Un plauso particolare merita, questa settimana, l’iniziativa della associazione Clean Up di Tricase che domenica scorsa ha ripulito Tricase Porto dai rifiuti gettati sulla scogliera. “Un’onda travolgente di volontari -scrivono sulla pagina Facebook- che
dalla Rotonda, passando per la spiaggetta fino a Punta Cannone, hanno ripulito della spazzatura il nostro amato Porto”.
L’Associazione tricasina ha voluto ringraziare Udicon – Sede Provinciale di Lecce per averli invitati a collaborare a quella iniziativa.
E noi ringraziamo Clean Up per aver dato un contributo serio e fattivo alla pulizia della Marina, nella speranza che serva da lezione a chi, irresponsabilmente, la sporca.
di Alessandro DISTANTE
Torna la manifestazione “Vintage. Vicoli in festa”, una iniziativa presa dal Comune di Tricase per valorizzare la tradizionale festa salentina di San Martino.
La manifestazione è alla seconda edizione e viene realizzata con il supporto di un finanziamento (ad una parte della manifestazione) da parte del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale della regione Puglia.
Ottima l’iniziativa, anche perché serve a spalmare su un periodo autunnale, solitamente avaro di occasioni, richiami turistici al di là della congestione del periodo estivo.
Tricase, dopo le manifestazioni dell’estate, può trovare in questa manifestazione un punto di collegamento per giungere poi alle iniziative legate al periodo natalizio che vede nel Presepe vivente la principale fonte di attrattività turistica.
Un modo importante per allungare la stagione, perché è notorio che se la manifestazione attrae, porta a Tricase visitatori e turisti da fuori i quali, venendo a Tricase, non possono non fermarsi anche per mangiare o bere qualcosa e magari fare anche shopping.
Insomma un modo come un altro anche per dare una mano all’economia locale.
Il punto è che le manifestazioni acquistano rilevanza e forza di attrazione se vengono ripetute negli anni, magari migliorando in qualità grazie all’esperienza degli anni precedenti.
Il vizio di questa nostra Città è che molte iniziative sono durate lo spazio di un’amministrazione. Per tutte ed a titolo di esempio: per due anni siamo stati capaci di organizzare ed ospitare Tricase Comics, un’iniziativa che a Lucca attira, da anni, migliaia di visitatori da tutta Italia ed anche dall’estero. Chissà se Tricase Comics avrebbe potuto fare altrettanto.
Purtroppo finita l’Amministrazione Musarò che promosse ed organizzò le due edizioni, quella manifestazione venne abbandonata dalla successiva Amministrazione.
Accade poi che alcune manifestazioni non riescono a replicarsi per il venir meno del finanziamento pubblico. Anche in questo caso se, ad esempio, è la Regione a dare un contributo, niente di più facile che il cambio di un assessore possa determinare la fine del canale di finanziamento e con questo la fine della manifestazione.
Insomma le potenzialità ci sono tutte; sta poi alla Città crederci fino in fondo.
Se un’iniziativa è valida merita di essere portata avanti a prescindere da chi possa rivendicarne la paternità.
Ed allora ben venga “Vintage”, a condizione che non diventi una manifestazione che come un capo di abbigliamento vintage testimoni lo stile di un’epoca passata.
di Alessandro DISTANTE
Volendo leggere più in profondità quanto accaduto in queste ultime settimane per la vicenda della variante urbanistica necessaria per realizzare il nuovo accesso al Pronto Soccorso e la Piastra dell’Ospedale Panico vengono in evidenza alcune questioni latu sensu politiche.
A prendere posizione, decisamente a favore, è stata la CISL Funzione Pubblica Provincia di Lecce; in disparte la confusione di ruoli tra un sindacato e una questione urbanistica (e solo in secondo piano sanitaria e quindi occupazionale), rimane il fatto, indubbiamente positivo, che ci sia stato un pronunciamento nel merito.
La politica, quella strictu sensu, invece è silente.
