Lunedi,30 marzo 2020

400 MILIONI AI COMUNI PER I BUONI SPESA

In provincia di Lecce spettano al Comune di Lecce, un milione e 431mila.

Per quanto riguarda gli altri Comuni,da segnalare l'importo di 141mila euro per Tricase, 260mila per Nardò, 216mila per Galatina, 209mila per Copertino.

L’elenco della provincia di LECCE

Arriveranno entro martedì 31 marzo i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare.

La tempistica è scritta nella versione definitiva dell’ordinanza della Protezione civile, che fissa anche i criteri di ripartizione delle risorse.

L’80% del fondo sarà distribuito in base alla popolazione, e l’altro 20% si concentrerà nelle zone più povere in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale

Ma come avverrà la distribuzione? I 400 milioni potranno essere utilizzati dai Comuni in due modi: o attraverso dei buoni spesa per l'acquisto di generi alimentari presso una serie di esercizi commerciali contenuti in un elenco pubblicato da ogni amministrazione, oppure comprando e distribuendo direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità.

 

Cinque Marzo 2020

Il giorno 5 marzo 2020 è iniziata una nuova vita per Torre Palane: essa è stata formalmente consegnata dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli - quindi dal Demanio marittimo, al Comune di Tricase, sul cui territorio insiste.

Con questa decisione, viene sancita non solo la fine di un iter amministrativo iniziato tempo fa, anche se dalla progressione lenta, ma anche -ci piace pensare- l’inizio di una fase nuova che ponga fine ai tentennamenti, alle sinusoidi di interesse privato e disinteresse pubblico, ai tentativi zoppicanti di trovare una destinazione chiara negli intenti, condivisa da quanti se ne vorranno interessare, stabile nel lungo termine, culturalmente propulsiva, dinamica, soprattutto pubblica.

TORRE PALANE a Marina Serra

Però, per essere davvero pubblica, non basta che sia affidata ad un ente pubblico: le attività devono soddisfare un “pubblico interesse”, i destinatari sono il pubblico.

D’altra parte, per questo la torre costiera è stata eretta nel XVI secolo, per la protezione del territorio: questa torre, come le altre.

E dove finiva un’insenatura ed un promontorio oscurava la vista del tratto di costa successiva, su un’altura ne costruivano un’altra che colloquiasse con quelle precedenti e successive, in modo da creare una catena comunicativa avente le stesse finalità protettive.

A questo orizzonte lontano è opportuno guardare nella progettazione della sua salvaguardia fisica in primis e del suo ruolo successivamente. Naturalmente il coinvolgimento di tante realtà, pubbliche e private, in quello che dovrà essere un progetto di ampio respiro, partecipato, è scontato, ma l’errore da non fare, è perdere il focus sugli obiettivi.

Tante esperienze di gestione di beni simili ormai hanno fatto letteratura: più lungimirante e culturalmente denso e variegat è l’obiettivo, più probabilità di successo si hanno. La “cortomiranza” sembra pagare nel brevissimo tempo, ma sulla lunga distanza è fallimentare. Ed infatti così pare essere stata finora la vita in apnea di questa bellissima torre.

L’Associazione Marina Serra, da anni attiva su diversi fronti (ambiente e natura, cultura, agricoltura, alimentazione) che, per quanto diversi, hanno in comune questo intento latamente pubblico, si è adoperata fattivamente e con tanta costanza e pazienza per ottenere questo piccolo grande risultato conclusivo: l’assegnazione al Comune di Tricase di Torre Palane, di cui quindi rivendica il merito, al solo scopo di dimostrare che, se si vuole, si può. Ma si può solo se si vuole in un certo modo e con certi scopi: pubblici appunto, per i tanti “pubblici” di oggi e di domani.

Angelo Francesco Chiuri

Presidente Associazione di Promozione Sociale “Marina Serra”

I POVERI AUMENTANO E LA PARROCCHIA SI MOBILITA

Intervista a don Flavio Ferraro

In tempi di coronavirus anche le Parrocchie hanno dovuto cambiare le loro modalità di vivere l’impegno pastorale. Molti gli appuntamenti per le Messe e per i momenti di preghiera; tutti attraverso video e molti in diretta streaming. Abbiamo raggiunto, ovviamente per telefono, il parroco della Chiesa Madre, don Flavio Ferraro al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Come vivi questo momento di distacco forzoso dalla tua comunità?

