di Alessandro DISTANTE

“Una ingiustizia trascurata diventa una ingiustizia al cubo che prima o poi esplode”. E’ questo uno dei passaggi dell’intervista che abbiamo fatto a Lucia Goracci e che pubblichiamo su questo numero. La Goracci fa riferimento al conflitto israelo-palestinese, ma quella frase può essere altrettanto vera se pensiamo ai proclami e agli editti del nuovo presidente degli USA, quel Donald Trump che al primo posto, oltre che l’America, mette la guerra agli immigrati irregolari e ai figli degli immigrati anche se nati negli Stati Uniti. Un mio amico ha raffigurato, in una vignetta, la statua della libertà con le valigie, simbolo ormai inutile in un Paese che ha dimenticato le storie di immigrazioni e di integrazioni e che ha dimenticato che la sua storia nasce per merito e per colpe di immigrati europei sbarcati lì sul finire del 1.400.

E’ mai possibile pensare di impedire un fenomeno naturale e necessitato quali sono i flussi migratori? Le immigrazioni sono una realtà ed è impensabile ipotizzare una difesa, ci ha ricordato Umberto Galimberti a conclusione della bella iniziativa promossa nei giorni scorsi, a due passi da Tricase, dalla Fondazione Pietro De Francesco.

Ed allora, se è vero che un giornale come il nostro non può certo cambiare le sorti della storia e non può certo influire sulle opinioni di Trump, che è ben supportato (e foraggiato) dalle opinioni e dagli interessi dei vari patron dei social, è altrettanto doveroso prendere posizione e dire, con tutta la nostra flebile forza, che non crediamo in un Potere, più o (molto) meno democraticamente eletto, che pensa solo a se stesso, che pensa di risolvere i propri problemi chiudendosi al mondo a danno di milioni di poveri, creati dallo stesso modello di sviluppo del quale è portabandiera.

Sarebbe trascurare una ingiustizia che, prima o poi, esploderebbe. E questo sarebbe un danno inaccettabile ed enorme, anche per noi.

 

di Alessandro DISTANTE

E’ veramente una scommessa quella di uscire per un nuovo anno con un settimanale e, quando già si arriva al 28^ anno, la scommessa è ancora più grande.

Come Redazione ci siamo a lungo interrogati sulle ragioni de Il Volantino, sulla sua funzione di organo di informazione cittadino e di formazione di una coscienza civica. La linea editoriale è incentrata sui valori democratici della partecipazione, del dialogo che supera ogni conflittualità fine a se stessa, della responsabilità e della convivenza pacifica, dove la persona umana possa crescere nel suo ben-essere.

Un giornale, ci siamo detto, può contribuire a svolgere questa funzione.

Il Volantino non è un giornale di propaganda politica e come tale non può avere letture pregiudizialmente orientate a favore o contro, ma si offre come luogo di incontro e di confronto, come una “piazza cartacea” dove c’è libertà di espressione ed accettazione dell’altrui pensiero a condizione, ovviamente, che si persegua, con i propri scritti, il bene pubblico e non personale o di parte. Educarsi quindi al confronto, al dialogo per dare un contributo al processo democratico che deve essere alla base -almeno secondo noi- di una comunità di cittadini.

Se gli obiettivi sono chiari a tutti e da tutti condivisi, rimane da trovare le modalità e le forme per raggiungere quegli obiettivi.

La cadenza settimanale è un valido aiuto a pubblicare, più che notizie, riflessioni sulle notizie che, oggi come oggi, viaggiano sulle veloci strade della rete (social).

Tanto più necessario ci sembra un giornale di riflessione in un’epoca in cui c’è poco spazio per questa “arte”, tutti presi dalle sensazioni e dalle emozioni.

Ed ancora: un settimanale cittadino non può che avere ad oggetto la Città; eppure un cittadino può non riflettere su avvenimenti nazionali ed internazionali? Certo, per questo ci sono testate molto più autorevoli, eppure un giornale, per non essere provinciale, deve sapersi interrogare anche su temi che vanno oltre il localistico e, soprattutto, collegare il locale al globale. Per questo abbiamo pensato di ospitare, essenzialmente con interviste, autorevoli esponenti della realtà locale e nazionale, a partire dai nostri amici premiati.