Ed infatti, dopo commissioni e riunioni, quando sembrava tutto fatto, è venuto fuori un nulla di fatto e un rinvio (invero alquanto atipico) del Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere.
Il tutto è avvenuto senza che alcuno degli “attori” abbia preso posizione. Ad oggi non è dato sapere se i Consiglieri comunali sono a favore oppure contro. Le minoranze si nascondono dietro un dito, lamentandosi del metodo, e così parlano di incompletezza di informazioni e di vizi procedimentali senza esprimere un giudizio di merito sulla variante urbanistica. La maggioranza si nasconde dietro il dito delle minoranze e decide di rinviare in attesa di trovare il consenso anche delle minoranze!
Eppure il progetto è conosciuto o, comunque, è conoscibile, al punto che i cittadini lo hanno visto e valutato e quelli più coraggiosi hanno anche detto qualcosa; addirittura c’è chi ha proposto una soluzione alternativa.
Ed allora: è mai possibile che i Consiglieri -che hanno libero accesso a tutte le informazioni- non riescono a dire la loro sulla variante urbanistica? Insomma: sono favorevoli o contrari?
Il vero punto, questa volta culturale, va oltre le rappresentanze partitiche e le forze presenti in Consiglio; queste sono espressione della Città dove sembra perdurare la vecchia logica del “meglio non dire, meglio non esporsi”, perché -come dice qualcuno- “comunque te sciudicane, sia ca la dici bona, sia ca la dici fiacca”.
Del resto, quando alcune formazioni politiche ed alcuni Consiglieri (della minoranza) hanno, nel recente passato, provato ad animare il dibattito cittadino, come hanno fatto con un’assemblea pubblica sui lavori nel Centro storico, la risposta dei cittadini, più o meno direttamente interessati, è stata pari pressoché allo zero.
Ed allora la questione, di fondo, è ancora un’altra: non è per caso che il tutti zitti conviene a tutti?
Ma questa è politica? O, meglio, questa è cittadinanza?
Rispondendo ad una interrogazione presentata in Consiglio dai consiglieri Carità, Ciardo e Baglivo, il Sindaco De Donno ha riassunto la situazione degli alloggi di edilizi popolare. Trattasi di alloggi di proprietà di Arca Sud, ente pubblico regionale che gestisce il settore. Gli alloggi residenziali presenti in Tricase sono complessivamente 183, di cui 160 sono assegnati.
“Di questi -ha precisato il Sindaco- 11 sono occupati abusivamente ed un alloggio è in via di assegnazione”.
Il dato più rilevante è quello sulle richieste di alloggio pervenute: “E’ vero che le richieste sono tante, ma ricordiamo che ci sono i bandi che devono andare in scadenza, prima di poterne fare altri e prima di poterne fare altri dobbiamo avere disponibilità di alloggi”.
In buona sostanza: a fronte delle numerose richieste abitative, la “macchina” è inceppata: manca la disponibilità di alloggi.
Tra l’altro -ha proseguito il Sindaco- “ci sono alcuni alloggi che non sono in condizione di essere concessi, circa 7-8, perché sono in condizioni precarie”.
Al riguardo, un altro dato fa riflettere: “Arca Sud si è impegnata più volte a reperire i fondi per ristrutturali. Tra l’altro avevamo anche provato una procedura perché venissero assegnati tramite il Comune, in modo da poterci mettere mano noi e provvedere ad istanze di emergenza. Anche Caritas aveva fatto questa richiesta, ma purtroppo le procedure non lo permettono”.
Ancora una volta, un sistema bloccato: gli alloggi astrattamente a disposizione sono pochi; quelli in concreto assegnabili sono ancora di meno anche perché alcuni non sono agibili e necessitano di interventi di ristrutturazione per i quali non ci sono i fondi; le domande sono tante; i bandi per la individuazione dei beneficiari sono bloccati, sia perché ancora validi quelli vecchi sia, soprattutto, perché non ci sono alloggi assegnabili.
