Gianluca Tondo nominato segretario generale regionale
UNARMA ASC approda in Puglia
Nei giorni scorsi, il 22 e 23 settembre, si è tenuta nella bella località di Montesilvano in provincia di Pescara, la prima assemblea costituente di UNARMA ASC, due giorni di full immertion alla quale hanno partecipato oltre 300 persone tra delegati ed ospiti, provenienti da ogni regione d’Italia pronti a rinnovare quella che fu la più entusiasmante avventura mai avvenuta nell’Arma dei carabinieri.
Appena nata – più appropriato sarebbe dire rinata - UNARMA ASC annovera già 450 delegati su quasi tutto il territorio nazionale; la Regione Puglia in particolare, vede tra le sue fila il segretario generale regionale Gianluca Tondo, maresciallo da sempre impegnato nella doppia veste di difensore dei valori costituzionali al servizio del cittadino ma anche dei propri colleghi di ogni ordine e grado.
Sua per esempio l’iniziativa legale che il recente 25 settembre ha portato alla Corte Costituzionale le rivendicazioni alla dignità professionale di migliaia di marescialli capo dell’Arma, rimasti bloccati, anche per più di due decenni, nello stesso grado, senza alcuna garanzia di una congrua progressione di carriera, condizione - a parere dei ricorrenti - non tenuta in debito conto dal riordino delle carriere delle FF.OO. e delle FF.AA. del 2017.
Sul territorio di competenza il segretario generale regionale, potrà contare sull’apporto concreto e significativo di colleghi dall’altrettanto elevato profilo culturale e professionale: sarà affiancato infatti dai segretari regionali Nunzio Pizzo, Antonio Giaimis e Dante Siclari nonché assistito dall’opera delle costituite sedi provinciali guidate dai rispettivi segretari generali provinciali, Giovanni Venditti per la provincia di Foggia, Giovanni Lazazzara per la provincia di Bari, Salvatore Biondino per la provincia di Brindisi, Giorgio D’Ippolito per la provincia di Taranto e Pantaleo Rizzo per la provincia di Lecce, ognuno di essi coadiuvato, a loro volta, da numerosi collaboratori.
“Siamo pronti a rinnovare quella che è stata la più alta espressione di pensiero democratico nell’Arma dei carabinieri per la tutela dei diritti dei suoi appartenenti, riferisce il segretario generale regionale, Unarma ASC si prefigge oggi obiettivi ancora più nobili, mete che nessuno può ancora prevedere ma che senza dubbio saranno indirizzate al miglioramento di ogni condizione di lavoro degli uomini in uniforme e della stessa Istituzione, traguardi che dovranno dare ancora maggior lustro alla gloriosa Arma dei carabinieri e una più rilevante percezione di sicurezza al cittadino. Certamente il lavoro da fare è tanto ma noi non vediamo l’ora di cominciare, contando fin da subito nella collaborazione, la buona volontà ed il buon senso di tutte le componenti chiamate in causa da questa storica sentenza”
di Giuseppe R. Panico
Camminando per il paese, con occhi aperti e vigile attenzione, è facile notare i tanti volantini
pubblicitari sparsi per strada o appesi a porte ringhiere e cancelletti.
Sarà colpa dei commercianti che fanno pubblicità anche in tal modo incivile?
Della debolezza delle nostre istituzioni nell’ assicurare l’ordine e non certo il disordine?
O di chi, privo di senso civico, non pulisce nemmeno l’uscio di casa o l’antistante marciapiede ma ben arreda gli angoli con bottiglie di plastica?
La sciatteria urbana deriva anche dalle troppe case lasciate “al grezzo” o in vendita o inutilizzate e abbandonate che degradano ancor più i quartieri e riducono il valore delle vicine proprietà.
Se poi allunghiamo il passo verso strade e stradine di campagna, fra la xylella che avanza, notiamo che molti terreni campagne, casolari (e villette incomplete) siano ormai non più in uso alla agricoltura ma alla natura che subentra selvaggia.
Sono le conseguenze, in paese, di una povera urbanistica e servizi e, in campagna, l’evidenza di uno “stacco culturale” con il nostro millenario passato da… “terroni”, ora “evoluti” verso nuove e meno faticose attività.