E’ inutile dirlo: mi sento in clausura. Per me, come per tutti noi parroci, il contatto con le persone, con i nostri parrocchiani è fondamentale. Non basta la parola, che cerchiamo di far arrivare attraverso le dirette streaming e il telefono; mi manca il contatto fisico, il guardare i volti dei miei parrocchiani, stringere loro la mano. In questo momento di emergenza è necessario fare così, ma non è pensabile una comunità parrocchiale virtuale.

Chi è che vive con maggiore difficoltà questo momento?

Certamente le persone anziane. Per loro, lo stare chiuse in casa, tante volte da sole, è una sofferenza enorme. Per i ragazzi è molto diverso: attraverso le video-cam oppure con i cellulari o internet riescono a riempire il loro tempo ma anche a rimanere in contatto tra di loro e sviluppare anche una certa creatività. E poi hanno l’impegno della scuola, seppure a distanza. Mentre, per gli anziani, non è così. Se penso a qualche vecchietta che aveva come unica uscita la Messa quotidiana, mi viene tanta tristezza.

Le attività di volontariato sono state sospese?

La Mensa di fraternità abbiamo dovuto sospenderla per ovvi motivi. Ma i bisogni aumentano e ai poveri di ieri si aggiunge e si aggiungerà a breve una nuova vasta schiera di poveri. Penso soprattutto a tante persone, con nomi e cognomi e con famiglie a carico, che hanno lavorato, talvolta lavoricchiato, ma comunque raggiungendo quelle risorse economiche che consentivano loro di portare avanti la famiglia. Da oggi e soprattutto tra qualche settimana, e non parlo di mesi, le situazioni di difficoltà cresceranno notevolmente e il rischio di esplosione del disagio sarà altissimo. Non possiamo soltanto pregare; dobbiamo pensare a loro ed intervenire.

Hai pensato a qualcosa in particolare?

Stiamo elaborando un progetto che vogliamo chiamare: spesa-sospesa, un po’ come il caffè sospeso, pagato per chi viene dopo. E’molto semplice: non vogliamo raccogliere soldi da dare a chi ha bisogno. L’idea è che chi vuole può recapitare alla Parrocchia dei buoni-spesa che io poi donerò a chi ne ha bisogno. Il buono spesa verrà lasciato in alcuni punti di raccolta. Sto pensando a casa mia (nella mia cassetta) e a tre rivendite di tabacchi, che in questo periodo possono rimanere aperte. Io passerei a raccogliere i buoni spesa donati e li consegnerei a chi conosco, a persone cioè delle quali conosco l’effettivo bisogno. Il progetto verrà avviato in forma sperimentale ma, d’intesa con la Caritas diocesana, potrà essere esteso alle altre Parrocchie della Foranìa.Ed è grazie alla Caritas diocesana che cerchiamo di provvedere ad altre esigenze, come il pagamento delle bollette per la fornitura di servizi essenziali; talvolta serve solo una integrazione, quanto manca a pagare la bolletta; altre volte paghiamo l’intero. E sempre con la Caritas, laddove è possibile e dove vi è urgenza, la Parrocchia non fa mancare gli alimenti. Ma ripeto, il futuro, con la crisi che ha portato il blocco delle attività per il coronavirus, sarà molto difficile e dobbiamo essere attenti ai tanti nuovi bisogni.

Pensi di coinvolgere i tuoi gruppi parrocchiali in questo progetto della spesa-sospesa?

Sì certamente; non intendiamo mettere in campo la squadra dei ragazzi ma la partecipazione dei grandi, specialmente dei capi scout sarà fondamentale.

Come vedi la risposta della Città in questo momento?

