Quando lo studio è sostenuto dallo svolgimento di una serie di attività coinvolgenti ed entusiasmanti ciò che può apparire faticoso e per certi versi noioso diventa interessante. La fatica si trasforma in voglia di imparare e la noia lascia il posto all’impegno e alla passione. Si aprono orizzonti mentali, sociali e di vita inimmaginabili, si ha la possibilità di entrare nel cuore delle cose, si affinano i sensi e si cresce come individui.
Suonare uno strumento è una sfida meravigliosa e impegnativa per i giovani che oggi sono sedotti dalle sirene della tecnologia (quanti adulti non si lamentano del fatto che i figli o gli alunni – per gli insegnanti – sono continuamente davanti agli schermi?). La sfida educativa contemporanea è quella di far (ri)scoprire ai giovani di tutte le età la bellezza di stare insieme, costruire qualcosa, dedicarsi ad una passione, sapersi relazionare e sapere esprimere il proprio pensiero e i propri sentimenti.
In questa logica educativa e formativa un nutrito gruppo di giovani musicisti in rappresentanza della Scuola di musica “W. A. Mozart” ha trascorso 10 giorni di vacanza studio musicale presso MUSICALTA ACADEMY di ROUFFACH (FRANCIA). Lezioni individuali di strumento, musica d’insieme, coro, concerti, esercitazioni orchestrali ed escursioni sono stati gli appuntamenti costanti di questi giorni in cui Beethoven, Mozart, Bach e tanti altri sono stati fedeli compagni di viaggio. L’ ambiente internazionale (lingue ufficiali inglese e francese) stimolante ha messo ognuno nella condizione di dover dare il meglio di sé nel suonare, parlare un’altra lingua e adattarsi a nuovi contesti. Tutti si sono accorti che è stato bello stare insieme usando poco il cellulare e molto il pianoforte, il violino, la chitarra e il flauto. I ragazzi sono stati accompagnati in questa avventura dal M° Giovanni Calabrese il quale evidenzia che “Nei nostri percorsi formativi poniamo attenzione ad ogni singolo aspetto della crescita dei fanciulli che ci vengono affidati. La musica diventa uno strumento attraverso il quale ciascuno può mettere in discussione, sfidare e superare i propri limiti, fare nuove amicizie e migliorare le proprie competenze sociali e relazionali e ovviamente divertirsi nel suonare uno strumento. Applichiamo con successo le più efficaci metodologie didattiche mettendo ciascuno nella condizione di esprimersi al meglio con lo strumento preferito; grazie al progetto IMABS tutti i nostri alunni ottengono il riconoscimento delle competenze musicali acquisite dal livello base ai livelli più avanzati; in virtù della convenzione in essere diamo la possibilità a chi è interessato di sostenere una serie di esami presso il Conservatorio “T. Schipa”; allo stesso tempo curiamo con particolare attenzione la formazione dei bambini in età prescolare (4-6 anni) nei percorsi di propedeutica musicale. Con grande entusiasmo abbiamo inserito nella nostra offerta formativa anche le vacanze studio all’estero le quali rappresentano un momento importante di crescita musicale, linguistica e culturale imprescindibile per i giovani di oggi che saranno i cittadini di domani.”
Info: 3478022725. www.scuoladimusicamozart.com
di Alessandro DISTANTE
E’ ancora presto per fare bilanci di una stagione, quella estiva, che è stata più che piena di iniziative; non solo Tricase, ma tutti i Comuni del Salento, hanno offerto tante e varie occasioni di svago e di approfondimento. Festival, Sagre, Feste, Musica, Balli, Libri, Escursioni, Visite guidate, insomma ogni sera una proposta e, talvolta, anche più di un’offerta di svago e di conoscenza o, in altre parole, di divertimento culturale.
Lo sforzo, anche economico, dell’Amministrazione è stato notevole ed il risultato apprezzabile.
Eppure l’Estate sta finendo ed un Autunno “caldo” sta per cominciare: sullo sfondo il dibattito o lo scontro sulla Autonomia differenziata, le conseguenze dei conflitti nel mondo, l’allarme per i fenomeni di criminalità, il caro-vita, le liste d’attesa, la disoccupazione giovanile, la viabilità cittadina,….