Va aggiunta la pluridecennale incuranza dello Stato nel sostenere il settore agricolo e la inadeguatezza della politica di periferia per scelte concrete e lungimiranti e non certo imponendo nuovi veti, burocrazia, catastrofici ritardi e inefficaci soluzioni.
Lo dimostra anche la gestione del problema xylella da parte della Regione Puglia, che peraltro ci pone, fra le regioni italiane, all’ultimo posto nelle spese per i programmi di sviluppo rurale, come anche l’idea di distribuire le acque meteoriche (depurate) nelle nostre campagne.
Al momento vasche, tubolature, valvole e tubi fanno ruggine ormai da circa 13 anni, a testimoniare che l’arte della buona politica agricola è ben lungi dall’essere soddisfacente, ma lascia nuovi vincoli e servitù ai nostri terreni.
E così quella che era un tempo una ricchezza (case e terreni), complici anche altri fattori economici e sociali, tende sempre più a diventare un fastidioso e costoso orpello che allunga l’elenco delle “Proprietà Incolte”.
Di Incolto, oltre alle proprietà private, vi sono, da decenni, anche tante proprietà pubbliche (ovvero di noi tutti) affidate ai nostri amministratori (ex macelli, ex scuole etc).
Per i terreni incolti (e annessi edifici) la Regione Puglia ha reso attivo mediante apposita legge del 2014, recentemente aggiornata, la Banca delle Terre e il Registro delle Terre Incolte ove i Comuni devono fare confluire i loro dati, dopo apposita indagine/censimento del proprio territorio.
Lo scopo è quello di assegnare tali terre a chi ne è privo ma intende dedicarsi alla agricoltura e/o attivare imprese agricole.
Lodevole iniziativa politica, almeno a parole. Ma forse si scontra con la generale sfiducia in istituzioni che già non hanno saputo valorizzare, anche cedendo/vendendo/affittando, le pubbliche proprietà a privati o imprese e col ricavato migliorare i servizi o abbassare le tasse.
Lasciate invece nel degrado per decenni, ci si inventa futili e improduttivi motivi per recuperarle e farne poi un uso decisamente marginale e improduttivo a favore di pochi ma a spese continue di noi tutti.
Ora le stesse istituzioni intendono farsi tramite nell’assegnare a privati le terre incolte di altri privati.
Forse meglio dare spazio e incentivare la libera iniziativa, la domanda/ offerta di proprietà fra diretti interessati, le vendite/affitti all’asta di proprietà pubbliche e private, gli utili servizi verso le campagne, (viabilità, facilitazioni burocratiche, incentivi economici etc) e non certo nuove burocrazie, nuovi poteri, nuovi condizionamenti.
Ne derivano ulteriori fughe dei nostri giovani dalle campagne, dalla città e… dalla politica delle belle parole, ma dai fatti spesso inutili, incompiuti o inefficaci e improduttivi.
Lo “stacco culturale” difficilmente potrà indurre i nostri giovani non emigrati (in gran parte NEED ovvero fra 20 e 34 anni che né studiano, né lavorano, né seguono attività di formazione) a tornare fra campi e casolari e chinare la schiena su zolle coltivate dai loro avi ma ora invase da erbacce, da volpi che prolificano e “sacare” che strisciano.
E se per la città avremo(??) un PUG, per le campagne avremmo almeno bisogno di una convincente visione del futuro, con strumenti attuativi che non siano solo l’arido, pur utile, Registro delle Terre o (meglio) Proprietà Incolte, ove meriterebbe un posto d’onore qualche nostro cadente castello, le nostre cadenti torri costiere, e tante (nostre) proprietà comunali.
Tricase,14 ottobre 2019
Nunzio Dell'Abate,consigliere comunale d'opposizione
e consigliere provinciale attacca Carlo Chiuri:
“ Le sempre più insistenti voci fatte circolare ad arte in città dal sindaco, anche attraverso il fido consigliere Pasqualino De Marco, su di una intensa attività sottotraccia che il sottoscritto, unitamente alla collega Federica Esposito, starebbe profondendo per evitare la caduta della sua amministrazione al solo fine di preservare la propria poltrona provinciale è quanto di più becero ci possa essere e necessita di una secca smentita, ove mai qualcuno sia mosso a crederci.
