di Giuseppe R. Panico

Il nostro piano regolatore (PUG), dovrebbe veder la luce entro la fine di quest’anno.

Lo avremo per davvero dopo aver riposto molti quattrini, decenni di attesa e incerta fiducia nei nostri eletti?
Saremo cancellati dal lungo elenco dei comuni inadempienti?

Contribuirà a quello sviluppo sostenibile spesso richiamato ma mai pianificato e ben avviato se non con un triste elenco di occasioni mancate?

Ad oggi si può dire che il PUG dovrebbe tener conto di una urbanistica, disordinata e ben lontana da quei criteri ambientalistici ed ecologici così diffusi altrove; di un calo/ invecchiamento della popolazione sempre più accentuato e di un eccesso di capitale edilizio abitativo.

Si aggiunge una economia basata essenzialmente su commercio e servizi, alimentata da attività prevalentemente impiegatizie di Stato e Parastato (Polo Sanitario e Scolastico), di servizi e redditi da pensioni.

Il tutto destinato a ridimensionarsi proprio per il calo della popolazione (chiusura di scuole, meno clienti o solo anziani per sanità pubblica e privata e meno consumi).

La libera imprenditoria è inoltre poco favorita, e, nella zona industriale, la recente vendita, dopo anni all’asta, dell’ex grande stabilimento Adelchi a meno del costo di un modesto appartamento per i nostri ragazzi emigrati a Milano o al Nord, indica come nuove attività industriali/manufatturiere di rilievo siano una mera utopia.

La stessa edilizia è ormai limitata a manutenzione o ammodernamento di vecchie case e tante altre sono abbandonate o lasciate incomplete. Sarà il PUG a darci speranza di resurrezione e rinnovamento, o seguirà l’esempio del Piano Coste, ove la prevalenza di criteri (o scusanti) conservativi/ambientali, hanno reso ancor più lontana ogni idea di sviluppo?.

Sul PUG sembra calato un soffocante silenzio; della attuale amministrazione non se ne conosce orientamenti e pensiero; dal residuo dei partiti non si odono echi e pareri, e le tante liste, da periodo elettorale e senza solide strutture organizzative, sono svanite come neve al sole d’agosto.

I relativi eletti rimasti “solitari”, senza supporto o pungoli alle spalle, non possono che operare

(o vegetare) in base alla loro motivazione politica o personale tornaconto.

L’opposizione sembra in gran parte ridotta ad una poco attiva minoranza e il Capitale Sociale (cittadinanza attiva) stenta a crescere e ad esprimersi anche nelle fasce più preparate/acculturate. Che PUG avremo?

Sperabilmente concreto e motivato, di vero interesse per pochi ma utile per noi tutti pur privo di fondi o risorse per una sua rapida attuazione.

Ai quaranta anni persi (come da” politric” sul Volantino) dovremo così aggiungere altri decenni.

E’ come se la cura per il malato arrivasse con un incerto medico, senza idonei medicinali e quando il prete è già passato. Ne beneficeranno gli eredi.

Si è aperto in questi giorni il 59°salone nautico di Genova, il più importante del Mediterraneo con una crescita economica annuale di oltre il 10% e una quota di mercato mondiale (per i mega yacht) del 45%.

Di barche nella zona industriale ne costruivamo pure noi. Ora non più. E’ ben risaputo come la disponibilità di porticcioli e posti barca, oltre che creare benessere e diversivi per la popolazione locale è anche una potente attrattiva turistica

E’ inoltre un valore aggiunto decisamente rilevante per gli insediamenti locali (seconde case, villaggi turistici) e crea qualificato lavoro e avanzamento sociale.

E’ inoltre ben noto come la nostra costa, sia stata prima svilita con il depuratore e sversamenti nel Rio, poi mummificata frenando ogni nuova iniziativa edilizia, poi resa poco attrattiva per carenza di più idonei servizi e poi infine resa ostile alla nautica con la recente diminuzione di posti barca o nessun loro incremento, sia pure con “porti a secco”.