Ho saputo che l’Assessorato ai Servizi Sociali sta coinvolgendo le associazioni per organizzare una forma di volontariato ampia. Io ho dato la mia personale disponibilità alla Pro Loco. Ma a tutt’oggi non si è potuti partire; l’ultima notizia è che sta per essere approvata una delibera comunale che ufficializzi l’iniziativa. Ma intanto bisogna intervenire: le necessità ed i poveri non possono aspettare.

Quali sono le conseguenze del coronavirus sui Sacramenti?

Domenica prossima era programmata la Cresima ma ovviamente è stata rinviata. La Prima comunione è programmata per il 17 maggio, vedremo. Purtroppo molti matrimoni, fissati per i mesi di marzo-giugno, sono stati rinviati a dopo l’Estate

I gruppi parrocchiali stanno continuando, e come, la loro esperienza di comunità?

Le catechiste non perdono tempo; fanno giungere ai ragazzi schede e materiale vario. In questo modo riescono a tenere vivo il senso di appartenenza al gruppo e farli crescere. Io poi preparo la Messa domenicale delle 10; invio ai ragazzi una specie di introduzione e poi mi seguono nella celebrazione, da casa certo, ma debbo dire in

maniera partecipata. Sono molto felice di ricevere messaggi, magari a distanza di tempo, ma comunque belli perché spontanei.

Insomma don Flavio continui nella tua incessante operosità

Mi sento in clausura sì, ma non mi posso fermare.

Tricase,28 marzo 2020

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

Alcune cose connesse al coronavirus vanno ricordate, a futura memoria, fermate qui e ora, in questo preciso momento storico, in queste settimane di clausura. Almeno alcune tendenze nelle loro sfumature recondite e futuribili. Prima di tutto sta per finire la ventata, quasi una tempesta, antiscientifica.

Sono quasi spariti dal web i no-vax, ignoranti assurti fino agli scranni del Parlamento, gente che non aveva visto in vita sua neanche un programma televisivo di Piero Angela.

Gente che ignora ancora oggi che i virus, i batteri ci hanno permesso di esistere, di creare i nostri anticorpi. Ignorano le decine di epidemie che da sempre hanno colpito l’umanità, senza bisogno di agenti segreti e fameliche società farmaceutiche. Gente fomentata da un web sempre più sconcertante, che ancora oggi ama parlare di complotti, di scienziati che hanno volutamente sparso nell’aria una sostanza micidiale.

Intanto però non sono più no-vax e aspettano con ansia un vaccino liberatorio (che in genere la multinazionale tiene nascosto in un cassetto). Queste persone oggi sono disorientate, ma sempre pronte ad accettare la verità più inverosimile, purché non comporti una loro presa di coscienza.

In questo momento sono semi-nascosti anche i sovranisti a tutto tondo. Quelli che negli ultimi anni hanno immaginato, su input di politici in malafede, che l’autarchia fosse la soluzione di tutti i problemi. Ora hanno capito che il virus così come le merci, i soldi, le persone sono ormai interconnesse e se va male l’America o la Cina, va male anche l’Europa. Hanno capito?

O sono ancora imbevuti di spot e post che inventano nemici ad ogni passo, con preferenze per la Merkel, Macron e l’Europa? Possibile che ancora non si sia compreso che solo un’Europa unita e governata in modo univoco, può migliorare la nostra vita, la nostra economia, il nostro ambiente?

L’immigrazione non è più il problema dei problemi. Nessun politico va in Tv a dire che dobbiamo mandare tutti a casa loro, così qui la ricchezza tornerà a sorridere agli “italiani veri”. Ora noi, come quei poveracci in mezzo al mare, stiamo solo pensando a come salvare la pelle.

Nel frattempo sono in via di estinzione le richieste di miracoli ad personam, come se fosse arrivata improvvisa l’illuminazione che i problemi si risolvono nella loro globalità, nelle leggi di una comunità, non all’interno di una visione personalistica del rapporto con la natura e tutto ciò che ci circonda. Sembrerebbe sia in atto una minore attenzione ai santi e una maggiore propensione verso la ricerca di una comunità consapevole.