Nel prossimo numero, tanto per cominciare, pubblicheremo un’intervista a Lucia Goracci, giornalista RAI impegnata da sempre sui fronti di guerra più caldi.

E poi -ci siamo detti in Redazione- dobbiamo dare spazio ai giovani e alle donne, soprattutto per avere una lettura della realtà da parte loro. Da qui l’invito ad entrare in Redazione.

Un’altra considerazione: proprio per spingere sulle riflessioni ed andare oltre la cronaca abbiamo deciso, per l’anno 2025, di privilegiare l’uscita settimanale del sabato, continuando tuttavia ad avvalerci del sito e del canale facebook per le notizie di cronaca oltre che per consentire, a chi ci segue da lontano o non può ritirare il cartaceo, di poter leggere il settimanale e i suoi articoli.

Non siamo così ingenui dal non esserci posto il problema economico-finanziario: nessun progetto può essere realizzato se mancano i soldi. Per questo dobbiamo ringraziare gli amici sponsor per merito dei quali, per tutti gli anni passati, siamo usciti e che ci danno forza per coprire le spese anche per il 2025.

Ed allora, riprendiamo ad uscire, chiedendo ai Lettori di sostenerci anche inviando contributi scritti che, da noi vagliati secondo il criterio della correttezza, della ricerca della verità e della rilevanza, verranno pubblicati.

 

Sabato, 18 gennaio torna il Volantino settimanale cittadino di Tricase.
28 anni de il Volantino.  

E’ veramente una scommessa quella di uscire per un nuovo anno con un settimanale e, quando già si arriva al 28^ anno, la scommessa è ancora più grande...

1 gennaio 2025

I nostri più affettuosi e sinceri auguri di buon Anno a voi e alle vostre famiglie

Tricase, 30 dicembre 2024

Apprendiamo con tristezza la notizia della scomparsa del caro don Donato Bleve.

Alla sua famiglia e ai suoi cari le più sentite condoglianze della redazione

Tricase, 31 dicembre – Piazza Pisanelli – Ore 21,30

CAPODANNO IN PIAZZA – Seconda Edizione: Giovani Adovos pronti a farci festeggiare!

La magia del Capodanno torna a illuminare il cuore della città con la seconda edizione del Capodanno in Piazza Pisanelli a Tricase, un evento Giovani Adovos.

“Vogliamo regalare al nostro paese un momento di aggregazione e festa”, hanno dichiarato, “il nostro obiettivo è creare un evento capace di unire la comunità, facendo leva sulla forza dei giovani e sullo spirito solidale che ci contraddistingue”.

Ad aprire le danze sarà la live band “Zingarua” a partire dalle 21:30 e a seguire un palco tutto al femminile con il dj set di Giulia Fracella e la voce di Lucia Golemi.

A deliziarci con le loro prelibatezze ci saranno: Macelleria Da Andrea, Eddy con i suoi arrosticini e bruschette con caciocavallo e poi Caffè Pisanelli, Farmacia Balboa, Creperia Movida, Gallone Real Pub e Pizzeria Borgo Antico.

L’evento, curato nei minimi dettagli dai Giovani Adovos, è un invito a festeggiare insieme, nel segno della musica e dello spirito di comunità. Non mancate!

Buon Capodanno a tutti!

Orchestra ARTISTICA INCLUSIONE in tour, QUANDO LA MUSICA APRE IL TUO CUORE!

L’ orchestra di fiati ARTISTICA INCLUSIONE è il frutto dell’omonimo progetto finanziato da Puglia Capitale Sociale 3.0 della Regione Puglia. L’orchestra è divenuta negli anni un punto di incontro per persone di ogni età in cui esprimere la propria voglia di fare musica, di stare insieme e divertirsi in un gruppo in cui ognuno trova il suo spazio ed ha la possibilità di fare nuove amicizie in un contesto estremamente inclusivo.