Guardando un po’ più in avanti nel tempo delle stagioni, la paura è che all’Autunno faccia seguito un Inverno rigido, non tanto per il clima, visto l’innalzamento medio delle temperature, ma per le prospettive e per la consistenza stessa delle nostre realtà.
L’ISTAT prevede che da qui al 2080 il Nord perderà il 9,5 per cento della popolazione ma prevede che il Mezzogiorno -ed è questo il dato allarmante- perderà il 39,8 per cento della popolazione attuale (il Centro, per la cronaca, ne perderà il 20,5%). Tradotto in numeri: il Sud passerà dagli attuali 19,9 milioni a 11,9 milioni di abitanti, quasi un dimezzamento.
Alla prospettiva dell’invecchiamento dei nostri paesi, Tricase compreso, si aggiunge quello della “desertificazione” della popolazione. Del resto è un fenomeno che, anche al di là delle indagini ufficiali fatte dagli Istituti specializzati, constatiamo con mano; basta guardare alle nostre famiglie, con i giovani che cercano altrove fortuna e lavoro.
Certo, (talvolta) ritornano per le vacanze estive e magari portano in Salento amici e conoscenti. Tutto questo si traduce in estati belle e con un certo ritorno anche economico per l’economia salentina, ma tutto questo può essere sufficiente a scongiurare l’esodo e l’impoverimento anagrafico delle nostre terre?
L’ISTAT sembra dire di no. Certo le previsioni, si sa, sono solo previsioni e ben possono essere sovvertite.
Ma come? Il PNRR era -e forse è ancora- un’occasione, ma se i fondi del Piano vengono utilizzati per interventi che non hanno prospettive di tradursi in stabili opportunità di lavoro, allora sono soldi sprecati, con l’aggiunta che buona parte di quei soldi devono essere restituiti e quindi determinano indubbi e pesanti riflessi di ordine macro economico.
Che fare allora? Intanto godiamoci questo scampolo di Estate, ma cominciamo a pensare seriamente all’Autunno per non dover patire il freddo gelido dell’Inverno.
Dopo la pausa estiva torna in distribuzione e online il Volantino
settimanale cittadino di Tricase
SABATO 14 SETTEMBRE
Anche quest’anno “il Volantino” va in vacanza
La versione “cartacea ” ritornerà in distribuzione sabato 14 settembre
Auguriamo buone vacanze ai nostri lettori
di Cosimo RIZZO
Una delle richieste più comuni da parte dei lettori riguarda i requisiti di partecipazione alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Approfondiremo quindi i ruoli e i benefici specifici delle tre figure fondamentali che contribuiscono al funzionamento e al successo di una CER: i produttori, i consumatori e i prosumer.
I produttori sono soggetti privati, aziende o enti che generano energia da fonti rinnovabili come impianti fotovoltaici, turbine eoliche, impianti idroelettrici o biomasse. Tali soggetti immettono l'energia prodotta nella rete della comunità contribuendo all'approvvigionamento energetico locale. I produttori possono ottenere ricavi dalla cessione dell'energia prodotta alla comunità e/o alla rete elettrica nazionale.
I consumatori, o consumer, sono membri della comunità che utilizzano l'energia fornita dalla CER per le loro esigenze quotidiane. Possono partecipare attivamente alle decisioni della comunità, anche se non producono energia direttamente e possono usufruire di un contributo sull’energia consumata e prodotta dai membri della comunità.
I prosumer, una combinazione di "producer" e "consumer", sono membri della comunità che producono e consumano energia rinnovabile. Possono essere soggetti privati, aziende o enti. Producono energia attraverso impianti personali (come fotovoltaici o eolici) e consumano parte di questa energia per le proprie esigenze. L'energia in eccesso prodotta viene immessa nella rete della comunità, contribuendo all'approvvigionamento energetico comune. Possono coprire una parte significativa delle proprie esigenze energetiche con la produzione autonoma e ricevono un contributo sull’energia condivisa.