Le nostre vite si stanno spostando con veemenza verso il virtuale. Sarà difficile stare insieme come un tempo, per molto tempo ancora. Il vaccino se ci sarà non eliminerà il virus che continuerà ad esistere dentro di noi, come è successo ad esempio per il morbillo e la varicella. Quindi la scuola cambierà molto: buona parte dei programmi si potranno svolgere on-line e forse alcuni problemi logistici saranno finalmente risolti.

Viaggeremo in modo diverso e comunque solo con un consenso di tracciabilità attraverso i nostri cellulari che a loro volta indicheranno ogni persona che avremo incontrato. Siamo oltre l’immaginazione di ogni autore di fantascienza, ma questo è, e ancora di più sarà. I droni ci porteranno la posta e controlleranno che la nostra casa sia in ordine, in ogni suo aspetto: e sicurezza sia.

Un altro modo di vivere che si farà strada nei prossimi anni, nei prossimi business: la spesa si farà con le app delle varie catene di supermercati senza muoversi da casa. Potremo scegliere fra migliaia di articoli senza prendere il carrello e fare la fila alla cassa. E alla fine fra pochi decenni il sesso sarà un ricordo: sarà impossibile toccarsi, ci si potrà voler bene a distanza, nel modo che si imporrà più conveniente.

E infine i figli in provetta si ordineranno su una piattaforma mondiale, dando le dovute credenziali e le necessarie carte di credito.Insomma un’accelerazione sull’evoluzione della nostra specie, per colpa di un virus, o forse grazie a lui,portandola verso direzioni nuove, sconosciute, forse di maggiore solitudine, di maggiore interconnessione.Non lo so, ma certamente il virus infettante ci ha fatto intravedere un sacco di cose del mondo che verrà.

Un’ultima cosa sulla cittadina che vivo, la mia Tricase. A tutt’oggi non c’è nessun caso di contagio da Covid-19. Ne siamo tutti felici e speriamo che continui così.Ma un avvertimento: non è merito del sindaco, degli assessori, dei consiglieri di semi-opposizione o di quelli decisamente contrari, neanche dei medici o dei farmaci, ma di quella cosa che la protezione civile si ostina a invocare come “distanziamento sociale”.Nessun contagio perché qui la distanza sociale si applica da anni, in silenzio, senza neanche soffrire tanto.

Tricase,28 marzo 2020

Dalla pagina di facebook del sindaco Carlo Chiuri

AGGIORNAMENTO COVID-19 TRICASE

A seguito dei necessari approfondimenti effettuati nella nottata appena trascorsa e nella mattinata odierna, informo la cittadinanza che anche a Tricase, purtroppo, vi è un caso di contagio da covid-19.

Si tratta di un paziente già seguito dai competenti servizi ASL, che aveva osservato un primo periodo di quarantena e, in attesa dell'esito degli esami, su indicazione del Comando di Polizia Locale e della ASL, permaneva, con alto senso di responsabilità e seppur in assenza di ulteriori indicazioni ufficiali, in auto-isolamento in casa.

Invito pertanto la cittadinanza tutta a continuare ad osservare scrupolosamente le disposizioni precauzionali già adottate a livello locale e nazionale.

Esprimo il mio rammarico per l'assenza di informazioni ufficiali al momento in cui scrivo e vi assicuro il mio costante impegno a tutela di tutta la comunità.#maicomeadessodobbiamorestareacasa

IN SEGNO DI LUTTO

Tanti cittadini già lo stanno facendo. E ora anche gli edifici pubblici esporranno il tricolore in segno di lutto.
ll sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha firmato una circolare che invita tutti gli edifici pubblici a esporre la bandiera italiana a mezz'asta nella giornata di martedì 31 marzo in segno di lutto per le vittime del coronavirus, di vicinanza ai familiari delle vittime, di partecipazione nazionale al cordoglio delle comunità più colpite

Venerdi,27 marzo 2020 - Fonte Regione Puglia

Aggiornamento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulle forniture da parte della Protezione civile nazionale, dei dispositivi di protezione individuale (DPI) destinati a tutti coloro che stanno svolgendo servizi essenziali, come medici, personale sanitario, 118, medici di famiglia e farmacisti:

"La notte scorsa sono arrivate qualche migliaio di mascherine dopo le nostre pressioni.