Comprendo bene la ragione di questa misera trama che vuol essere di monito ai consiglieri di maggioranza affinché sappiano che, extrema ratio, troverà appoggio nei due consiglieri provinciali che per restare in carica a Lecce devono necessariamente conservare lo status di consigliere comunale.
Film già visto con gli altri miei colleghi di minoranza che hanno stroncato sul nascere ogni suo tentativo di approccio.
Evidentemente Chiuri confonde lo spirito di servizio con la poltrona, quella a cui è attaccato lui e che costa al Comune di Tricase 3.000 euro al mese.
Chi scrive non percepisce un euro di indennità dalla Provincia, ma solo il rimborso del carburante ed è spinto dall’irrefrenabile voglia di mettersi al servizio del Salento, con un occhio particolare rivolto alla propria comunità.
Certo la prematura dipartita della amministrazione Chiuri priverebbe Tricase di due rappresentanti istituzionali, entrambi con funzioni di governo in provincia, ma queste sono ulteriori conseguenze della sua incapacità politica e del suo carattere dispotico e di autosufficienza, per nulla incline al dialogo ed alla condivisione già all’interno della sua stessa maggioranza.
Non sono affatto da meno quelle di aver condotto il paese ad un isolamento politico nel Capo di Leuca e di averlo messo alla berlina per la sua litigiosità e pressapochismo.
Allo stato dell’arte forse il miglior Cambiamento per Tricase è quello di Cambiare sindaco.”
di Pino Greco
Comunque vada, sarà un successo! “Lasciate che tutto vada come deve andare.
La differenza alla fine la faranno le parole, le persone.“ Era una famoso “ motto”vincente.
Potremmo utilizzare questo sostantivo capovolgendo il significato della sua azione:
Comunque vada non sarà un successo per l’Amministrazione Chiuri.
Proprio così. Indipendentemente dalle scelte del primo cittadino ( rientra o non rientra a fare il sindaco), questa amministrazione è entrata nel Guinness dei primati.
Infatti, numeri alla mano, sono tante le cose mai viste.
Dalla percentuale dei votanti ( al ballottaggio solo 5.393 voti), alla nomina dei primi assessori (tutti senza esperienza amministrativa), alle continue beghe fino alle offese, alla richiesta (con scadenza) di gruppi di maggioranza di sostituire i 4 assessori ( richiesta soddisfatta a metà), alle dichiarazioni poco “ amichevoli “ del sindaco nei confronti degli ex assessori Antonella Piccinni e Mario Turco, all’assenza del primo cittadino (nell’Assise) ogni qualvolta a prendere la parola era un consigliere di minoranza, all’arrivo a Palazzo Gallone di un vice sindaco ( ex dipendente comunale), all’attuale Giunta dove nessun componente ha tessera di partito, alle dimissioni dalla maggioranza ( dal proprio gruppo di appartenenza) del presidente del Consiglio comunale, alle dimissioni del sindaco, alla mancanza di fiducia con l’attuale maggioranza da parte del consigliere Giuseppe Peluso ( per promesse non mantenute).
Insomma, ci sembra che la strada per arrivare al voto si preannuncia molto breve, perché la differenza alla fine la faranno le parole e le persone.
Sabato, 12 ottobre ore 19,30 presso la tomba
del Servo di Dio Don Tonino Bello nel cimitero comunale di Alessano
Prosegue la programmazione di eventi di promozione del pensiero e dell’opera di Don Tonino Bello nella Città di Alessano.
Dopo aver completato l’installazione di dodici opere d’arte lungo l’itinerario artistico (che presto diventerà anche un percorso catechetico) che conduce alla tomba del Vescovo della Pace tramite il ciclo di eventi culturali “Venti alle Venti” e aver ospitato numerosi momenti di riflessione e laboratori esperienziali (da ultimo il meeting internazionale “Carta di Leuca” e i convegni organizzati dalla Fondazione Don Tonino Bello e dalla Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca), l’Amministrazione Comunale promuove una nuova edizione di “Musiche di Pace”, il tradizionale concerto – preghiera che propone e attualizza i temi cari al Profeta degli ultimi avvalendosi del linguaggio universale della musica.