Per entrare a far parte di una CER, è necessario identificarsi in una delle figure sopra descritte. E’ possibile aderire come semplice consumatore o consumer, senza aver installato un impianto fotovoltaico e decidere di installarlo successivamente. In qualità di membro di una CER, si può usufruire di un contributo a fondo perduto del 40% riservato agli impianti installati nei territori comunali con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, sia che tu appartenga ad un soggetto privato, ente o impresa. Le Comunità Energetiche Rinnovabili attive nel nostro territorio sono già diverse. Parlo in qualità di Presidente di una CER operante nella zona di Lecce e come Referente per una nuova CER in fase di costituzione, composta da un gruppo di imprenditori e professionisti locali che lavorano da tempo per renderla attiva nei prossimi mesi nel territorio del basso Salento. Per maggiori informazioni, non esitate a contattarci.
Informazione professionale – cell. 39 349 1678196 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In tutta Italia si sta costituendo il Comitato cittadino per il Referendum sull’Autonomia Differenziata. Anche a Tricase, vista la tradizione di essere sempre in prima fila a difesa della Nostra Costituzione, dovremo iniziare al più presto a costituirci in un Comitato per la raccolta della firme.
L’intento del Comitato sarà quello di aprire alla partecipazione i singoli cittadini, le associazioni e nonché i gruppi politici con l’intento di raccogliere entro il 30 settembre le firme per indire il Referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, una legge che conferisce alle Regioni, che chiedono l’autonomia differenziata, una vasta quantità di competenze, tagliando fuori lo Stato, su materie fondamentali fra cui la sanità, la scuola, le grandi infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la politica energetica.
Le conseguenze per il paese saranno disastrose, con l’allargamento dei divari economici e sociali già esistenti; con diritti maggiori o minori per i cittadini a seconda della Regione di residenza; con diversi sistemi sanitari, alcuni molto finanziati e altri molto meno; con la scuola pubblica cancellata e sostituita da sistemi scolastici regionali con programmi, risorse e servizi differenziati; su tutto il rischio della progressiva privatizzazione dei servizi pubblici e il ridimensionamento delle tutele dello stato verso le realtà territoriali più deboli.
Tutto ciò in palese contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione la quale sancisce che “la Repubblica è una e indivisibile”, persegue l’eguaglianza dei cittadini, impone il dovere inderogabile della solidarietà.
Il Comitato cittadino per il Referendum dovrà invitare i cittadini di Tricase a mobilitarsi a sostegno della raccolta di firme: presso i tavoli pubblici organizzati dal Comitato, presso gli uffici comunali preposti e online con Spid.
Premesso questo come SI vi invitiamo a unirci nella costituzione del Comitato in una prima riunione da concordare.
Sinistra Italiana Tricase
Il Segretario Cittadino - Sergio Fracasso
FEDERAZIONE AUTISTI SOCCORRITORI ITALIANI
Gavuglio Simona Nomina referente provinciale - Lecce
Benevento, 19 luglio 2024
La FASI – Federazione Autisti Soccorritori Italiani, 1° Sindacato di Categoria rivolto agli autisti soccorritori e al personale dell’emergenza sanitaria, nell’ottica di organizzazione territoriale, volta alla tutela e rappresentanza di tutti i lavoratori del comparto emergenziale nel federato Gavuglio Simona il proprio referente per la Provincia di Lecce.
Simoma Gavuglio
Questa la dichiarazione del presidente Coppola Claudio: “Dalla nascita del Sindacato sino ad oggi abbiamo ottenuto il sostegno e il pieno appoggio di numerosi lavoratori del settore emergenziale, in primis da parte degli autisti soccorritori, poiché il nostro operato serio e concreto, è volto a dare rappresentanza, in prima battuta a quella categoria di lavoratori che per troppi anni è stata bistratta e poche volte tutelata. La nostra gratificazione è essere riusciti a trasmettere in modo chiaro, limpido e diretto il nostro obiettivo e i motivi che ci hanno spinto a fare nascere la FASI, la giusta causa e il buon operato fatto fino ora ci hanno permesso di farci conoscere in poco tempo su tutto il territorio nazionale e riuscire ad avere dei validi referenti in varie parti dell’Italia. Il nostro impegno è volto a diffondere le principali motivazioni che ci hanno spinto a fondare la Federazione in modo da poter ricevere il sostegno di tanti altri operatori che, così come Simona, alla quale diamo ancora una volta il benvenuto augurandole buon lavoro, possano aiutarci a ramificare su tutto il territorio il Sindacato, al fine di creare la giusta e doverosa attenzione al nostro obiettivo” .