Abbiamo il necessario per andare avanti un altro giorno, ma abbiamo anche la promessa da parte del Governo e del commissario Arcuri di ottenere consegne quotidiane. Più in generale - aggiunge Emiliano - ci auguriamo che anche gli ordini per 32 milioni di euro di mascherine, tute, occhiali e ventilatori che abbiamo fatto come Regione Puglia sul mercato parallelo possano andare a buon fine. Va detto che stiamo ricevendo la collaborazione di tutti. Le banche, per esempio, sono rimaste aperte fino a tardi per consentirci di inviare le lettere di credito.

Fino ad oggi, lo voglio ribadire, siamo andati avanti con le nostre scorte, quelle che avevamo prudentemente messo da parte per tempo. Nessuno avrebbe potuto acquistare allora quantitativi superiori. Quindi abbiamo già fatto un vero e proprio miracolo. Non molliamo".

Il dirigente della sezione Protezione civile della Regione Puglia, Mario Lerario, comunica che da ieri a oggi 27 marzo sono arrivate da Roma – Dipartimento Protezione Civile le seguenti forniture:

3.480 mascherine ffp3

34.800 mascherine ffp2

30.000 bende tipo "Montrasio"

2.000 tute

11 ventilatori meccanici per terapie intensive (che si aggiungono ai 5 ventilatori già arrivati)

Si ricorda che il fabbisogno giornaliero della Regione Puglia è:

mascherine ffp3 33500

mascherine ffp2 33500

Tute 21350

ventilatori meccanici per terapie intensive = fabbisogno 408

 

Tricase,27 marzo 2020

Precisazioni del medico curante

In qualità di medico curante del sig. VITO ZOCCO preciso quanto segue: il paziente non risulta, al momento, affetto da infezione da covid19 ;

si è diffusa in data odierna l'allarmante notizia che il sig. Zocco fosse risultato  positivo al tampone diagnostico, al quale è stato sottoposto in via precauzionale, poichè un suo collega di lavoro ,non di Tricase, aveva avuto contatti con una persona risultata positiva al test.

Preciso che il sig.Zocco sta osservando in maniera rigorosa le indicazioni prescritte per la quarantena fiduciaria, non ha sintomi riconducibili ad infezione da covid19,in attesa del risultato del tampone.

Tanto ho ritenuto di dover precisare per la serenità del mio assistito che ha subito pressanti ed ingiustificate considerazioni sulla sua presunta patologia

Dott.ssa Anna Maria Girasoli

27 Marzo 2020

Il bollettino epidemiologico della Regione Puglia dice:

1 CASO A TRICASE

 

CORONAVIRUS:PRIMO CASO A TRICASE

Il dott. Pierangelo Errico, direttore sanitario dell'ospedale Car.G.Panico di Tricase: “ Non è all’ospedale Panico

 

QUESTI DOVREBBERO ESSERE I COMUNI

( IN PROVINCIA DI LECCE) “CONTAGIATI”

COPERTINO

LECCE

NARDÒ

MONTERONI

GALATINA

LEVERANO

CARMIANO

SAN PIETRO IN LAMA

SURBO

CAMPI SALENTINA

ARADEO

GAGLIANO DEL CAPO

VEGLIE

GALLIPOLI

ARNESANO

CALIMERA

CAVALLINO

GALATONE

MAGLIE

MELENDUGNO

MELISSANO

POGGIARDO

SQUINZANO

PRESICCE

ALEZIO

CUTROFIANO

LIZZANELLO

RACALE

TRICASE

MELISSANO

MURO

STERNATIA

 

 

Papa Francesco,l'appuntamento epocale: oggi alle 18 l'indulgenza plenaria dai peccati.

Oggi,venerdì 27 marzo, alle 18, Papa Francesco impartirà - affacciandosi sul sagrato deserto della Basilica di San Pietro di Roma - la benedizione "Urbi et Orbi" condivisibile, per i fedeli di tutto il mondo, attraverso i canali social e delle telecomunicazioni del Vaticano.