Ma con il paese che invecchia, deperisce e non si industria, non ci rimane che la valorizzazione
costiera. Lo “Scenario di Sintesi” del PUG, sul sito del Comune, già prevede per Marina Serra e
Tricase Porto “Aree di Rafforzamento della Polarità Portuale” e “Aree Urbanizzate”.

Facili parole ma dagli incerti significati se non accompagnate da più permissivi criteri e i vicoli che per tali aree si intende attuare e rilanciare una economia che faccia da motore anche per lo stagnante retroterra cittadino.

Ma forse ci vuole una “politric”che, per risollevarci, sappia farsi “poli-crik”.
Come per un’auto da lungo tempo in panne sul lungomare e che, ben rifornita di carburante e
doni, corra verso il paese e non più viceversa”.

Non avremmo nel Salento una nuova piccola Montecarlo ma forse è urgente un serio pubblico dibattito sulla rotta o ricetta da prendere, salendo a bordo del nostro PUG ancora sugli scali.

RISPONDE AL SINDACO CHIURI E ALLA MAGGIORANZA IL DOTT. DARIO MARTINA :

Constatato che ormai non possono esserci più le condizioni

politiche di assonanza e condivisione di programmi e ideali,

anticipo al Presidente del Gruppo “Cambiamenti per Tricase”,

consigliere A. Baglivo, che nelle

prossime ore saranno presentate le mie dimissioni

dal Gruppo consiliare di maggioranza

Segue la risposta alla lettera sottoscritta e protocollata ( giovedì 26 settembre) da nove consiglieri di maggioranza (esclusa Federica Esposito) vale a dire: Antonio Baglivo,VincenzoChiuri, Pasquale De Marco,Alessandra Ferrari, Luigi Giannini, Francesca Longo, Giuseppe Peluso,Maurizio Ruberto e Carlo Chiuri

LA LETTERA DI DARIO MARTINA

Tricase,01 ottobre 2019

“Attendevo una risposta alla mia istanza, in merito alle dinamiche dei lavori dell’Assise, mossa nell’interesse e nella garanzia delle funzioni di ogni singolo suo componente.

Invece, mentre dai colleghi di minoranza, e con mio forte stupore da molti cittadini, ricevevo apprezzamenti per un’azione che è stata letta come tutela di autonomia per l’unico organo elettivo di rappresentanza della comunità, dai voi colleghi di maggioranza solo un assordante silenzio.

Silenzio che veniva rotto da una lettera firmata dalla quasi totalità della stessa e con la quale si richiedevano alla mia persona “chiarimenti” circa un “…comportamento particolare poco favorevole alle attività ed iniziative dell’amministrazione…” avvallato, secondo voi firmatari della missiva, dal riscontro di un “atteggiamento distaccato ed avulso dalle dinamiche del confronto e della collaborazione… di perseguire una visione egoistica, ristretta e che guarda a logiche di parte…”.

Ciò che colpisce è la tempistica di questa richiesta, che viene a pochi giorni dalla mia istanza.

Una tempista che fa riflettere specie se rapportata a quanto già accaduto ai due ex assessori, rei di non aver condiviso alcune linee e di aver protocollato una lettera di divergenza sulle azioni della Giunta e, forse per questo disappunto, defenestrati senza alcun preavviso e con una certa immediatezza. Se così fosse, sarebbe questa una metodica razionale per azzittire quelle voci che sono fuori dal coro, per far tacere ogni pensiero discordante.

Verrebbe da pensare che se anch’io fossi stato un assessore probabilmente avrei condiviso le stesse sorti di questi.