Un quadro allarmante e reso ancor più drammatico da un altro fenomeno: l’occupazione abusiva di alcuni alloggi. “Tutte le procedure sono state espletate -ha spiegato il Sindaco-, cioè, per quello che noi possiamo fare, oltre le segnalazioni alle Autorità di pubblica sicurezza, quando ne abbiamo immediata contezza, come è accaduto in un alloggio che si è liberato ed in tempo reale in tempi recenti è stato occupato. Ma in molti di questi casi ci sono figli minori, per cui si presume che nulla accadrà, così come è successo nel passato”.
E sull’occupazione abusiva il Sindaco, rispondendo ad un intervento del consigliere Carità, ha ricordato che proprio per evitare l’occupazione prima della consegna di un alloggio assegnato all’avente diritto si sono dovute montare porte con l’allarme: “uno stratagemma che è costato qualche decina di migliaia di euro ma che ha evitato il fenomeno dell’occupazione abusiva”.
Il fatto è punto, come ha sottolineato il Sindaco, “che anche gli occupanti sono, benchè fuori dalla legge, famiglie in difficoltà”. Insomma un dramma nel dramma, una guerra tra poveri!
Al termine della risposta alla interrogazione, il Sindaco ha prospettato una ipotesi di lavoro così portando alla luce un’ulteriore problematica: “Forse dovremmo porci l’obiettivo di guardare ad un nuovo Piano di edilizia residenziale pubblica, soprattutto per quanto riguarda le famiglie con monocomponente. Purtroppo ci sono molte persone che sono rimaste da sole, che non possono avere alloggio nei nostri appartamenti perché sono superiori a 45 metri quadri” che vengono assegnati a nuclei familiari con molti figli. La Legge regionale, infatti, attribuisce maggiore punteggio a chi ha più figli e stabilisce un rapporto tra dimensioni dell’alloggio e composizione del nucleo familiare. Ma i nuovi poveri, e cioè le persone sole che non hanno casa, potranno mai aspirare ad averla se non si pensa alla realizzazione di soluzioni che consentano anche l’assegnazione e, prima ancora, se non si costruiscono mini alloggi?
Insomma un quadro complesso ed allarmante, che evidenzia un disagio sociale, una difficoltà -se non impossibilità- di risposta, tra ritardi ed abusi pubblici e privati.
A.D.
di Pino GRECO
Cos’è che non va a questo Tricase? Nemmeno la “ migliore” medicina del calcio funziona con questo Tricase. Cambi la guida tecnica, cambiano alcuni dei protagonisti in campo… ma niente da fare.
Il risultato è sempre lo stesso: altra sconfitta e siamo a sei, due punti in classifica e ultimo posto con distacco già dalla penultima.
Una situazione che di certo la società rossoblù non pensava di dover vivere…
BORGOROSSO…ROSSOBLU’
Come nel film del 1970 “Il presidente del Borgorosso Football Club”, interpretato da Alberto Sordi… anche il presidente Alfredo Stefanelli potrebbe, dopo le 3 dimissioni negli ultimi 2 mesi, assumere direttamente le redini del club rossoblù facendo da presidente-allenatore.
Il Tricase calcio è in crisi totale. Di risultati e non solo. E’ ultimo in classifica. Ancora tanti i tifosi delusi dalla società . Sembra ormai lontano l’entusiasmo estivo ( era fine luglio), quando la dirigenza, il sindaco e il presidente Alfredo Stefanelli puntavano a fare bene in Promozione - dichiarando con entusiasmo di dover risollevare il morale di tutta una tifoseria: “ Tutti insieme per il Tricase. Il Tricase per ognuno e per tutti noi”. Proclami ed aspettative che stridono con l'imbarazzante rendimento. Proprio così, lo dicono i numeri: dopo la sconfitta esterna per 1 a 0 a Putignano la squadra del presidente Stefanelli è piombata all’ultimo posto in classifica con 2 punti in 8 partite – vale a dire 6 sconfitte, 2 pareggi e 0 vittorie. Fino a questo momento i volenterosi ragazzi rossoblù hanno segnato solo 5 gol, subendone ben 15. E poi, dal mese di agosto ad oggi sono 3 gli uomini che hanno lasciato la società guidata da Stefanelli.