L’orchestra è aperta a tutti (bambini, giovani ed adulti) e grazie al contributo del Comune di Tiggiano c’è ancora la possibilità di assegnare diversi strumenti in comodato d’uso gratuito a quanti avessero voglia di cimentarsi con un’ esperienza indimenticabile dal punto di vista umano e musicale, la partecipazione alle attività  è gratuita.

Così Giovanni Calabrese, direttore artistico: “Terminate le attività legate alla “Settimana della Musica” sublimate dal concerto indimenticabile di Cristiano Burato, siamo pronti a vivere pienamente il periodo natalizio con il tour dell’ Orchestra ARTISTICA INCLUSIONE. Da sempre la nostra organizzazione si occupa di promozione della cultura musicale, di promozione del territorio e di inclusione sociale. Siamo fieri di aver potuto dare continuità al progetto anche oltre i termini burocratici, lo stiamo facendo con grande impegno da parte di tutti i partecipanti e grazie all’aiuto dell’Amministrazione comunale di Tiggiano.

Nel periodo natalizio abbiamo voluto dare un segno forte di presenza sul territorio e di impegno per lo sviluppo di iniziative di inclusione sociale, ringrazio il Direttore dell’orchestra M° Antonio Mastria che con grande disponibilità e slancio mette a disposizione  la sua pluriennale esperienza in ambito musicale. In questi mesi ha saputo creare un gruppo coeso generando entusiasmo sia tra i veterani che tra i nuovi arrivi. Ringrazio anche le Amministrazioni comunali di Tricase, Tiggiano ed Andrano oltre che i parroci che ospiteranno i nostri concerti. Queste le date che vedranno protagonisti oltre all’Orchestra anche il coro di voci bianche “Mozart” e Renato Elia in veste di voce narrante di testi ispirati alla tradizione natalizia:

29.12.24 - Chiesa S.Michele Arcangelo - Castiglione di Andrano, ore 18.30

03.01.24 - Sala del trono -Palazzo Gallone - Tricase, ore 18.30

04.01.24 - Chiesa S. Ippazio - Tiggiano, ore 18.30

05.01.24 – Confraternita M.S.S. Immacolata - S. Eufemia - Tricase, ore 18.30

Info: 3478022725 - www.scuoladimusicamozart.com

di Alessandro DISTANTE

Sabato 21, quasi vigilia di Natale. Nonostante tutto quello che accade intorno a noi, dalle guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza, dalle tristi scoperte in Siria alla crisi della Corea del Sud, dalla Palestina (Cisgiordania) e Libano al Sudan, nonostante i bambini che muoiono nel nostro Mare Mediterraneo colpevoli solo di cercare una vita migliore, nonostante tutto questo, le festività aiutano a recuperare spazi di serenità personale, familiare e cittadina.

Intanto in tutte le case fervono gli ultimi preparativi per il Presepe e per l’albero di Natale e cresce l’attesa per le sorprese sotto l‘Albero.

E sotto l’albero di Natale della Città di Tricase?

Troviamo la valorizzazione di alcune strade e stradine: da via Cittadella a via San Demetrio addobbate per la Festa. E’ una bella scoperta di angoli per lo più sconosciuti e di basolati tanto agognati. Finalmente si può passeggiare ed ammirare non solo le vetrine dei negozi ma anche i punti vendita occasionali di prodotti artigianali e natalizi.

Uno spettacolo bello e che “fa Natale”, in un clima rasserenante, grazie anche ai sottofondi musicali.

Sotto l’albero di Natale vi è poi la sorpresa di una serie di iniziative di vario genere organizzate e coordinate dall’Amministrazione Comunale. Il valore aggiunto è che vi è grande coinvolgimento di associazioni che, ciascuna per la sua capacità, dà un contributo di idee e di bellezza.