È una delle occasioni più importanti che la Città dedica durante l’anno ai tanti pellegrini che si accostano alla figura di Don Tonino Bello per approfondirne l’opera pastorale, intellettuale e sociale profusa alla luce dei valori della Pace e dell’Accoglienza.
L’appuntamento è fissato per sabato 12 ottobre alle ore 19.30 presso la tomba del Servo di Dio Don Tonino Bello nel cimitero comunale di Alessano, dove, in occasione del XXV anniversario della morte, Papa Francesco si è recato per rendergli omaggio e indicarlo quale esempio di “Chiesa in permanente uscita missionaria”.
Dopo i saluti del Sindaco di Alessano Francesca Torsello, del parroco Don Gigi Ciardo, del rappresentante della Fraternità Francescana di Alessano Padre Francesco Monticchio, del Presidente della Fondazione Don Tonino Bello Giancarlo Piccinni e del nipote di Don Tonino Stefano Bello, la manifestazione prevede le esibizioni musicali del gruppo vocale Faraualla e di Antonio Amato Ensemble. Nel corso della serata verranno letti e recitati alcuni passi tratti dagliscritti di Don Tonino.
di Alessandro Distante
E’ da tempo che hanno scoperto il Salento.
Ed è sempre più frequente che il Salento scopra loro. Helen Mirren a Tiggiano e Staffan de Mistura a Depressa sono ormai diventati di casa.
Da qualche anno la famosa attrice, premio Oscar e tre volte Golden Globe, è diventata di famiglia a Tiggiano ma anche a Tricase; del resto il primo incontro lo ebbe proprio con la nostra Città quando venne per una edizione del SIFF.
Il Salento la colpì a tal punto da prendere casa e trascorrere molti mesi dell’anno, insieme al marito, l’altrettanto famoso regista Taylor Hackford, quello di Ufficiale e Gentiluomo tanto per intenderci.
Staffan de Mistura, invece, fa casa a Depressa, nel centro storico di un paese abbandonato da molti ma scoperto da chi ha occhi attenti al bello.
Quel che più interessa sottolineare è che la loro presenza è diventata una presenza attiva e propositiva.
Quest’anno –tanto per non andare lontano- la Mirren ha preso una bella iniziativa per la pulizia delle strade di campagna e, qualche tempo prima, aveva sponsorizzato una campagna per difendere i nostri ulivi dalla malaria della xylella.
Per non dire del progetto con il Comune di Tiggiano per un centro documentale sul cinema “spaghetti western” con la possibilità di portare in Salento tanti famosi registi ed attori.
Per canto suo, de Mistura non ha mancato di officiare l’inaugurazione di piazza don Tonino Bello e il percorso che, attraverso via Tempio, conduce alla Chiesa Madre.
Un padrino d’eccezione, non c’è che dire!
E poi a Depressa l’importante diplomatico, abituato a trattare con i più importanti personaggi della politica mondiale, non disdegna di passare il tempo libero anche al bar a giocare a biliardino.
Non molto distante da Tricase, villeggia Serena Dandini che tante volte raggiunge Tricase e che non manca di partecipare a serate (alcune anche organizzate dal Volantino) attirando intorno a sé un pubblico affezionato e divertito.
Quest’anno, per esempio, ha partecipato all’inaugurazione della Fiera della Fica a Marittima, dove scappa quando glielo consentono gli impegni televisivi e giornalistici.
Senza dimenticare Antonio Caprarica che, da Leuca dove villeggia, torma sempre con piacere a Tricase, non solo per presentare i suoi libri (ed il Volantino è sempre presente) ma anche per trascorrere piacevoli serate tra un assaggio ed una visita al centro storico, come avvenuto quest’estate.
Insomma, un Salento che si dona a chi viene, ma anche un Salento che riceve tanto da chi lo apprezza.
Uno scambio intenso e disinteressato, nel segno della bellezza, della semplicità o, in una parola, della qualità della vita.
