione agonistica della Salentomotori non poteva iniziare nel modo migliore, con la figurazione di un Direttore Sportivo, un uomo sportivo di notevole conoscenza rallistica, il dott. Paolo Potera, che metterà a frutto la sua esperienza a tutti gli equipaggi.

Dopo una sosta di alcuni mesi, è arrivato il momento di stabilizzarsi e di concretizzare il programma di ogni equipaggio. Nella gara salentina, che sarà la prima del 2018, la maggior parte degli equipaggi della Salentomotori ha già dato la loro adesione.

Sarà una gran battaglia, dove, tra i favoriti alla vittoria assoluta troviamo proprio gli equipaggi della scuderia tricasina. Il già più volte vincitore del rally di Casarano, Francesco Rizzello che ritorna sulle prove speciali a bordo di una Skoda Super2000, coadiuvato dal suo affezionato Fernando Surano. Riflettori puntati proprio nella classe super2000, in quanto Rizzello dovrà sfidarsi con il suo conterraneo e compagno di scuderia, Mauro Adamuccio, vincitore delle due passate edizioni del Rally 5 Comuni, accompagnato da Salvatore Tridici, con una Peugeot 207 del Team Colombi.

A sfidare la categoria più combattuta, la R5, ci penserà Tommaso Memmi con alle note Monica Cicognini, a bordo di una Ford Fiesta. Passaggio di vettura per Albino Pepe, che al via della gara si presenterà con un due ruote motrici, la Peugeot 306 K11, accompagnato dall’alessanese Davide Rizzo. Cambio di categoria anche per Luca Negro e suo fratello Nicola, che dalla Renault Clio R3 passano alla piccola ma prestante Twingo R2B del Team Trodella. Ancora una volta, sui nastri di partenza si presenterà il già collaudato equipaggio Antonio Russo con Gabriele Sorrone, che dovranno sfidare con la Citroen C2 RS una categoria assai partecipata, la racing start. La coppia volante, Pasquale Protopapa e Sandra Ruberto ritornano sulle prove speciali dopo un anno di fermo, con l’intenzione di portare a casa un bel successo, sfidandosi in classe A5 con la loro piccola Peugeot 205.

Occhi puntati sul driver Donato Parrotto, leggendario navigatore di Pasquale Fiorito (quest’ultimo impegnato alle note per Vincenzo Tortorici), che dal Rally di Casarano si schiererà con la toscanaCristiana Morbidi, nuova e talentuosa navigatrice, alla prima esperienza sul sedile di destra, a bordo della Citroen Saxo.

Entusiasta è il Presidente della Scuderia Salentomotori – Antonio Forte, colonna trainante della Scuderia Salentomotori, che sidichiara soddisfatto del lavoro fatto in questi mesi, dall’inserimento del Direttore Sportivo e dai programmi futuri che ogni equipaggio intende realizzare. Per informazioni utili sul Rally Città di Casarano, vi invitiamo a visitare il sito internet www.casaranorallyteam.it

 

di Ercole Morciano Cutrino Albione e Lutgarda Alfarano, pensionati, mi accolgono nella loro casa con affabile simpatia. Ci conosciamo da tanto tempo; loro per molti anni sono stati attivi nei Cursillos de cristianidad, un’associazione ecclesiale impegnata nella formazione del laicato cattolico. Molti sono i ricordi che i coniugi conservano nel loro cuore e in particolare quelli legati a don Tonino Bello quand’era parroco a Tricase.

Nella loro casa don Tonino capitava con una certa frequenza: il maggiore dei figli, Vito Antonio, di 18-19 anni era catechista, frequentava il liceo scientifico e si sarebbe iscritto a legge; la figlia, Eufemia, era alunna di don Tonino al liceo classico. È Lutgarda a parlare: «Con noi don Tonino aveva un bel rapporto, forse perché eravamo e siamo gente semplice. Capitava per esempio che si rivolgesse in dialetto: “Lutgarda, me tene fame, nunn’aggiu manciatu, damme ‘nna frasedda o ‘nnu taraddu cullu pummidoru”. Ed io preparavo il piatto che lui voleva consumare sul tavolo della cucina” in modo famigliare.

