di Alessandro DISTANTE
I preoccupanti dati sull’incidenza dei fenomeni tumorali in provincia di Lecce (vedasi pag. 2) sono stati pubblicati a distanza di pochi giorni dalla condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani; il nostro Stato non è intervenuto a tutela della salute dei suoi cittadini. Il caso è quello dell’elevato numero di tumori verificatisi nella così detta Terra dei Fuochi.
Ogni paragone con il nostro territorio è fuori luogo e, tuttavia, non può negarsi quello che la scienza ha dimostrato: molto spesso alcuni tumori sono causati dal degrado ambientale. Del resto, in un altro Comune non distante da Tricase, come Maglie, l’inquinamento atmosferico da fumi è questione al centro del dibattito di questi giorni.
Problematiche di vitale importanza e che interrogano questioni di fondo, prima tra tutte l’esigenza di conciliare le esigenze della produzione con quelle della salute. Detto di questi tempi è ancor più importante e per nulla scontato se si pensa per un attimo al Presidente degli Stati Uniti d’America, democraticamente (!) eletto, che, oltre ad uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dato una svolta a favore del petrolio e del gas.
Per conciliare opposti interessi servono le regole.
Ed opposti interessi –ed anche qui l’accostamento con quanto sopra detto è azzardato- vi sono nel porto di Tricase: da una parte chi vuole fare il bagno e, dall’altra parte, chi intende usare il porto come …porto.
Nei giorni scorsi il Comune di Tricase ha approvato il Regolamento per l’uso del porto. Al riguardo, a pag. 7, troverete una analisi di quel Regolamento. Un dato su tutti suscita attenzione: nel bacino del porto è vietata la balneazione. Ovvio, direbbe qualcuno! Ma tanto ovvio non è, posto che nel porto, da sempre, la balneazione, seppure vietata, è tollerata. Opposti interessi che sembrano inconciliabili essendo pacifico che in un porto non si possa consentire la balneazione.
Ma allora: perché non porsi la questione di fondo di un bacino che si trasformi, anche giuridicamente, in quello che è, e cioè una piscina? Assurdo? Ma non è ancora più assurdo che si approvi una norma che si sa già che verrà disapplicata o violata?
Anche su questo andrebbe aperto un dibattito, come viene da più parti sollecitato a proposito delle novità sulla segnaletica e sulla viabilità urbana (vedasi articoli a pag. 4 e 5) oppure sulla rete ferroviaria (vedasi pag. 3) che sta investendo sulla elettrificazione con un progetto vecchio di trenta anni del tutto inadeguato rispetto alle questioni della ecosostenibilità.
Un dibattito che deve essere sempre caratterizzato da un atteggiamento costruttivo e di unità che non significa appiattimento o unanimismo, ma sana volontà di confrontarsi per il bene comune, trovando poi quelle convergenze e quei momenti di sintesi ai quali fa riferimento don Pierluigi nel suo articolo di pag. 4.
Mafia, droga ed estorsioni
di Alessandro DISTANTE
Le cronache di questi giorni vedono anche il Basso Salento protagonista di indagini dalla significativa e preoccupante denominazione “Sud Est” e che ipotizzano associazioni a delinquere di stampo mafioso dedite al narcotraffico, alle estorsioni con indagati che rispondono anche di possesso di armi da fuoco come pistole e fucili a pompa. Tra le piazze dello spaccio anche Tricase, oltre a Racale, Scorrano e Maglie.
L’arresto di 87 persone su un totale di 112 indagati, l’impiego di oltre 470 carabinieri con il supporto di unità specializzate e reparti d’élite, sono numeri che rendono evidente l’importanza dell’operazione. Si parla di una collaborazione tra vari clan mafiosi, il tutto per massimizzare i profitti.
Questa notizia fa seguito ad altri episodi che hanno visto, anche di recente, la Città interessata da furti che avevano destato allarme e timori.
Nessuno deve creare allarmismi e, tuttavia, ugualmente grave sarebbe il far finta di niente, così rischiando che simili disattenzioni portino a compromettere un tessuto sostanzialmente e tradizionalmente sano.
Agli interventi repressivi delle Forze dell’Ordine e della Magistratura deve affiancarsi una vigilanza diffusa. E non basta: questa vigilanza deve accompagnarsi e dare seguito ad operazioni di prevenzione e di sradicamento delle ragioni di fondo, sociali, culturali ed economiche che alimentano queste deviazioni criminali.
E qui la “chiamata alle armi” è per tutti: dalle famiglie, alle agenzie educative, al terzo settore, all’informazione.
Il dibattito sulla Città non può procedere a comparti stagno, nella sicura consapevolezza che il vivere bene (vedasi nelle pagine interne la questione viabilità e traffico) può depotenziare le spinte e le ragioni delle devianze criminali come, per esempio, il mercato delle tossicodipendenze
di Alessandro DISTANTE
“Una ingiustizia trascurata diventa una ingiustizia al cubo che prima o poi esplode”. E’ questo uno dei passaggi dell’intervista che abbiamo fatto a Lucia Goracci e che pubblichiamo su questo numero. La Goracci fa riferimento al conflitto israelo-palestinese, ma quella frase può essere altrettanto vera se pensiamo ai proclami e agli editti del nuovo presidente degli USA, quel Donald Trump che al primo posto, oltre che l’America, mette la guerra agli immigrati irregolari e ai figli degli immigrati anche se nati negli Stati Uniti. Un mio amico ha raffigurato, in una vignetta, la statua della libertà con le valigie, simbolo ormai inutile in un Paese che ha dimenticato le storie di immigrazioni e di integrazioni e che ha dimenticato che la sua storia nasce per merito e per colpe di immigrati europei sbarcati lì sul finire del 1.400.