Ed ancora – dopo le dimissioni dell’ormai ex mister Sandrino De Giuseppe in Città c’è ancora oggi grande attesa di sapere cosa farà la società per poter ripartire , dare morale e risollevare la classifica .
Insomma , la rotta di questo inizio di campionato del Tricase calcio, fin qui fallimentare , si potrebbe invertire considerando che siamo ancora nelle fasi iniziali della stagione e c'è ancora tempo per sistemare tutto e trovare finalmente i risultati. Domenica, 3 novembre - ore 14,30 arriva il Crispiano al San Vito, speriamo in un “ miracolo”
di Cosimo RIZZO
L’appuntamento di oggi è dedicato all'Autoconsumo a distanza, una delle configurazioni più semplice prevista dal decreto CACER che disciplina le Configurazioni per l'Autoconsumo e la Condivisione dell'Energia Rinnovabile. Questa modalità offre notevoli vantaggi sia ai consumatori che ai produttori di energia, senza richiedere l'adesione a una comunità energetica o la costituzione di una specifica entità giuridica.
L'autoconsumo a distanza prevede che uno o più produttori di energia da fonti rinnovabili FER (come impianti fotovoltaici) forniscano elettricità a un singolo consumatore che la utilizza in un luogo diverso rispetto a quello di produzione, purché all'interno dell'area servita dalla stessa cabina primaria. Questa configurazione consente di ottenere un incentivo, per un periodo di venti anni, calcolato in base all'energia prodotta e consumata all'interno dell'area della cabina.
Per comprendere meglio il funzionamento di questa soluzione, possiamo considerare l'esempio di una catena commerciale con diversi punti vendita, tutti intestati allo stesso soggetto. In mancanza di spazio, si potrebbe installare un impianto fotovoltaico nella periferia della città; l'energia prodotta da questo impianto potrà essere utilizzata da tutti i punti vendita situati nell'area servita dalla medesima cabina primaria (ad esempio Tricase, Miggiano, Specchia, Montesano, Andrano, Presicce e Tiggiano). Ogni chilowattora consumato beneficia di un incentivo di circa 12 centesimi di euro.
Un altro esempio riguarda una società immobiliare con diversi appartamenti destinati a case vacanze. Anche se solo alcuni di questi appartamenti possono essere dotati di impianti a energie rinnovabili, la società può comunque configurarsi come autoconsumatrice di energia a distanza e ricevere un incentivo per l'energia consumata negli appartamenti privi di impianti.
Va sottolineato che i produttori di energia possono essere soggetti diversi, mentre il consumatore è un unico soggetto, anche se titolare di più punti di prelievo, purché riconducibili allo stesso cliente finale.
Partecipare alla configurazione di autoconsumo a distanza non richiede modifiche agli impianti elettrici esistenti né comporta costi aggiuntivi. Inoltre, l'incentivo è cumulabile con la detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute da persone fisiche e si applica a tutti i soggetti, pubblici o privati.
Informazione promozionale – cell. 349 1678196 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
di Ercole Morciano
Valerio Manieri è nato a Tricase ma non vive a Tricase: eppure si sente Tricasino in pienezza. Egli è una di quelle persone che, se esiste il sentimento della “tricasinità”, lo avverte nel cuore, nella profondità dell’anima. Per accorgersi, basta conoscerlo e parlare, anche per poco tempo. Ha, degli anni di Tricase una memoria vivida, incancellabile, riguardo alle persone e ai luoghi. L’occasione per scrivere su di lui è data dal recente riconoscimento alla sua preziosa opera di volontario e di segretario nell’Associazione “Carlo Marchini Onlus” con sede in Brescia: un sodalizio sorto per sostenere le opere salesiane a favore di bambini poveri del Brasile e presieduto da M. Eugenia Lombardi Platto. Solo guardando la cartina dell’immenso Brasile, con i tanti luoghi dove l’Associazione è attiva, ci si può rendere conto della vastità degli interventi, senza contare la presenza anche in Africa, in Eritrea e in Burkina-Fasu.