RIPRENDE LA MENSA DI FRATERNITÀ
Il prossimo 5 ottobre, alle 13,30, riprenderà, dopo la pausa estiva, il servizio della MENSA DI
FRATERNITÀ che si svolge ogni sabato presso la struttura “MAIOR CHARITAS” dell’Associazione “Orizzonti di Accoglienza” di Via Galvani 44 – TRICASE.
La Mensa è aperta a quanti vogliono condividere un pasto con quanti si trovano in situazione di
bisogno (materiale, psicologico o affettivo) e per questo potranno trovare conforto nella sala mensa della struttura.
Vogliamo anche rimarcare che da quest’anno ai gruppi già presenti nella gestione del servizio
(Orizzonti di Accoglienza, Comune di Tricase, Ospedale Card. Panico, Parrocchia della Natività di
Tricase, Parrocchia S. Andrea di Tricase, Parrocchia di Patù) si affiancheranno due nuovi gruppi,
Parrocchia S. Antonio di Tricase e Parrocchia di Corsano: un segno di allargamento della sensibilità
di attenzione, servizio e accoglienza verso chi è più debole, nel rispetto del principio di solidarietà.
È doveroso ricordare che la fornitura di pane per tutti i pasti è offerta da “La Madia Salentina Srl”
di Tricase, così come è già avvenuto in tutti gli anni di vita della Mensa.
Un ultimo aspetto ci piace sottolineare: il gruppo di coordinamento ha deciso di aderire alla
campagna “Plastic free” lanciata da Caritas Italiana e pertanto da quest’anno la plastica verrà
bandita dalla nostra mensa e pertanto le posate saranno in metallo, in ceramica o di materiale
biodegradabile.
Per il gruppo di coordinamento
Claudio Morciano
La mia colonna di Alfredo De Giuseppe
Si dice (mi dicevano) che superati i sessanta la prospettiva cambia.
Hai superato la linea di demarcazione fra gioventù e vecchiaia, puoi pensare alla pensione, al meritato riposo e vedere il tutto con maggiore distacco.
Io che sono un sessantenne inconsapevole, che ci sono arrivato senza accorgermene e senza volerlo, riesco a vedere da quest’altezza le sedimentazioni degli anni, dei rimpianti, delle vittorie e delle sconfitte.
Riesco a vedere il film di una vita, ma non riesco a smettere di pensare al futuro, a ciò che sarà, a ciò che può venire in funzione dei nostri comportamenti.
È vero che una certa età può avere delle stanchezze incorporate: non vuoi più vedere le stesse facce ogni mattina, non vuoi più vedere spettacoli karaoke, sempre uguali a loro stessi, la commedia all’italiana con i suoi stereotipi, la politica televisiva con i giornalisti star e neanche lo stesso tramonto.
La stratificazione di eventi, ormai sempre più accelerata,
può generare confusione e sconforto, voglia di mollare e di uscire dal contesto.
Ma succede anche che puoi avere curiosità di incontrare persone nuove, di fare altri percorsi con loro, che vai a cercarti gli spettacoli innovativi che abbiano in sé i germi dell’universalità, puoi vedere dei film bellissimi anche se girati con un cellulare, puoi parlare di politica senza inebriarsi dentro.
Così pensavo mentre, qualche giorno fa, leggevo dell’ennesima ricerca che fissa a 64 anni l’età in cui si diventa realmente adulti, dopo la quale smette di esistere definitivamente il bambino che eri stato.
Nel dubbio mi tengo buona la norma che una ricerca statistica vale nel suo assunto generale ma non per i singoli. Però ora mi sovvengono i sessantenni della mia infanzia, che sembravano vent’anni più vecchi e da un millennio fermi nel loro status.
Tra i miei vicini di casa c’era chi era curvo dalla fatica e dall’assenza di anti-infiammatori, chi non vedeva bene e guidava un’Ape Piaggio, chi aveva la gotta e chi camminava con il bastone.
Molti di loro avevano come unico sfogo l’osteria con annesso vino annacquato.