Basti ricordare ciò che Lei, Sindaco, già nel corso della campagna elettorale ha fatto nei miei confronti quando, rivolgendosi ad alcuni miei sostenitori, ha chiesto che fossi “limitato”. Verrebbe, ancora, da pensare che ci sia la volontà di ricercare necessariamente un “nemico” per nascondere le proprie debolezze di tenuta amministrativa, distogliendo così l’attenzione da quei temi caldi che la politica locale in questo periodo deve affrontare.

Si è quindi da voi riscontrato nella mia persona un atteggiamento distaccato dalle dinamiche del confronto e della collaborazione all’interno del gruppo maggioritario con il ricorso a comunicazioni protocollate. Per questo, signor Sindaco, colleghi Consiglieri, mi chiedo e vi chiedo: quali e quanti sono stati i momenti, nell’ultimo anno, in cui ci siamo ritrovati per discutere delle problematiche della città?

Nasce proprio da questa mancanza di confronto e pianificazione dell’opera la mia necessità di protocollare alcune richieste, raccolte dalle indicazioni della cittadinanza e presentate nel suo interesse agli organi competenti. Non credo che per un consigliere protocollare una richiesta possa essere fatta passare come una rivendicazione di “autonomia”, come la pretesa di differenziarsi o marcare posizioni personali.

Al contrario, per il sottoscritto era divenuto questo uno “stato di necessità”, un bisogno che si è creato proprio da quella mancanza di dialogo all’interno della maggioranza, che molti di voi firmatari della missiva hanno più volte, e giustamente, lamentato richiedendo incontri di confronto che spesso non si sono mai tenuti.

E ancora, mi chiedo e vi chiedo. Quali decisioni hanno visto il coinvolgimento corale di quel giovane gruppo che affacciandosi alla politica con entusiasmo voleva apportare un sano cambiamento della città?

Dove è finito proprio quel nostro entusiasmo che era dei primi mesi? Dove sono i nostri candidati consiglieri (ottanta validi cittadini) che hanno permesso al Candidato Sindaco Carlo Chiuri di sedere sullo scranno di Palazzo Gallone?

Proprio verso di loro il Primo Cittadino aveva garantito una continua informazione sulle scelte amministrative e il loro coinvolgimento diretto, tramite l’ascolto e la condivisione delle loro idee, per essere parte attiva in quel disegno della città che doveva venire.

Sono alcuni di loro, e non pochi oggi, i nostri primi oppositori perché profondamente delusi, perché lasciati soli, perché coscienti di essere stati abbandonati al termine della tornata elettorale, perché astanti incolpevoli di una promessa non mantenuta.

Anche loro facevano parte di un gruppo che non si è saputo, o non si è voluto, mantenere.

Anch’io, come loro, sono oggi profondamente deluso perché mi sento sono sentito “usato”, considerato un portatore di voti e non di idee e contributi per la città, per una causa che si è dimostrata impregnata da troppo individualismo decisionale.

Eppure, non era dai nostri palchi elettorali che la cittadinanza ha ascoltato termini come pacificazione, collaborazione e fattivo confronto con tutte le forze che sarebbero state presenti in Consiglio?

Quella collaborazione e quel confronto che sfido chiunque oggi a trovare non solo all’interno della maggioranza ma anche nell’Assise, dove proprio Lei, Sindaco, si assenta ogni qualvolta a prendere la parola è un consigliere di opposizione, con tutto il significato che quell’atto comporta.

Quel confronto che invece ho sempre ricercato nella Commissione che ho l’onore di presiedere, perché conscio che solo dai suggerimenti di tutti, e dalle critiche mosse con spirito costruttivo, può nascere l’idea per il bene comune.

Ma per far questo bisogna avere una capacità all’ascolto ed essere predisposti a non rigettare il confronto, attitudini che forse a qualcuno potrebbero mancare.

Che fine hanno fatto le nostre linee programmatiche con le quali ci siamo presentati all’elettorato e che da noi sono state votate in Consiglio? E soprattutto, le stiamo attuando?