Ebbene il ruolo di Valerio all’interno dell’Associazione, nonostante i suoi 94 anni, è ancora oggi di primaria rilevanza e riconosciuto da tutti. Lo dimostra anche l’ultimo evento che ha avuto luogo il 19 ottobre a Brescia per il conferimento del “Premio Nobel Missionario” a sr. M. Elena Resende, la quale ha concluso il suo messaggio così: «Ringraziamo per l'affetto, la partnership del Sig. Valerio Manieri e Associazione Carlo Marchini Onlus con le Figlie di Maria Ausiliatrice in particolare in Brasile».
Valerio Manieri nasce a Tricase il 6 giugno 1930 in una casa agli inizi di via Roma. Suo padre Francesco, proveniente da Nardò, è l’Ufficiale Veterinario di Tricase dal 1929 e lo sarà fino al 1943, anno della sua morte. La mamma, Nadia Valerio, insegnate elementare, morirà nel 1953, ancora in servizio.
Valerio Manieri frequenta a Tricase le scuole elementari e medie; suoi amici e compagni sono Gino Merico, Enzo Bitonti, Donato Valli, Donatuccio Santoro, Nicodemo Errico, Francesco De Nitto e tanti altri. Presa la licenza media, Valerio continua gli studi ginnasiali e liceali a Nardò e a Lecce e, nel giugno 1952, consegue la maturità classica presso il Liceo “Capece” di Maglie. Entrato nella Scuola di Polizia di Stato nel medesimo anno, nel 1954 viene assunto dalla società telefonica “Tirrenia” a Genova e vi percorre una bella carriera fino a diventare, nel 1987, nella SIP di Milano, Responsabile Generale per le relazioni industriali. Sempre pronto a lavorare nel sociale e nel campo della solidarietà, è presidente, negli anni ’90, del Lions Club di Brescia e segretario della Associazione Amici dell’Università Cattolica di quella città.
La svolta della sua vita avviene però nel 1990, in occasione dei mondiali di calcio. Viene a vederli p. Jacopo, missionario salesiano a Manaus, capitale dello stato dell’Amazzonia in Brasile. Era stato invitato da sua sorella M. Antonietta (io la ricordo slanciata, bella, sorridente, insegnante elementare a Tricase) che lì si era recata in seguito alla morte, nel 1981, del figlio tredicenne nato da suo matrimonio con l’ing. Salvatore Scarascia. Venuto p. Jacopo a Milano, Valerio lo mette in contatto con Eugenia Lombardi Platto che cercava un sacerdote per la celebrazione di una Messa. Padre Jacopo era direttore in Amazzonia di una scuola salesiana di agraria per ragazzi poveri e subito vengono raccolti 4 milioni di lire per la sua opera. Valerio dice di essere stato “contagiato” da padre Jacopo perché in poco tempo si raccolgono altri 15 milioni di lire, che vengono portati in Brasile dal giovane volontario Carlo Marchini.
Il 2 gennaio 1992, mentre Carlo Marchini fotografa i bambini della missione di Sâo Gabriele, affoga e muore. Viene lì sepolto e quando a Brescia si celebra la Messa in suo suffragio, Valerio Manieri va al microfono e propone di fondare un’associazione a suo nome. E così viene fatto. Dopo un anno l’associazione contava 200 benefattori e oggi, dopo 32 anni, sono più di 4.000 dando vita ad una splendida realtà a sostegno delle opere dei figli e delle figlie di S. Giovanni Bosco, a favore dei bambini poveri del Brasile.
Grazie Valerio, Tricasino doc.