E poi come dimenticare il gioiello della tradizione tricasina e mi riferisco al Presepe vivente di Monte Orco? E’ giunto alla 43^ edizione ma non finisce mai di stupire. Dalla intuizione e volontà del Fondatore ad oggi, di anni ne sono passati ma la crescita c’è stata sempre, con la capacità di unire l’aspetto per così dire folkloristico a quello religioso, come accade con l’arrivo della Luce e come è testimoniato dalla udienza dal Papa.

Poi c’è ancora molto altro: dai laboratori per bambini di lettura e di ricamo, alla pista sul ghiaccio, ai concerti natalizi e non solo, oltre alla notte di Capodanno in Piazza.

Un’ultima importante sottolineatura: la partecipazione attiva delle Frazioni. Sia Depressa, con il Borgo in festa, che Lucugnano, con varie iniziative soprattutto a Casa Comi, completano il calendario delle offerte natalizie e per il Fine anno.

Peccato che ad oggi, mentre andiamo in stampa, sul sito del Comune non vi è alcuna notizia sulle manifestazioni natalizie. Peccato, anche perchè non sarebbe stato difficile propagandare le varie iniziative e sarebbe stato utile, specialmente se si vuole attrarre a Tricase un flusso turistico destagionalizzato. Rimane come augurio per il prossimo anno perché si deve sempre migliorare.

Buone Feste e Buon Anno nuovo!

 

 

INTERESSANTE INCONTRO CELEBRATIVO PRESSO L’AULA MAGNA DEL POLO DIDATTICO UNIVERSITARIO DELL’OSPEDALE “PANICO”                                     

 di Gerardo RICCHIUTO

Aderisco volentieri all’invito del Direttore ad informare i lettori sull’ “incontro celebrativo”  svoltosi nell’Aula Magna del Polo Didattico Universitario dell’ Ospedale il 6 u.s. organizzato dalla Pia Fondazione “Card. G. Panico”, in occasione del 57° anniversario di inaugurazione del nosocomio e “nell’anno del Centenario della nascita di Mons. Carmelo Cassati esecutore testamentario delle volontà del Card. G. Panico”. Per ovvi motivi di spazio non posso soffermarmi in modo esaustivo su tutti gli interventi.

La relazione iniziale è stata del Dott. F. Accogli, che  ha presentato il suo poderoso lavoro ”La luce ed il sorriso a Tricase e dintorni”, edito in ben cinque eleganti volumi contenuti in cofanetto e corredati di pen drive  ove vengono raccolti gli articoli comparsi nella stampa periodica locale (1961-2019),  riguardanti l’Oasi, l’Ospedale, il Polo Didattico Universitario, l’Hospice Casa di Betania e le Suore Marcelline. L’Opera, frutto di scrupolosa e puntuale ricerca sulla stampa locale, fornisce uno spaccato del percorso delle Marcelline a Tricase e delle tappe del nosocomio dalla sua fondazione ai giorni nostri. E’ utile fonte d’informazione per la comunità e per gli storici locali a beneficio soprattutto delle nuove generazioni.

E’ seguita la prolusione del Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Mons. V. Angiuli sul tema “Tracce per relazioni solidali” rivolta in particolar modo ai numerosi giovani studenti presenti del corso di laurea in infermieristica. Il Vescovo ha illustrato in particolare il concetto di “identità” importante elemento di coesione di un gruppo, di una comunità in ogni ambito, laico e religioso ed anche in quello sanitario.

Ha fatto seguito l’intervento di Suor Margherita Bramato, Direttrice Generale, che si è soffermata su “Il progetto del Card. Panico per l’Ospedale e il carisma delle suore Marcelline come evento fondativo e continuativo dell’Opera”. E’ emerso il suo continuo ed infaticabile dinamismo e la sua “curiosità a scrutare il futuro” che le permette di continuare a progettare e proiettare l’opera verso il divenire sulle ormai solide basi del passato e del presente.