E’ mai possibile pensare di impedire un fenomeno naturale e necessitato quali sono i flussi migratori? Le immigrazioni sono una realtà ed è impensabile ipotizzare una difesa, ci ha ricordato Umberto Galimberti a conclusione della bella iniziativa promossa nei giorni scorsi, a due passi da Tricase, dalla Fondazione Pietro De Francesco.
Ed allora, se è vero che un giornale come il nostro non può certo cambiare le sorti della storia e non può certo influire sulle opinioni di Trump, che è ben supportato (e foraggiato) dalle opinioni e dagli interessi dei vari patron dei social, è altrettanto doveroso prendere posizione e dire, con tutta la nostra flebile forza, che non crediamo in un Potere, più o (molto) meno democraticamente eletto, che pensa solo a se stesso, che pensa di risolvere i propri problemi chiudendosi al mondo a danno di milioni di poveri, creati dallo stesso modello di sviluppo del quale è portabandiera.
Sarebbe trascurare una ingiustizia che, prima o poi, esploderebbe. E questo sarebbe un danno inaccettabile ed enorme, anche per noi.
di Alessandro DISTANTE
E’ veramente una scommessa quella di uscire per un nuovo anno con un settimanale e, quando già si arriva al 28^ anno, la scommessa è ancora più grande.
Come Redazione ci siamo a lungo interrogati sulle ragioni de Il Volantino, sulla sua funzione di organo di informazione cittadino e di formazione di una coscienza civica. La linea editoriale è incentrata sui valori democratici della partecipazione, del dialogo che supera ogni conflittualità fine a se stessa, della responsabilità e della convivenza pacifica, dove la persona umana possa crescere nel suo ben-essere.
Un giornale, ci siamo detto, può contribuire a svolgere questa funzione.
Il Volantino non è un giornale di propaganda politica e come tale non può avere letture pregiudizialmente orientate a favore o contro, ma si offre come luogo di incontro e di confronto, come una “piazza cartacea” dove c’è libertà di espressione ed accettazione dell’altrui pensiero a condizione, ovviamente, che si persegua, con i propri scritti, il bene pubblico e non personale o di parte. Educarsi quindi al confronto, al dialogo per dare un contributo al processo democratico che deve essere alla base -almeno secondo noi- di una comunità di cittadini.
Se gli obiettivi sono chiari a tutti e da tutti condivisi, rimane da trovare le modalità e le forme per raggiungere quegli obiettivi.
La cadenza settimanale è un valido aiuto a pubblicare, più che notizie, riflessioni sulle notizie che, oggi come oggi, viaggiano sulle veloci strade della rete (social).
Tanto più necessario ci sembra un giornale di riflessione in un’epoca in cui c’è poco spazio per questa “arte”, tutti presi dalle sensazioni e dalle emozioni.
Ed ancora: un settimanale cittadino non può che avere ad oggetto la Città; eppure un cittadino può non riflettere su avvenimenti nazionali ed internazionali? Certo, per questo ci sono testate molto più autorevoli, eppure un giornale, per non essere provinciale, deve sapersi interrogare anche su temi che vanno oltre il localistico e, soprattutto, collegare il locale al globale. Per questo abbiamo pensato di ospitare, essenzialmente con interviste, autorevoli esponenti della realtà locale e nazionale, a partire dai nostri amici premiati.
Nel prossimo numero, tanto per cominciare, pubblicheremo un’intervista a Lucia Goracci, giornalista RAI impegnata da sempre sui fronti di guerra più caldi.
E poi -ci siamo detti in Redazione- dobbiamo dare spazio ai giovani e alle donne, soprattutto per avere una lettura della realtà da parte loro. Da qui l’invito ad entrare in Redazione.
Un’altra considerazione: proprio per spingere sulle riflessioni ed andare oltre la cronaca abbiamo deciso, per l’anno 2025, di privilegiare l’uscita settimanale del sabato, continuando tuttavia ad avvalerci del sito e del canale facebook per le notizie di cronaca oltre che per consentire, a chi ci segue da lontano o non può ritirare il cartaceo, di poter leggere il settimanale e i suoi articoli.
Non siamo così ingenui dal non esserci posto il problema economico-finanziario: nessun progetto può essere realizzato se mancano i soldi. Per questo dobbiamo ringraziare gli amici sponsor per merito dei quali, per tutti gli anni passati, siamo usciti e che ci danno forza per coprire le spese anche per il 2025.
Ed allora, riprendiamo ad uscire, chiedendo ai Lettori di sostenerci anche inviando contributi scritti che, da noi vagliati secondo il criterio della correttezza, della ricerca della verità e della rilevanza, verranno pubblicati.
Sabato, 18 gennaio torna il Volantino settimanale cittadino di Tricase.
28 anni de il Volantino.
E’ veramente una scommessa quella di uscire per un nuovo anno con un settimanale e, quando già si arriva al 28^ anno, la scommessa è ancora più grande...