I rapporti di don Tonino con la famiglia Albione continuarono anche dopo la nomina a vescovo di don Tonino e il suo trasferimento a Molfetta. Vito Antonio Albione, divenuto intanto avvocato e residente a Lecce con la sua famiglia, conserva di don Tonino lettere e libri con dedica e soprattutto alcuni ricordi personali. «Avevamo scelto don Tonino, Maria Luisa ed io, per le nostre nozze – mi dice per telefono Vito Antonio da Lecce – ma in quel periodo, era maggio del ’92, don Tonino si dovette operare presso l’ospedale di Gagliano per la sua malattia. Ho vivi nella memoria vari ricordi; quello che emerge spesso nella mente come un flashback e sul quale torno a riflettere, riguarda un fatto avvenuto tra fine maggio e primi di giugno del 1980 o del 1981.

Eravamo don Tonino ed io a S. Maria Leuca per un incontro al santuario; la stagione era già buona per il bagno al quale avevamo già pensato prima della partenza. Alla fine della riunione con don Tonino, che aveva sempre in macchina le pinne, ci portiamo alla banchina del porto che allora era formato da un solo grande bacino. Ci tuffiamo in acqua e dopo qualche bracciata mi accorgo che sullo specchio d’acqua affiorano, spinte dal vento o dalle correnti, molti gruppi di meduse, di quelle violacee e particolarmente urticanti. Avendo io già fatto esperienza dolorosa di contatto con le meduse, grido a don Tonino di fermarsi. E don Tonino che mi dice? “Non preoccuparti Vito, vieni dietro a me”; io con molta fiducia lo seguo e tutto va per il meglio nella lunga nuotata che egli soleva fare».

Riprende la parola Lutgarda, una donna-moglie-madre dalla fede forte, alla quale la vita non ha risparmiato sofferenze, non solo fisiche, che lei ha sempre affrontato con “l’abbandono alla volontà di Dio”. «Era novembre 1991 – ricorda – e mia figlia Eufemia aveva avuto da 15 giorni il figlio Michele. Mi permise di portare il bambino a Molfetta, da don Tonino, per una benedizione speciale.  Quando giunsi col bambino nella cattedrale di Molfetta, don Tonino stava celebrando Messa; si accorse di me e mi fece un breve cenno.

Alla fine della Messa don Tonino si avvicina e mi accoglie. Io commossa gli dico il motivo della visita, lui mi guarda sorridendo e mi dice: “Benedicimi tu, tu devi benedire me”. In seguito volle che andassi col bambino in episcopio e mi donò un suo libro con la dedica, un altro me lo diede per mia figlia Eufemia e mi donò per lei una statua di ceramica che rappresenta una chioccia con i suoi pulcini. Michele crebbe bene e ora è medico». Per me - conclude Lutgarda – don Tonino è già santo e mi mostra i quadri che raffigurano don Tonino presenti nella sua casa quasi in ogni stanza.

 

di Giuseppe R.Panico Ancora un decennio fa quella discarica che, dal belvedere sulla litoranea, scendeva lungo il fianco del Calino fin quasi alla grotta Matrona ricordava la cascata delle Marmore. A guardare invece il panorama dall’alto, invitava, con i suoi miasmi, a scappar via, sia pur dopo una rapida foto. Era il benvenuto dal nostro litoraneo ingresso Sud a Tricase ove, già da molti lustri, si parlava di sviluppo turistico destagionalizzato. A ripulire quel fianco del Calino ci pensava un po’ la natura, prima biodegradando qualcosa, poi coprendo la monnezza con un po’ di verde primaverile ed infine, d’estate, complice qualche accendino o cerino, con qualche “spintanea focara”. Uno spettacolo estivo e suggestivo, non di rado con inediti air shows degli aerei antincendio. Tornato da poco dalle lontanissime Ande ad essere cittadino di Tricase ed a vivere fra le pendici di un Calino da discarica, la verde valle del Rio percorsa dalle acque reflue e i vicini fondali marini popolati da pochi pesci e tante insalubri alghe verdastre, ritenevo inconcepibile che, almeno per quella discarica, nessuno osasse dire o far nulla.