Queste non sono solo mie domande; sono le domande che la città ci pone e a cui noi Amministratori siamo tenuti a rispondere! Nessuno escluso.

Pertanto, esprimere all’interno di un gruppo una critica sul modus operandi o non condividere un’idea (un esempio è dato dall’avanzo di bilancio che per il sottoscritto doveva essere dirottato non su corso Roma ma sulle nostre marine) può essere definita una “visione ristretta”?

Denunciare, all’interno di un gruppo, l’assenza di una programmazione coraggiosa, la mancanza di una visione a medio/lungo termine della città, senza nascondersi dietro la continua rincorsa dell’emergenza, può essere fatta passare come “visione egoistica”?

Segnalare, all’interno di un gruppo, l’isolamento politico in cui è stata fatta cadere la mia città risponde a “logiche di parte” o è un monito su cui qualcuno dovrebbe riflettere?

Già, le logiche di parte… Sono stato eletto in una lista civica nella quale era risaputo, chiaro ai più e ancor prima della tornata amministrativa, il mio pensiero e la mia vicinanza a quei valori che ricadono in un area progressista. Ho fatto una scelta conquistato da quell’idea di pacificazione, di cui sopra si è detto, visto il particolare contesto politico locale dell’epoca.

Non sembrava essere un problema allora, sembra lo sia diventato adesso ed in via esclusiva per la mia persona.

Eppure molti colleghi esprimono idee di appartenenza che possono essere vicine o lontane alle mie, possono o meno avere tessere di partito, ma non per questo mi sono mai permesso (né mai mi permetterò) di muovere alcun pensiero.

Non lo ho mai fatto per il rispetto che nutro verso la libertà di opinione, con il suo mutamento, verso la partecipazione attiva e la libera iniziativa che voi, con quel riferimento nella vostra lettera, avete pregiudicato.

Essere eletto in una lista civica non credo implichi un’estraneità assoluta nei confronti di gruppi politici.

Soprattutto se da un invito a conoscere in maniera informale un alto rappresentante politico nazionale, se da un incontro nel quale il tema non era certo l’attività amministrativa, se da una conoscenza dalla quale non poteva certamente nascere alcun “complotto” verso di essa, si vuole solo montare ad arte un pretesto, costruire un caso.

E allora parlatemi con i fatti; ricordatemi di quando avrei favorito il partito in questione (ricordo di interrogazioni presentate dal suo esponente in Consiglio e da me non accolte) o di quando avrei votato in Consiglio in disaccordo con la maggioranza e a favore di questo!

Solo se ciò fosse vero, solo allora e a ragione vostra, si sarebbero violati i valori etici e politici di un patto che andate a richiamare e a cui credo ad oggi di aver portato rispetto.

E proprio per questa “visione di parte” che mi si attribuisce, a difesa del ruolo che ricopro all’interno dell’Assise, per il rispetto che ad essa devo, per confutare sul nascere ogni possibile dubbio, chiedo pubblicamente, a voi intestatari, di evidenziare qualsiasi atto o azione, semmai ci fosse stato, che nell’esercizio della funzione di Presidente del Consiglio abbia potuto favorire una parte delle componenti o abbia viziato i lavori dell’Organo consiliare.

Pertanto, constatato che ormai non possano esserci più le condizioni politiche di assonanza e condivisione di programmi e ideali, anticipo al Presidente del Gruppo “Cambiamenti per Tricase”, consigliere A. Baglivo, che nelle prossime ore saranno presentate le mie dimissioni dal Gruppo consiliare di maggioranza.

Ecco la lettera sottoscritta da sindaco e maggioranza (esclusa Federica

Esposito) e indirizzata a Dario Martina, presidente del Consiglio comunale.