Il Presidente Claudio Coppola
Oggi - martedì 30 luglio 2024 ore 20.30 nell’atrio di Palazzo Gallone sarà presentato (saluti del sindaco Antonio De Donno, relatori Caterina Scarascia e Alfredo De Giuseppe) il volume: TRICASE TRA SATIRA E DENUCIA (pagine 183 costo € 6,00) la Città di fine XX sec. raccontata attraverso vignette e fotocronache, con autori Rodolfo Fracasso ed Enzo Ferramosca.
Ne sono protagonisti, tra gli altri, uomini politici locali (Cesare Lia, Vittorio Serrano, Alfredo Codacci Pisanelli, Gianni Zocco, Angelo De Carlo, Giuseppe Codacci Pisanelli, serena Jazzetti, Salvatore Cacciatore, Giuseppe Giacovazzo, Luigi Ecclesia, Antonio Coppola, Andrea Sodero) e nazionali (Craxi, De Mita, Claudio Vitalone, Occhetto, Acquaviva) dalle elezioni 1983 a quelle del 1993 passando per le elezioni 1987 che a Tricase videro quei personaggi famosi.
Si possono interpretare con leggerezza, pur senza rischiare la superficialità, anche i periodi più travagliati di una comunità. Aggiunge Fracasso nella sua prefazione: “si tratta della crisi della “civiltà contadina” e dell’agricoltura, ma soprattutto della rappresentatività (anche sotto i colpi di Tangentopoli) dei partiti politici tradizionali, spesso sostituiti da Liste civiche con personaggi autoreferenziali e dalla insufficiente preparazione politica e amministrativa.
La società che cede alle lusinghe della modernità senza autocritica e il potere politico che si aggroviglia in conflitti interni perdendo di vista il bene comune, sotto il bersaglio preferito delle vignette, sapientemente curate dagli autori”.
di Riccardo Distante
Domenica 21 luglio si è tenuta a Tricase Porto la quarta tappa del festival del mare “Porto Rubino”, ideato dal cantautore Renzo Rubino e ormai arrivato alla sesta edizione. Il fine: celebrare l’amore per il mare. Tricase ha ospitato l’ultima tappa del festival dopo Vieste, Giovinazzo e Monopoli. Per l’occasione è stato scelto un palco davvero unico come il caicco Portus Veneris, uno dei simboli di Tricase Porto. L’imbarcazione era ancorata a pochi metri da una delle banchine del porto, di fronte al locale Bolina. Il porto, per l’occasione, è stato reso molto suggestivo da un attento uso di riflettori che, illuminando il mare, hanno creato dei riflessi sulla parete prospiciente l’ingresso del porto.
Otto diversi artisti si sono esibiti sul caicco: Lucio Corsi, Maria Antonietta e Colombre, Marco Castello, Popa, Mace, Populous, Studio Murena, nonché la nota cantautrice Malika Ayane. Numerosa la partecipazione in un contesto reso davvero speciale non solo dalla luce artificiale dei riflettori ma anche da quella naturale della luna piena. Una partecipazione favorita da un servizio di navette garantito dal Comune di Tricase che aveva predisposto la partenza di bus (dalla capienza di 50 posti) a partire da tre punti della città: la zona 167, la zona dell’Ospedale “Cardinale Panico” e la zona del Liceo “Girolamo Comi”, con servizio di trasporto gratuito per persone diversamente abili su richiesta telefonica.
Se all’andata questo servizio ha consentito un regolare e costante afflusso di persone all’evento, complicazioni e disagi si sono registrati al ritorno. A partire dalle 23:30 circa, infatti, centinaia di persone si sono radunate nel punto di raccolta di via Cristoforo Colombo per cercare di salire sulle navette. Purtroppo, l’elevato numero di persone, non disposte in una fila all’interno di uno spazio delimitato da transenne, ha generato molta confusione.
Infatti, si è assistito a scene in cui, con molto nervosismo, le persone non sapevano in quale punto preciso radunarsi per salire sulle navette; non erano in grado di disporsi autonomamente in una fila grossomodo ordinata e spesso si è assistito a casi di persone che spingevano violentemente altre, arrecando anche molto disagio a taluni presenti.