Nello stesso periodo, giù presso il santuario di Marina Serra, quella pubblica fontana frequentata da turisti, passanti e fedeli, nonché fonte d’acqua potabile per vicini contadini e villeggianti, veniva distrutta da un automobilista. Costui, arrivando da Tricase, invece di svoltare a destra o a sinistra, decise di tirar dritto e tirar forte. Costrinse così tutti a dire addio alle chiare, dolci e fresche acque, ma, essendo un primario bene pubblico, si sperava per poco. Purtroppo, come per il belvedere, poco importava alle preposte autorità e poco importava a tutti. Poco sembrava importare anche a Santa Madre Chiesa per il suo muretto distrutto accanto alla fontana.

Forse non importavano nemmeno i salaci commenti dei turisti in transito o dei clienti dell’adiacente bar. Passarono circa due anni e, quasi ogni giorno, passavano davanti autorità e funzionari competenti a risolvere il caso, ma anche loro tiravano dritto verso altre mete. Il Volantino pubblicò più volte qualche mio pezzo e più volte feci anticamera dal Sindaco. Ottenni al fine di vedere al belvedere alcuni paletti con una rete a maglie larghe, in modo da non disturbare le fotografie di chi con sé volesse portare il ricordo di quel nostro splendido panorama. La fontana invece, dopo così lunga attesa senza un “like”, nemmeno da chi, rimasto senza acqua, poteva di nuovo brindare almeno alla sua salute, fu riparata ed il muretto pure.

Ma, vicino a quel bel santuario sul mare, pare vi sia da tempo un diavoletto che, oltre a regalarci furti e vandalismi nella cappella e nuovi incidenti automobilistici, si diletta a far le pentole ma non i coperchi. Permane infatti, da allora, lo squallore di una fontana, pur funzionante, tanto malmessa e con contatore privo di…coperchio, mentre il belvedere, ritornato ad essere preda dell’incuria, non è certo ora degno di tal nome.  Correvano le ultime feste di Natale, un decennio era passato, e un altro automobilista decise, allo stesso incrocio, di “tirar dritto”. Lasciò sulla dritta la povera fontana, fece a pezzi il muro della scalinata e la scalinata fu chiusa. Venne Pasqua di “resurrezione” e quel muretto, finalmente risorse senza bisogno (almeno da parte mia) né di anticamere dal Sindaco, né di nuovi pezzi sul Volantino. Ora anche i novelli sposi, con compari e comari d’anello ed amici/amiche da bar o da letto, possono ridiscendere quella bella scalinata fronte-mare, resa ormai così spesso nuziale. Si potrebbe dir quasi che, come “pronto soccorso” nei lavori pubblici, andiamo più forte.

Ma se poi a quell’incrocio si gira a destra e si scende giù fino alla torre di Palane, transenne, incuria e squallore sembrano ormai il “decoro” permanente di quel sito meraviglioso. Se poi si torna indietro e ci si avventura verso quell’impervio e sporco sentiero che porta fino alla grotta Matrona, lo squallore non cambia. Dalla nostra ultima torre alla grotta sarebbe (da decenni) uno stupendo lungomare o passeggiata di circa un km, con capolinea da un lato la nostra storia contro i “mamma li turchi” e dall’altro la nostra natura costiera con la grande grotta e il promontorio del Calino con intermezzo di piscina, porticciolo e cavità costiere recintate ora da rugginosi e cadenti paletti. Forse a quel diavoletto, a sentir parlare di “vocazione turistica” e “destagionalizzazione”, gli scappa da ridere. Se poi si sposta a Tricase Porto, può vedere le transenne sulla banchina, ormai lì da quasi un anno, dopo essere state per tanti anni sulla opposta banchina sotto il costone.

Pare siano lì a proteggerci, non più dalla caduta massi, ma dalla caduta delle pesanti travette in marmo che sostengono il famoso muretto, con i suoi tanti giovani ospiti. Forse meglio tenere in mano, più che una birra, un rosso cornetto e ingaggiare un capace esorcista. La Giornata Nazionale del Mare, 11 aprile, istituita da poco e per legge per incentivare (anche nelle tante scuole di una Tricase sul mare) lo sviluppo, sociale culturale ed economico è già passata. Ma Forse vi è ancora tempo per una giornata al mare di un Consiglio Comunale che con scarpe comode ed occhio attento, vorrà farsi un bel giro sulla costa e rendere possibile anche l’impossibile. Se lo facessero, senza mala voglia o mal di schiena, anche tantissimi cittadini, sarebbe proprio un bel giorno sul mare.

 

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