La lettera è stata sottoscritta e protocollata (giovedì 26 settembre 2019 )

da nove consiglieri di maggioranza (esclusa Federica Esposito) vale a dire:

Antonio Baglivo,Vincenzo Chiuri,Pasquale De Marco, Alessandra Ferrari, Luigi Giannini,

Francesca Longo, Giuseppe Peluso, Maurizio Ruberto e Carlo Chiuri.

 

POLITRIC

Mi è capitato di conversare con un “vecchio” politico tricasino; lo spunto è stato il discorso di apertura della Fiera del Levante tenuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

“Ha detto proprio quanto sostenevo io tanti decenni fa: investire sulle infrastrutture e così creare le premesse per colmare il divario tra Nord e Sud”.

Di tempo ne è passato e gli investimenti pubblici al Sud confermano che il divario anziché essere colmato si è accresciuto. Anche per Tricase alcune proposte –mi confida il vecchio politico- sono rimaste nel cassetto.

“Avevo proposto un Consorzio tra i Comuni del Capo di Leuca con sede a Tricase così da offrire un servizio ai Comuni più piccoli e creare intorno a Tricase un centro di aggregazione”.

Nulla è stato fatto e Tricase è rimasta fuori dall’Unione dei Comuni del Capo di Leuca e forse ha perso il suo ruolo di faro del Basso Salento.

“Avevo proposto una metropolitana che collegasse il Capo di Leuca con Lecce nel tempo di una mezz’oretta: poche fermate, una delle quali a Tricase e le altre a Gagliano, Maglie e Zollino e da lì partire per raggiungere il Capoluogo”.

Quella proposta, fatta quarant’anni fa, è stata ripresa a parole nei decenni successivi ma non è stata mai attuata; solo recentemente si è tornati a parlare di Tricase come uno degli hub (come si dice) di una metropolitana leggera; nel frattempo è fallita la Sud Est!

“Avevo proposto di informatizzare i servizi comunali consentendo al cittadino di accedere telematicamente così sgravandolo da orari di ufficio e file.

Ma ancora oggi niente di tutto questo”. Al termine della nostra conversazione, l’amarezza prende per un attimo il “vecchio” politico: quanto tempo perso e forse non più recuperabile!

Ma, subito dopo, l’Interlocutore, da “giovane” quale è, torna a sperare e sognare che un Governo con tanti Ministri meridionali possa cominciare a risolvere i problemi e a realizzare alcune sue intuizioni risalenti a quarant’anni fa! A.D.

SETTEMBRE E’ ORMAI FINITO…

BISOGNA CAMBIARE SQUADRA O ALLENATORE…?

AMMINISTRAZIONE COMUNALE. Si sa, il vento di cambiamento spira sempre forte….

la sentenza è già stata emessa e la grandissima maggioranza della squadra ha già decretato….o quasi…

Alcuni Consiglieri (in particolar modo, Alessandra Ferrari, Maurizio Ruberto, Giuseppe Peluso e Antonio Baglivo) avevano chiesto un totale azzeramento della Giunta comunale (Sonia Sabato e Lino Peluso), preannunciando che, se così non fosse stato, non sarebbero stati più “ in campo”.

Il mese per l’azzeramento era stato indicato a Settembre e siamo a Settembre ( lunedì 30 ). In aggiunta tra la maggioranza aumentano “critiche e k.o.”.

Nella squadra “ Comunale” la frattura è insanabile.

Infatti c’è chi giura che anche il saggio dottor Vincenzo Chiuri ( consigliere di maggioranza, che nell'agire e nel parlare dimostra prudenza, comprensione, e moderazione) è in fase di…

DARIO MARTINA, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

HA DECISO DI STACCARE LA SPINA PRIMA DI “PERDERE” LA TESTA…??!!

 

di Nunzio Dell'Abate

Nell’alveo delle riflessioni sulla vita politica tricasina, bene ha fatto il Direttore Distante a soffermarsi sulla recente lettera con cui il Presidente del Consiglio Comunale ha chiesto a Sindaco e Giunta lumi sullo stato di attuazione delle tante mozioni consiliari.