Nel salire sui bus, la situazione ad un certo punto era diventata così insostenibile, che si è data priorità a donne incinte e anziani per evitare che dovessero aspettare troppo una prossima navetta. Le forze dell’ordine e i volontari ivi presenti hanno sicuramente fatto di tutto per cercare di gestire le operazioni di salita a bordo dei mezzi ma, purtroppo, senza poter contare su uno spazio anche solo temporaneamente predisposto ad organizzare in modo più razionale così tante persone.
Oltre a ciò questo rendeva anche pericoloso l’arrivo dei pullman in quanto alcuni dei presenti, nell’ansia di arrivare quanto più vicini possibili alle porte della navetta, si avvicinavano troppo ai bus in movimento che dovevano compiere delle manovre per permettere alle persone di salire.
Sicuramente “Porto Rubino” è stata una manifestazione culturale che ha portato tanto intrattenimento nell’estate tricasina ed è lodevole l’iniziativa del Comune di Tricase di garantire un servizio di bus navetta ma, purtroppo, è da segnalare che nella parte finale della serata, proprio a causa della difficoltà nel gestire l’elevato numero di persone, il rientro a Tricase non è stato del tutto sicuro e organizzato come avrebbe dovuto essere.
di Alessandro DISTANTE
Secondo Corrado Augias (La vita s’impara, 2024) “stiamo attraversando un rivoluzionario passaggio d’epoca” come dimostrano i frequenti e velocissimi cambiamenti su dimensione planetaria.
Dalla carta siamo passati al digitale, dalla lettera al telefono e poi al cellulare, dalle calcolatrici ai computer e quindi alla intelligenza artificiale.
E poi che dire della crisi ecologico-ambientale, delle guerre che stanno mettendo in crisi i tradizionali assetti, delle popolazioni che migrano in cerca di terre migliori e delle intere popolazioni che vengono massacrate e scacciate verso terre straniere?
Ma siamo in Estate ed è tempo di riposo e di divertimento.
Eppure anche lì, e senza andare molto lontano (nello spazio e nel tempo), non possiamo non renderci conto o non toccare con mano cambiamenti epocali che verifichiamo, pur non volendo, ogni giorno.
Faccio un esempio: se andiamo al mare -principale meta delle nostre vacanze- ci tocca constatare che l’acqua, quest’anno e mai come quest’anno, è molto calda. Potrebbe essere anche una novità piacevole; se però poi leggiamo o ascoltiamo che l’innalzarsi della temperatura sta sconvolgendo la fauna marina con la scomparsa di alcune specie e l’arrivo di altre (solitamente nei mari tropicali), ci viene da pensare….
La preoccupazione aumenta quando incappiamo in réportage che proiettano scenari di una costa che rischia di essere sommersa dal crescere del livello del mare inondato da fiumi e da ghiacciai in rapido scioglimento.
Insomma uno scenario preoccupante se non apocalittico.
Anche il mondo della comunicazione –nel quale operiamo- vive cambiamenti che sono radicali; dalla carta stampata si è passati al digitale e dal quotidiano al “minuto per minuto” con le notizie che viaggiano in tempo reale sui social.
Per tenere il passo con gli avvenimenti, che si susseguono a ritmo accelerato, ci si limita, troppo spesso, alla cronaca senza avere il tempo per un approfondimento e quindi senza offrire elementi per una sia pur minima elaborazione culturale.
Si vive, a tutti i livelli, nell’immanente senza prospettive e senza radici, senza passato e senza futuro, senza storia e senza progetti. L’epoca del rizoma diceva qualcuno molti decenni fa.
Ed allora che fare? Per fortuna siamo in estate, tempo di ferie e di vacanze. Ed allora il rimedio (almeno momentaneo) è fermarsi, una pausa, per non essere presi dal fare e sfuggire al vortice nel quale siamo travolti.
Anche per questo il nostro giornale si ferma per un mesetto; un fermo tecnico utile per rifiatare ma anche per ripensare e ripensarsi.