La parte medico-assistenziale sul tema “Attualità dei percorsi di cura e prossimità alla popolazione salentina: Innovazioni in campo tecnologico, didattico e organizzativo” è risultata essere particolarmente interessante specie per coloro i quali non ne avessero conoscenza perché ha fornito una fotografia di come si procede nella diagnosi e gestione di diverse patologie, aderendo in modo opportuno alle più aggiornate linee guida tenuto anche conto delle  normative sanitarie, in team multidisciplinari in campo chirurgico-oncologico, cardiologico-interventista, radiologico, radiologico-interventista e nucleare, nonché chirurgico-vascolare ed urologico con l’utilizzazione di moderne ed avanzate tecniche diagnostico-operative garantite dalla professionalità e dedizione  del personale sanitario e dalla riconosciuta disponibilità ed attenzione dell’Ente a fornire e dotare le equipe delle più moderne e particolarmente costose attrezzature, quali i robot Da Vinci, utilizzati in ambienti dedicati e all’avanguardia.

Fiore all’occhiello dell’operatività chirurgica risulta essere la “sala ibrida” utilizzabile anche in contemporanea da diversi specialisti sullo stesso paziente permettendo interventi più sicuri e meno invasivi con migliori risultati diagnostici e prognostici.

E’ stato evidenziato dai diversi interventi che tali strumentazioni e modalità organizzative, sono attualmente disponibili e contemplate solo in pochissimi altri centri ospedalieri pugliesi. Non è stato tralasciato il ruolo fondamentale del percorso riabilitativo nel post-acuzie e nella cronicità e dell’assistenza garantita nella struttura Casa Betania, ai malati fragili, ai malati terminali e nell’ambito delle malattie neurodegenerative con risultati riconosciuti a livello nazionale.

L’ingegnere A. Coppola, tecnico della Fondazione, ha illustrato “I nuovi progetti strutturali” con particolare riferimento all’ultima stesura del progetto per il pronto soccorso che non prevede più l’utilizzo di suolo pubblico per la realizzazione della rampa di accesso. A questo punto tornerà utile al lettore precisare che il progetto per la costruzione di una nuova rampa di accesso al pronto soccorso è scaturito dalla necessità di ottemperare alla vigente normativa in materia, con la possibilità di partecipare da parte dell’Azienda al bando regionale che prevede  specifici fondi per gli ospedali classificati(quelli di San Giovanni Rotondo, Acquaviva delle Fonti e Tricase), strutture ospedaliere, è bene rimarcarlo, che pur di natura giuridica privata, offrono servizio pubblico negli stessi termini e modalità degli ospedali pubblici garantendo anche  il servizio di  Pronto Soccorso tutti i giorni dell’anno nell’arco delle 24 ore, pure se, come succede, dovessero superare il tetto di spesa previsto dalla Regione per l’attività complessiva svolta. E’ del tutto evidente quindi che questi sostanziali elementi caratterizzano e notevolmente differenziano gli ospedali classificati, no profit, da quelli privati puri, profit.

E’ intervenuto anche il Sindaco A. De Donno che, nel portare i saluti della Città, si è detto “orgoglioso” nel sentire personalmente apprezzare in contesti nazionali “l’eccellenza dell’ospedale” della quale purtroppo non sempre la nostra comunità ha piena consapevolezza perdendo di vista l’innegabile ed insostituibile beneficio che ne deriva.

UN PARCHEGGIO DI SCAMBIO

La Giunta Comunale in data 28 novembre ha approvato il progetto per la realizzazione di un’area parcheggio su via Marina Porto.

L’attuale configurazione di un’area destinata a standard pubblici nel comparto L10 risulta idonea -ha considerato la Giunta- per la realizzazione di un parcheggio di scambio che consentirà la sosta delle auto ed il successivo trasferimento degli utenti della strada verso il centro storico o le marine.  L’intervento -spiegano gli Amministratori- rappresenta la naturale prosecuzione di quelli di riqualificazione e rigenerazione urbana del territorio comunale e delle marine in corso di realizzazione.