E dalla Santa Sede arriva anche la notizia che il Papa donerà 30 respiratori alle zone più colpite dal coronavirus: ad ore l'elenco dei nosocomi e i particolari.Tornando alla benedizione: si tratterà di un momento speciale  per tutti i credenti che si riuniranno, prima, in un virtuale, ma condiviso, momento di preghiera comune contro la pandemia del coronavirus.

La benedizione "Urbi et Orbi" è un fatto eccezionale della liturgia: il Papa la impartisce alla sua elezione al soglio pontificio, a Pasqua e a Natale. E concede ai credenti l'indulgenza plenaria dai peccati.

A partire dalle ore 18 di venerdì l'evento sarà trasmesso in diretta mondovisione da Vatican Media e potrà essere seguito in più lingue sulla Radio Vaticana e sulla home page https://www.vaticannews.va, sulla pagina FacebooK (@vaticannews.it), e in diretta sul canale youtube.

Urbi et Orbi è una locuzione latina che significa "a Roma e al mondo" utilizzata in solenni benedizioni pontificie per indicare che esse sono rivolte non solo alla città di Roma di cui il Papa è vescovo, ma a tutto il mondo cattolico

 

 

La direzione generale del “Cardinale Panico” ha voluto ringraziare la CEI e la Conferenza Episcopale Pugliese “che attraverso anche il  contributo economico ci spronano ad una più intensa e concreta azione

Nata in un momento difficile della vita del nostro Paese, in una terra che viveva, all’indomani del secondo conflitto mondiale, la sofferenza dell’immigrazione ma anche del sottosviluppo della povertà e della miseria, l’Azienda Ospedaliera Giovanni panico di Tricase è stata, soprattutto in quegli anni, ma continua ad esserlo ancora oggi nelle mutate situazioni, punto di riferimento nel territorio salentino, un luogo dove l’assistenza agli ammalati e ai sofferenti si coniuga con la testimonianza di una fede che guarda a ogni uomo e a tutto l’uomo.

Oggi il Paese si trova a vivere una situazione che, da varie parti, è stata definita più grave di quella vissuta dall’Italia nel dopoguerra, e alla pandemia del virus Covid-19 si risponde con l’impegno di tutte le realtà che operano in una struttura sanitaria: medici e infermieri, personale sanitario e amministrativo, donne e uomini che di fronte alla gravità della situazione non si tirano indietro, anche a rischio della loro stessa vita, come, purtroppo, stiamo registrando in questi giorni difficili.

Papa Francesco ha chiesto di rispondere alla pandemia con la preghiera, ma anche con le opere.

La nostra preghiera, come struttura ospedaliera attiva nel territorio salentino”, si legge in una nota della Direzione generale dell’Azienda Ospedaliera tricasina, “si fa azione concreta per continuare ad essere accanto alle donne e agli uomini, ai giovani e agli anziani che hanno bisogno di cure e assistenza. Il nostro grazie oggi va alla Conferenza Episcopale Italiana che ha voluto destinare una parte dei fondi dell’8 per mille ad alcune realtà assistenziali, come il Cottolengo di Torino e l’Istituto Poliambulanza di Brescia, compreso il nostro Ospedale di Tricase”.

Il “Cardinale Panico” ha voluto ringraziare anche la Conferenza Episcopale Pugliese che ha espresso la Sua vicinanza ed il sostegno agli Ospedali Cattolici presenti in Puglia (Casa Sollievo di S. Giovanni  Rotondo, Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti e Ospedale Panico di Tricase), con un contributo dei Fondi dell’8 per mille”.

Grazie alla CEI e alla CEP che attraverso anche il  contributo economico ci spronano ad una più intensa e concreta azione, confortata dalla preghiera. E lo fanno nel giorno in cui la Chiesa fa memoria dell’Annunciazione e ricorda i 25 anni della Lettera enciclica di san Giovanni Paolo II “Evangelium Vitae”. Promuovere e difendere la vita non è un concetto astratto, scrive, “ma si manifesta sempre in una persona in carne e ossa: un bambino appena concepito, un povero emarginato, un malato solo e scoraggiato o in stato terminale, uno che ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, un migrante rifiutato o ghettizzato… La vita si manifesta in concreto nelle persone”.

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