Arrivederci quindi a settembre (il 14); intanto l’augurio di un sano riposo per tutti, un riposo magari condito con occasioni di riflessione che possono venire da serate dove allo spettacolo e al divertimento si associano idee e spunti di seria riflessione. I cartelloni delle estati salentine sono sin troppo ricchi e pieni ed anche quelli sono da prendere con lo spirito giusto della vacanza, per non correre il rischio di essere, ancora una volta, travolti.
L’Estate per fermarsi (almeno per qualche settimana).
Ci riusciremo?
di Alfredo Sanapo
Tempo fa, mentre scrivevo un articolo, mi sono imbattuto in parole dialettali sulle quali avevo dubbi in merito a dizione e significato. Così, ho cercato un ausilio e, tra i tanti glossari e incerti dizionari, ho trovato nella Biblioteca Comunale di Tricase un "Vocabolario dei dialetti salentini" di Gerhard Rohlfs (1892-1986). Era un filologo e glottologo tedesco che si è dedicato alla scoperta dei dialetti calabresi e pugliesi. La prima edizione (1956), tutta tedesca, era costosa, lussuosa e dunque appannaggio dei soli addetti ai lavori e cultori. Dal 1976, la Casa Editrice Congedo ha prodotto un'edizione italiana a costi notevolmente contenuti grazie alla tecnica della stampa fotomeccanica. La consultazione di un dizionario dialettale sembra una pratica obsoleta, ma la nostra questione linguistica è più che mai attuale: benché la diffusione della lingua italiana sia divenuta capillare, nella nostra zona persiste un tenace bilinguismo.
Gerhard Rohlfs
Da questa mia strana lettura, partita dalla consultazione dei tre volumi di questo vocabolario e fattasi interessante per la presenza di prefazioni, introduzioni e compendi sono emersi alcuni aspetti del nostro dialetto per me inediti che qui voglio condividere con i lettori.
Dell'immane lavoro di Rohlfs, frutto di rigorose indagini di campo e lunghissini periodi di permanenza qui da noi, balza agli occhi non solo la miriade di termini del nostro idioma, ma la loro insistente variabilità in zone molto vicine. L'autore fornisce anche una guida fatta di coordinate alfanumeriche (es. Tricase=M9, Castro=N5) a cui associare ogni singolo lemma: una sola variante vocalica implica già qualche chilometro di differenza. Una facilitazione e una piacevolezza nella lettura è garantita da foto e disegni di cui è corredata l'opera.
Nelle prefazioni si fa notare come tutti i dialetti del Salento, griko compreso, pur sembrando lontani hanno non solo radici comuni, ma hanno subìto la stessa evoluzione soprattutto nella grammatica. Pur essendo le etimologie frutto di un melange di latino, greco antico e termini volgari, le sintassi dei nostri dialetti sono molto simili al greco moderno: un fatto sorprendente se si pensa che la nostra terra ha avuto più scambi linguistici con gli Elleni ai tempi della Magna Grecia ché non in periodi successivi.
Questa somiglianza diventa lampante nei tre esempi che di seguito propongo.
1) Mentre la congiunzione "che" in italiano e greco antico ha una sola forma, nel nostro dialetto due il "ca" e il "cu" esattamente come il greco moderno.
2) L'assenza di congiuntivo e condizionale, sia nel dialetto salentino ché nell'attuale greco, costringe a formulare il periodo ipotetico utilizzando l'imperfetto sia nella principale sia nella secondaria introdotta dal "ci" (es. ci sapìa, facìa cusì).
3) La caratteristica più evidente è l'assenza del tempo futuro cosa contestuale a dialetto, griko e greco moderno: esso è reso da avverbi di tempo "crai", "dopu" e "poi" seguiti dal presente semplice o progressivo (es. crai sciamu a Lecce; dopu sta ddumamu lu focu). Un retaggio sicuramente non esente dagli influssi saraceni visto che nella lingua araba il futuro viene reso anteponendo una particella ad un tempo verbale curiosamente chiamato "non-passato".
Suona quanto mai strano come, nella nostra epoca nella quale ci affanniamo a partorire idee (peraltro mai a lungo termine) a favore di uno sviluppo per gli anni venturi, e nonostante le promesse elettorali che ci siamo sentite rifilarci non molto tempo fa per un roseo avvenire, non abbiamo speranze in quanto, comunque vada, il "Salentino" non ha...futuro.