C’era una miriade di stranezze (perché l’umanità di per sé è strana, essendo unica nella sua composizione genetica): chi non dormiva la notte ma solo di giorno, chi aveva l’amante sotto casa, chi faceva il sacrestano e chi aveva le galline sotto il letto.
C’era poi una minoranza di signorotti che aveva il bagno in casa, vestiva bene, aveva studiato e di solito era un insegnante, un medico o un discendente di famiglia nobile. Erano pochi, molto pochi.
I sessantenni di oggi corrono per mantenere integra la massa muscolare, vanno in bicicletta vestiti come Nibali, frequentano palestre roboanti e fanno diete personalizzate con i cibi più esotici, cucinano come chef stellati, si curano e si amano, con tatuaggi e massaggi.
Tentano di rimanere giovani, per sempre giovani, non tanto nella testa quanto nel fisico.
Non frequentano le umide osterie, ma i pub alla moda con il miglior vino del mercato, parcheggiano auto costose nello stesso spazio dove i loro padri avevano un carretto col cavallo, usano i social compulsivamente e spesso sperano di essere affascinanti.
Ai figli insegnano qualcosa di vecchio, mentre loro si rifanno le rughe, abusano di medicine e viaggiano senza nesso: e infatti i figli non ci capiscono più niente.
Straparlano spesso di politica, sparando decine di luoghi comuni sul passato e sulla nostalgia del bel tempo che fu (che forse non c’è mai stato), mentre qualcuno li ascolta, pensando davvero che abbiano avuto delle esperienze importanti.
I sessantenni, e parlo al maschile perché son gli unici che penso di conoscere un po’, sono figli di famiglie patriarcali nella loro impostazione medievale, hanno vissuto il boom economico, le trasformazioni della donna, la tranquillità impiegatizia e pensionistica, hanno visto l’uomo sulla Luna con le tv bianco/nero e la fine del socialismo reale, hanno lottato per ideali di libertà, diventati post-ideologici, hanno finito per votare i loro nemici di gioventù.
Sono tanti,statisticamente tanti.
C’è uno spazio vitale oltre i sessanta? Rassicuro me stesso e gli altri vecchietti.
C’è uno spazio di vita a due uniche condizioni: che si continui a studiare e lavorare e che si coltivi la pratica di guardare avanti, anche oltre la propria morte.
Perché quella verrà, ne sono convinto, ma il mondo continuerà, almeno per un po’.
Sono consapevole che, come capita a tutti, fra qualche decina d’anni non lascerò nessun vuoto incolmabile: il mio posto sarà preso da un essere più evoluto di me.
Tricase, 6 ottobre 2019
E’ giunta nel primo pomeriggio di oggi la comunicazione
del consigliere comunale Giuseppe Peluso :
“Ritengo che ad oggi non ci siano i presupposti per continuare un rapporto collaborativo e di fiducia con l’attuale maggioranza”
Il consigliere Peluso: “Dopo mesi di attesa alla finestra, mi trovo costretto, con grande rammarico, a dichiarare in questo momento così delicato le mie decisioni per rispondere alle continue perplessità dei miei concittadini.
Come dichiarato dal sindaco nel mese di giugno, con l’appoggio di tutta la maggioranza, entro fine settembre si sarebbe dovuti arrivare ad una completa rimodulazione della giunta; ed io pur di mantenere un equilibrio in consiglio, ho accettato di sacrificare il mio assessore mettendo, come sempre, al primo posto gli interessi della collettività e non del singolo.
Tuttavia, dopo vari rinvii e promesse non mantenute, siamo arrivati ad ottobre dove la situazione è rimasta invariata.
Mi piace essere una persona coerente e corretta con me stesso e con gli altri, atteggiamento questo che non è stato ricambiato nei miei confronti.
Per i motivi sopra esposti, ritengo che ad oggi non ci siano i presupposti per continuare un rapporto collaborativo e di fiducia con l’attuale maggioranza"
POLITRIC
Il Sindaco Chiuri ha presentato le dimissioni ed ora vi sono 20 giorni per ritirarle; è questa l’ipotesi che traspare, avendo il Sindaco dichiarato di voler continuare a governare con persone disponibili afare il bene di Tricase.