Pienamente condivisibile l’iniziativa del Presidente, nell’ambito delle sue prerogative, a garanzia dell’unico organo elettivo di rappresentanza popolare e delle sue funzioni di indirizzo e controllo.

E’ evidente che la sua domanda sia del tutto retorica e provocatoria e scopre, ove ce ne fosse bisogno, il vaso di pandora di un profondo iato fra Consiglio, da una parte, e Sindaco con il suo esecutivo, dall’altra.

Svariate le mozioni deliberate da tempo ed all’unanimità dal Consiglio ma rimaste, ormai a metà mandato, lettera morta.

Tra le tante, l’istituzione di uno sportello comunale per giovani ed imprese e del testamento biologico.

Ma anche sul fronte delle mozioni “Tricase Città dei Libri”, “Tricase Clean City” e “Tricase Città Accessibile”, poco o nulla è stato operato dalla Giunta Chiuri.

Vi è di più. La legittima richiesta avanzata dall’ufficio di presidenza di dotare il Consiglio di una sala consiliare più dignitosa ed i gruppi consiliari di ambienti per l’esercizio delle loro funzioni ed il ricevimento dei cittadini, individuati nella sala del Loggione con conseguente ampliamento, attraverso la fruizione dell’attuale sede consiliare, degli uffici protocollo ed anagrafe di anguste dimensioni e privi di riservatezza, è stata accolta già da un anno dal Sindaco ma è rimasta sulla carta.

Ancora, le tante interrogazioni consiliari ad alcune delle quali il Primo Cittadino ha financo assicurato piena evasione, ma evidentemente senza alcuna reale volontà di farlo.

Per tutte, quella sulla riapertura di viale Aldo Moro verso il quartiere della ‘167, quella sul potenziamento del corpo di Polizia Locale o l’altra ancora sulla riattivazione delle stazioni di bike sharing (bici elettriche).

Il Presidente Martina è demandato a mantenere la barra dritta dei lavori consiliari e l’iniziativa epistolare assunta ben va in quella direzione.

Ma la verità, diciamocelo francamente, è che il Sindaco considera il Consiglio un peso, un laccio, ne farebbe volentieri a meno, vive le sedute consiliari con sofferenza, si sottrae al confronto tanto da abbandonare sistematicamente l’aula quando chi scrive prende la parola per farvi ritorno al termine dell’intervento, una grave offesa istituzionale alla persona e a ciò che in quell’aula essa rappresenta.

Un Primo Cittadino che si considera, buon per lui, del tutto autosufficiente e risolutore di ogni problema della comunità.

In questo contesto si inserisce una maggioranza silente, se si escludono le sferzate del consigliere Vincenzo Chiuri per un deciso cambio di passo e per la netta presa di distanza da alcuni componenti della Giunta, ma assai divisa al suo interno, quasi a compartimenti stagni, con consiglieri che dichiarano di stare alla finestra, altri che aspirano a diventare prima o poi assessori ed altri ancora che pur ricoprendo importanti cariche istituzionali sovracomunali non vengono neppure degnati del saluto dal sindaco.

Per non parlare della Giunta, con assessori in bilico ed altri a tempo come il vice sindaco, e dei funzionari comunali che in un clima così irrespirabile perdono inevitabilmente riferimenti, obiettivi e stimoli.

Senza rispetto dei valori umani e dei reciproci ruoli non si cresce; le buone idee nascono dal confronto, anche aspro purchè contenuto nella normale dialettica fra le parti; nessuno è depositario del bene assoluto, ma con il contributo di tutti lo si può raggiungere.

Galatina,28 e 29 settembre 2019

Il weekend di fine settembre porta in casa Fulgor un trofeo

Complimenti e avanti così

Il campionato inizierà il 20 ottobre ed è lungo…

ma chi ben comincia

Hanno partecipato 4 squadre, due di serie A3

( Alessano e Leverano) e due di serie B ( Tricase e Galatina).