Il progetto esecutivo è stato redatto dal Settore Lavori Pubblici e Patrimonio nel mese di Ottobre 2024 e prevede una spesa complessiva di € 155.000,00 che verranno finanziati con fondi di bilancio

LA PORTUS VENERIS ALLA MAGNA GRECIA

Il Comune ha rinnovato il contratto di comodato ventennale con l’Associazione Magna Grecia Mare per l’uso e la gestione dell’imbarcazione tipo caicco denominata Portus Veneris.

Il Comune divenne assegnatario della imbarcazione che approdò nel 2002 a Tricase Porto trasportando 98 rifugiati curdi iracheni in fuga dalle loro terre; per questo l’imbarcazione venne sequestrata dall’Autorità Giudiziaria ed assegnata al Comune.

Nel 2004 il Comune sottoscrisse un protocollo di intesa con l’associazione Magna Grecia Mare con la finalità di riscoprire e rivalutare l’antica marineria e promuovere e diffondere la vela latina.

Venne quindi sottoscritto un comodato d’uso tra l’allora sindaco ing. Antonio Coppola e il Presidente dell’Associazione dott. Donato Errico.

Da lì numerosi progetti fino a che la Portus Veneris è divenuta l’ammiraglia della flotta del Museo delle imbarcazioni ed emblema del Porto Museo di Tricase di cui ne porta l’antico nome.

La Portus Veneris è divenuta anch’essa un museo itinerante, sede di eventi e appuntamenti culturali e di rappresentanza istituzionale, nave scuola dove apprendere e praticare le manovre tradizionali, suolo navigante della Città di Tricase che ne detiene la proprietà, simbolo dello storico legame con gli altri popoli del Mediterraneo.

Per tutte queste ragioni e per le prospettive di nuove iniziative la Giunta ha deciso di rinnovare alle stesse condizioni la concessione in uso del caicco alla Magna Grecia Mare.

PIAZZETTA DI VIA BODINI

La Giunta ha approvato il progetto di completamento della sistemazione della piazzetta di via Bodini nel rione di Sant’Eufemia

Spesa prevista € 33.000,00 che verranno coperti da fondi comunali

Lo scopo è quello di completare i lavori avviati per dare lustro all’area verde di via Bodini ubicata in un particolare contesto urbanistico (in zona C di espansione) caratterizzato da costruzioni di recente realizzazione che necessitano della dotazione di standard quale appunto il verde attrezzato, prescritto dalle vigenti disposizioni di legge

di Alfredo SANAPO
 
Caro Alfredo, 
appena ho letto le istruzioni della rubrica Figli della Quercia, ho pensato a un ricordo di quando ero ragazzetto e frequentavo le elementari presso la "Roberto Caputo". Ho impresso nella mente l'odore di bruciato, all'entrata e all'uscita da scuola, che sicuramente si originava dal lavoro del maniscalco (ferracavaddhi). Si chiamava Vituccio Ventura e aveva la sua bottega di fronte dove ora c'è il complesso di case con la banca e il cinema "Paradiso" e prima c'era la bellissima Villa Caputo. All'epoca, quella puzza di capelli bruciati mi dava fastidio, ma nonostante tutto andavo a scuola prima dell'orario perché giocavo con gli amici. Ora, anche se il mondo è pulito e profumato, sento un po' di nostalgia e mi dispiace che i ragazzi di oggi non possano respirare quel clima popolare e solidale di una volta.
Giuseppe Chiuri
 