La chiamata è alla difesa di Tricase, minacciata da nemici interni ed esterni, assetati di potere e di ambizioni elettorali. Il gridare al nemico è un’antica tecnica difensiva.
Ma è vera? Chiuri parla di una comunità che sta camminando con impegno e sacrificio.
Ed è proprio questo il punto debole dell’analisi: quello che è maturato negli ultimi tempi è l’arretramento di un progetto di Città.
E’ quanto denunciato dal Presidente Martina e, prima di lui, dagli ex Assessori Turco e Piccinni.
Il nemico, tanto evocato dal Sindaco, rischia di trovare spazio perché trova il vuoto della politica e l’assenza di un progetto leggibile di Città: ad esempio, si chiude il centro storico e si occupa di auto via Roma; si chiede al Consiglio comunale il percorso della 275 e poi si condivide un altro progetto; si esprime pubblico apprezzamento per iniziative culturali ma poi dopo il saluto sopraggiungono sempre impegni istituzionali; si loda la comunicazione ma si sbeffeggia la stampa locale.
Quello che è venuto meno è proprio quello spirito di comunità in cammino, sol che si consideri che il clima di fiducia –al di là di quanto dichiarato dal Sindaco- è venuto meno addirittura all’interno della maggioranza.
A questo punto non basterebbe neppure un chiarimento interno se non vi è una svolta nello stile di fondo, altrimenti non resterebbe che rimettersi agli elettori.
Il rischio è che una conflittualità interna costringa ad andare avanti con diminuita forza ed allontani da quella pacificazione voluta da Chiuri, una pacificazione difficile ma che va perseguita nell’interesse di Tricase.
Solo così si sconfiggono i nemici veri o presunti, interni o esterni; ma per questo occorre la politica, quella vera che da qualche tempo non è dato scorgere.
A.D.
Tricase, 3 ottobre 2019.
Carlo Chiuri: “Non svendo assolutamente Tricase ed assecondare bramosie e ambizioni interne ed esterne: sarebbe la paralisi! In assenza di un rapido e sereno confronto, sarebbe oltremodo dannoso continuare”.
A causa delle continue fibrillazione interne alle liste collegate alla mia candidatura e con le quali, nonostante tutto, si è riusciti a creare nella città un nuovo clima di fiducia e l’attivismo“, scrive il dimissionario primo cittadino, “ritengo attualmente è necessaria una pausa di riflessione.
È mia intenzione continuare solo con persone quei sei disponibile a fare il bene di Tricase non suddivide le poltrone a destra e a manca (anche ipotetiche futuribili).
Non posso accettare che interferenze esterne, le quali il supremo interessa della città è assolutamente indifferente, blocchino l’attività operativa intrapresa e a fatica portare avanti in questo ultimo periodo.
Queste persone“, attacca Chiuri, “non vogliono sviluppo di Tricase! Non è mia intenzione lasciare la città ostaggio di interessi elettoralistici che certamente minerebbero, anzi paralizzerebbero l’attività amministrativa. Di fronte ad un disfattismo di tal fatta”, accusa, “non è assolutamente tollerabile il silenzio e l’inerzia, pertanto sono costretto contrariamente ai miei intendimenti e per l’estremo amore che nutro verso la città i miei concittadini, a rassegnare le dimissioni“.
Secondo Carlo Chiuri, questo “è un atto di responsabilità per non far prevalere ambizioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse della città e per non danneggiare una comunità che sta camminando con impegno e sacrificio.
Non svendo assolutamente Tricase“, conclude, “per assecondare bramosie e ambizioni interne ed esterne che non hanno minimamente amore verso la nostra comunità: sarebbe la paralisi! In assenza di un rapido e sereno confronto, basato sulla chiarezza e la condivisione, sarebbe oltremodo dannoso continuare“.
Adesso come avviene in questi casi la legge consente un lasso di tempo di 20 giorni per eventuali considerazioni.
Il sindaco e i suoi avranno il tempo e la possibilità di guardarsi in faccia e capire se sarà il caso di fare un passo indietro o confermare le dimissioni che porterebbero prima ad un Commissario prefettizio e poi alle elezioni anticipate.