Sabato, 28 settembre. Dopo aver sconfitto nella prima gara il Leverano, la Libellula Fulgor Tricase volley ha conquistato la XIV edizione del Memorial Fernando Panico di Galatina, battendo in finale (domenica 29) i padroni di casa dell'Olimpia Galatina per 2 set a 1.

Due bellissime e intense giornate di sport all'insegna della sportività e piene di sano agonismo, nel ricordo di una persona che ha dato tanto alla pallavolo salentina

Caprarica di Tricase La comunità di Caprarica ha abbracciato il suo nuovo amministratore parrocchiale, don Luigi Stendardo, nella messa vespertina di domenica 22 settembre 2019 presieduta dal vicario generale della diocesi di Ugento - S.M. di Leuca monsignor Beniamino Nuzzo.

 

Don Luigi, 34 anni, nativo di Miggiano, subentra a don William Del Vecchio (ora a Corsano) dopo diversi anni da vice parroco nelle parrocchie di Corsano, Tiggiano e Ruffano San Francesco.

Per don Luigi sarà la prima esperienza da amministratore parrocchiale dopo 7 anni dalla sua nomina sacerdotale.

La parrocchia di Caprarica lo ha accolto con un caloroso benvenuto, esprimendo la sua gioia e la voglia di intraprendere un nuovo e proficuo cammino con il nuovo amministratore.

Anche don Luigi, dal canto suo, si è detto entusiasta di questa nuova nomina ringraziando, con un velo di commozione, il vescovo monsignor Vito Angiuli per la fiducia concessagli.

A don Luigi Stendardo il più sincero augurio di buon lavoro nella parrocchia Sant'Andrea di Caprarica da parte dei gruppi parrocchiali e dell'intera comunità di fedeli.

Tricase, 26 settembre 2019. Oggi pomeriggio è stato protocollato un documento di “chiarimento” da parte della maggioranza (esclusa la vice presidente della Provincia la dott.ssa Federica Esposito) per capire la “posizione amministrativa” del presidente del Consiglio comunale di Tricase, il dott. Dario Martina.

Dichiari pubblicamente se è ancora componente

a tutti gli effetti del gruppo di maggioranza

Il tutto dopo che il Presidente Martina, in questi giorni, ha inviato una lettera all’Esecutivo cittadino.

Il Presidente Dario Martina ha chiesto alla Giunta di informare il Consiglio Comunale sullo stato di attuazione delle tante mozioni deliberate dai Consiglieri ed ha così chiesto di dare conto del rispetto dell’indirizzo politico amministrativo che spetta al Consiglio stesso.

Insomma: una normale precisazione su compiti e ruoli oppure un campanello d’allarme, quasi un avviso ai naviganti a tenere ferma la rotta secondo quanto voluto dal Consiglio?

La lettera inviata dal Presidente del Consiglio contiene una vera e propria lezione, giuridicamente apprezzabile, sull’istituto della “mozione consiliare”: uno strumento -spiega Martina- attribuito dalla legge al Consiglio per promuovere una discussione su argomenti di fondamentale importanza; la mozione –conclude il Presidente Martina- è il principale mezzo che i Consiglieri hanno nel presentare e formulare istruzioni e/o direttive al Sindaco e alla Giunta. Riecheggia il perenne confronto/scontro tra potere legislativo e potere esecutivo, tra l’assemblearismo parlamentare e il decisionismo dell’Esecutivo, tra il dibattito politico su indirizzi e principi e l’emergenza del fare e dei problemi di ogni giorno.

Ma –sembra chiedere Martina- che ne è delle istruzioni e/o direttive approvate dal Consiglio? Sono o non sono state attuate?