 
Caro Giuseppe, 
certamente le condizioni igieniche del tempo non erano ottimali come quelle attuali (salvo qualche eccezione) in cui tutti i cattivi odori sono stati elimnati. Tuttavia, la società dell'epoca era più coesa in quanto già a scuola (quella pubblica) si confrontavano bambini di famiglie di qualsiasi ceto, si conoscevano realtà diverse e si viveva con maggior spirito di fratellanza.
Uno dei simboli di questo mondo "trasversale" era sicuramente il mestiere del maniscalco (ferracavaddhi o ferraciucci). Una professione molto richiesta in un periodo in cui possedere un mezzo a motore o un trattore era un lusso. Un lavoro alquanto complementare a numerose altre occupazioni (aratori, guidatori di traìnibarrocci e sciarabbà o noleggiatori di carrozze).
La necessità di ferrare cavalli e asini è nata sin da quando l'uomo ha imparato ad addomesticare gli equini. Questi erbivori selvatici pascolavano su un'ampia varietà di terreni e, perciò, i loro piedi, stimolati dal continuo movimento, assumevano una forma liscia, regolare e dura come un callo e meno soggetta a traumi. La stabulazione, la copertura di minori distanze e l'aumento degli sforzi dovuti ai vari utilizzi del cavallo avrebbe indebolito gli zoccoli incrementandone l'usura.
La mascalcìa pare abbia avuto origine in Scandinavia in quanto il clima freddo avrebbe infiacchito gli zoccoli rendendo necessaria la loro protezione tramite ferratura. La pratica fu importata dai Galli e dai Celti dai quali i Romani la impararono e la diffusero entro i loro territori. Ciò contribuì a rafforzare l'esercito romano il cui nerbo era la fanteria, dotandolo di una potente cavalleria.
 
Di pari passo, si diversificò il tipo di protezione dello zoccolo: si passò, infatti, dall'arcaico ipposandalo (piastra di ferro con bordi laterali rialzati e alcuni ganci per fissarlo al piede con dei lacci) all'attuale forma a staffa (da fissare con chiodi).
Per comprendere come avveniva la attività di Mesciu Vitucciu Ventura, conviene fissare alcuni elementi della struttura dello zoccolo. Ogni zampa ha un solo grande dito la cui falange inferiore è ricoperta da uno strato corneo il quale è costituito da 3 parti (vedi immagine): la muraglia, più dura, ha la forma di tronco di cono e ricopre davanti e di lato lo zoccolo; il fettone, una struttura gommosa di forma triangolare con la base che si estende tra i due talloni e la punta in avanti; 3) la suola, tra muraglia e fettone, con durezza crescente verso la parte a contatto col terreno.
La procedura della ferratura si è evoluta negli anni, ma è rimasta pressoché inalterata nelle sue fasi essenziali. Essa inizia con la sferratura (se il cavallo è già ferrato),  ovvero l'asportazione dei ferri presenti. Dopodiché, si procede al pareggio dello zoccolo attraverso il quale si eliminano le parti morte della suola e si accorciano le parti irregolari del fettone con un attrezzo chiamato coltello inglese. La muraglia viene tagliata con una tenaglia e rifinita con una raspa per metterla sullo stesso piano della suola. Poi, il maniscalco sceglie il ferro di dimensioni e di forma più adatta allo zoccolo, lavorandolo con incudine, pinza e mazza fino ad ottenere la migliore corrispondenza possibile. Per verificarla, il maniscalco applica il ferro arroventato allo zoccolo. Infine, si procede alla chiodatura utilizzando chiodi di ferro dolce con gambo e testa quadrati da infiggere obliquamente nella muraglia.
L'arte della mascalcia - come si è visto - richiede molta esperienza e molta maestria, tant'è che nella seconda metà del XIV sec. essa riuscì a rientrare nella Corporazione dei Fabbri di Firenze. La sua funzione di primo piano nel nostro territorio si è mantenuta finché la nostra economia non è approdata alla meccanizzazione. Sino ad allora, il maniscalco aveva un peso sociale di non poco conto in quanto dalla sua competenza dipendevano numerose altre attività. La sua importanza rimane tuttora intatta in quelle zone del globo non toccate dallo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni. Nel mondo occidentale, invece, residua negli ambienti finanziariamente facoltosi che sottendono il settore dell'equitazione dove i maniscalchi sono regolarmente stipendiati e coadiuvati da altre professionalità (stalliere, veterinario, fisioterapista equino e addestratore). Il che la dice lunga delle competenze possedute dal nostro Mesciu Vitucciu in tempi tutt'altro che sospetti.

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