Don Pierluigi, parroco
Tricase- Nei quasi 50 anni di servizio pastorale alla comunità parrocchiale di S. Antonio da Padova, don Donato Bleve – tra le altre cose – ha raccolto una ricca biblioteca; l’ingente patrimonio librario era custodito in uno dei locali del nostro oratorio, nel seminterrato, area poco fruibile e umida.
L’occasione della ristrutturazione dei locali per la catechesi posti al piano terra del complesso parrocchiale e dell’attivazione di un centro didattico, in collaborazione con Giglio d’Oro APS e Caritas diocesana, mi ha mosso a trasferire la biblioteca proprio in questi ambienti, sia per preservarne la custodia lontana dall’umidità, sia per sollecitare la fruizione di questo luogo.
Avvenuta nella giornata di ieri, 27 ottobre, al termine della S. Messa per il conferimento della Cresima, il vescovo di Ugento – S. Maria di Leuca, Mons. Vito Angiuli, ha benedetto e inaugurato il centro didattico “Giglio d’Oro” e la nuova collocazione della biblioteca che è stata intitolata al caro don Donato Bleve.
di Alessandro DISTANTE
Rinviato a data da destinare il Consiglio comunale; questa la decisione della Presidente del Consiglio a poche ore dall’orario fissato per l’inizio della seduta consiliare.
All’ordine del giorno vi era un solo punto e cioè la adozione di una variante urbanistica per la realizzazione dell’ampliamento del Pronto Soccorso e della Piastra dell’Ospedale Cardinale Giovanni Panico.
La notizia ha destato non poco stupore, sia per l’anomalìa di un rinvio senza alcuna motivazione ufficiale e da parte del Presidente che è tenuto a convocare il Consiglio su richiesta dei Consiglieri o del Sindaco (non è contemplato un potere di rinvio d’ufficio), sia -e specialmente- per l’importanza dell’argomento all’ordine del giorno.
Ma il rinvio a data di destinare porta alla luce un’altra questione più strettamente politica: le opposizioni, già il giorno prima, avevano stilato e reso pubblico un documento in forza del quale avevano deciso di non partecipare alla seduta consiliare. Ciò, ovviamente, non impediva agli altri Consiglieri di maggioranza di riunirsi e deliberare. Ed invece ciò non è accaduto. Siccome è certo che la Presidente del Consiglio non ha disposto un rinvio per un suo “capriccio”, è ragionevole ipotizzare che neppure la maggioranza era tutta d’accordo nell’esaminare la proposta di delibera.
Secondo le opposizioni -che, almeno, hanno motivato la loro scelta- non era possibile discutere della variante per carenza di informazioni e di approfondimenti su punti discussi in Commissione.
Invero, la carenza di informazione e di dibattito ha caratterizzato l’intera vicenda; eppure un argomento così importante, certamente per l’Azienda Ospedaliera ma anche per l’intera Città, avrebbe meritato un coinvolgimento informativo e partecipativo il più ampio possibile, considerato che la variante riguardava (e riguarderebbe) un Ospedale che costituisce il fiore all’occhiello della Città e determinava (e determinerebbe) una modifica sostanziale in termini di viabilità e parcheggi di una vasta zona della Città.
Si potrebbe obiettare: il Consiglio avrebbe adottato la variante alla quale avrebbe fatto seguito la pubblicazione con la possibilità per tutti di presentare osservazioni per poi giungere alla definitiva approvazione.
Il sistema ha da tempo introdotto, anche normativamente, forme partecipative allargate che si affiancano alle tradizionali forme segnate dalla scansione adozione/approvazione. Segno evidente della considerazione di un livello di partecipazione avanzato, in linea con l’affermazione di una democrazia effettiva.
Tanto più in una fase storica che vede l’assenza dei così detti “corpi intermedi”, quali erano i partiti che fungevano da canale di informazione e di dibattito e quindi di collegamento tra eletti ed elettori.
Il rinvio disposto dalla Presidente consente, comunque, di recuperare questo importante momento partecipativo. Vedremo cosa accadrà, mentre il nostro Giornale continuerà ad ospitare chi vorrà intervenire sull’argomento.