La domanda è persino offensiva per chi la fa, considerato che è ben possibile verificare lo stato di attuazione; forse la domanda tradisce un retropensiero: le direttive non hanno trovato attuazione! Da qui la lettera trasmessa alla Giunta, ma inviata per conoscenza (?) al Sindaco, al Vice presidente del Consiglio (?) (Nunzio Dell’Abate) ai Presidenti di Gruppo e a tutti i Consiglieri comunali.

Il Presidente Martina non si risparmia nel ricordare –qualora qualcuno lo avesse dimenticato- che la funzione della “mozione è dunque quella di dare all’esecutivo un indirizzo politico amministrativo” anche se, precisa subito dopo, senza un effetto giuridico di “immediata obbligatorietà per la Giunta”.

Insomma: se non è necessario dare subito attuazione agli atti di indirizzo, è pur sempre necessario darvi attuazione.

Una iniziativa, quella del Presidente Martina, comunque e certamente inusuale: può essere letta come una rivendicazione di centralità del Consiglio che egli presiede, oppure, per continuare il parallelismo tra Comune e Stato, quasi una mozione, se non di sfiducia, per verificare la fiducia, la qual cosa non è di molto differente.

Nei cimiteri di Tricase c’è più verde di quanto possa sembrare a prima vista…

Le distese verdi che attraversano e avvolgono l’area

dove sono deposti i corpi dei defunti sono veramente tante..

tutte incantano per forme e colori…

UN’ALTRA ESTATE E 105.000 EURO CHE SE NE VANNO…

di Nunzio Dell'Abate

L’Amministrazione Chiuri ha speso per l’estate tricasina 105.000 euro, interamente a carico del bilancio comunale, 35.000 in più rispetto allo scorso anno.

Nella somma sono compresi i costi accessori per la gestione dei servizi palchi, transenne, bagni pubblici e piani di sicurezza, e per la SIAE.

A parte, ma ad oggi non ancora quantificabili, ci sono i consumi per la fornitura di energia elettrica e per lo straordinario effettuato dal personale comunale impiegato.

Anche quest’estate la programmazione è stata lasciata nelle mani di associazioni, commercianti e privati, ai quali sono state distribuite le predette risorse economiche senza, per la verità, precisare i criteri di assegnazione seguiti.

Un po’ di ritardo si è registrato nella determinazione e diffusione del programma, come anche una eccessiva sovrapposizione di eventi nello stesso orario, circostanze evidentemente dovute all’azzeramento della Giunta ed alla conseguente crisi politico-amministrativa alle porte dell’estate.

Forse maggiore attenzione meritavano le marine, come contraltare alla devastazione del tornado di novembre scorso, se si esclude la suggestiva settima edizione della “Notte di Ferragosto a Tricase Porto” organizzata dalla neonata associazione Maestrale, purtroppo minata da una cattiva gestione del servizio navette comunale.

E forse un occhio di riguardo doveva tenere l’Amministrazione per la festa patronale di San Vito che ha rischiato di saltare se non si fosse prodigato un comitato dell’ultima ora, coadiuvato da volenterose associazioni locali e spronato dal nostro Don Flavio.

Ora, senza entrare nel merito del pregio delle singole iniziative e degli sforzi profusi dai suoi protagonisti, è stata comunque una lieta estate che ha trattenuto cittadini e turisti.

Ma resta intramontabile la necessità che Tricase punti e lavori per un progetto culturale-turistico identitario e di respiro sovracomunale unendo tutte le forze associative ed imprenditoriali della città, che a volte sembrano procedere a compartimenti stagni.

Un’idea strategica che parta dalla valorizzazione delle nostre risorse materiali ed immateriali e che si identifichi nella comunità, sopravvivendo al governante di turno.

Percorsi che certamente richiedono impegno, creatività e passione, ma che alla lunga pagano in termini di premialità e di riconoscimenti, oltre che di promozione e di indotto, come accade per alcune realtà comunali anche a noi vicine.

Insomma, osare per non galleggiare

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