Finanziato dalla Regione Puglia e gestito dalla Comunità S. Francesco

Sabato 24 novembre 2018 -Ore 17:00 Sala del Trono di Palazzo Gallone

Per celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del prossimo 25 novembre, l’inaugurazione dello Sportello Antiviolenza “Bianca Gallone” si terrà sabato, 24 Novembre 2018, alle ore 17:00, presso il Palazzo Gallone di Tricase.

L’inaugurazione costituirà un importante spazio di riflessione sul nuovo servizio, un momento di impegno e dibattito sul tema grazie alla presenza di Carlo CHIURI Sindaco, Alessandra FERRARI Presidente della Commissione Pari Opportunità, Sonia SABATO Assessore alle Pari Opportunità, Filomena D’ANTINI, Consigliera di Parità della Provincia di Lecce, Antonia CAIRO Legale Rappresentante di Comunità S. Francesco, Michela GARZIA Psicologa dello Sportello Antiviolenza “Bianca Gallone”, Carlo ERRICO Magistrato e Consigliere della Sezione Unica Penale presso la Corte d’Appello di Lecce, Gianna SERGI Psicologa Psicoterapeuta e grazie al prezioso contributo degli studenti del Liceo “G.Comi”, Liceo Classico-Scientifico “G.Stampacchia”, I.I.S.S. “Don Tonino Bello” e dell’Associazione Pro Loco di Tricase.

Al termine, partirà una fiaccolata, un corteo per celebrare insieme la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il Comune di Tricase ha messo a disposizione un luogo idoneo ad accogliere le donne del territorio presso la sede dei Servizi Sociali, in Via Leonardo Da Vinci n. 2.

Lo Sportello Antiviolenza, servirà tutte le donne del Comune di Tricase con quattro aperture settimanali - lunedì e giovedì dalle ore 15:30 alle ore 17:30,e martedì e mercoledì dalle ore 10:00 alle ore 12.00 .

Inoltre un Servizio di Pronto Intervento H24 (328- 8212906).

Presidente della Commissione Consiliare Pari Opportunità

Alessandra Ferrari

 

di Antonio Turco

Non capita tutti i giorni, bisogna ammetterlo, di scrivere un articolo critico rispetto all'andamento generale delle cose ed avere una risposta così tempestiva da parte dall'establishment politico. Ma è uno dei rospi che si manda giù più volentieri trattare questo argomento, perché la risposta data dall'amministrazione comunale merita una indubbia considerazione.

Ma di cosa si tratta ? Nei giorni scorsi, il Consiglio Comunale di Tricase ha approvato un accordo con il CIHEAM: Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei con sede centrale a Parigi, e con diverse altre sedi europee tra cui Bari. Il suo Direttore è il Dottor Maurizio Raeli, personalità tutt'altro che estranea alle nostre contrade.

L'attività sociale di questo organismo è incentrata sui settori economici primari, agricoltura prima di tutto ed il suo raggio d'azione è l'intero bacino del Mediterraneo interagendo con tutte le nazioni che vi si affacciano. Non è possibile riepilogare l'intera articolazione con cui esplica la propria attività istituzionale, su tale argomento si dovrà necessariamente ritornare in modo più specifico, ma è interessante sapere che fanno parte di questa azione temi come il miglioramento della produttività agricola, la sicurezza alimentare, l'andamento climatico, la crescita sostenibile, interventi per ridurre la povertà, la gestione integrata delle aree costiere.

E in che modo interagisce ? In che modo dialogherà con il nostro Comune ? Attraverso una partnership, una collaborazione economica, che fisserà uno spettro di progetti orientati alle necessità del nostro territorio e rientranti  nelle linee guida del programma di cooperazione.

Il CIHEAM può già contare su un tipo di attrezzata collaborazione con centinaia di altre istituzioni pubbliche e private dell'area mediterranea dove agisce sotto forma di agente di sviluppo sulle economie locali, come mezzo di trasmissione di elementi primari per l'incentivazione e lo sviluppo sociale ed economico del posto.

In verità la collaborazione tra Tricase ed il CIHEAM esiste già dal 2007 e si è incentrata su alcuni interventi strutturali ed estetici sul Porto ed alla collaborazione con l'associazione “Magna Grecia” con cui si è impostato un progetto di rivalutazione e valorizzazione del Porto di Tricase, secondo un modello di sviluppo che ha registrato un ottima accoglienza presso importanti organismi  come la FAO e il Ministero degli Esteri entrambi coinvolti nell'attività istituzionale del CIHEAM.

Altro elemento di rilievo è la creazione di “Avamposto Mare” che raduna altri importanti enti oltre a quelli già citati, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'Università del Salento.

Interessanti alcuni interventi sul territorio che questa partnership potrà consentire.

Si parte dall'opera di ristrutturazione di alcune parti del Porto, al recupero della scuola elementare sita in Borgo Pescatori da destinare a spazio di accoglienza per giovani studiosi delle tematiche marine, poi il recupero del vecchio mattatoio comunale da destinare a sede di servizi a sostegno delle piccole imprese agricole con la valorizzazione dei loro prodotti ed altre tipologie di sostegno nell'accesso al mercato. In questi benefici rientra anche uno specifico progetto che riguarda l'ACAIT per il suo recupero architettonico e la sua trasformazione in spazio funzionale attrezzato per l'agricoltura.

In definitiva questo accordo contiene molti spunti (che vanno approfonditi in spazi appositi e trattati in modo più specifico) che già potrebbero rappresentare per Tricase ed il Basso Salento una importante opportunità di sviluppo, tagliato su misura sulle nostre risorse ed attitudini, ma queste opportunità vanno partecipate da parte della comunità perché diventino concreto elemento di sviluppo economico e di progresso sociale e vanno accompagnate dalla nostra Amministrazione Comunale facendo interagire strumenti urbanistici come il PUG di prossima approvazione con i programmi di più larga consistenza che questo accordo prevede.

Una visione condivisa ed una convergenza di forze potrebbero risollevare il nostro territorio dal suo preoccupante languore.

 

di Carlo Errico

Trovandomi nell’Ufficio Anagrafe, seduto davanti all’impiegata, è entrata una signora giovane. Gentilmente ha chiesto dove e come poteva fare la “denuncia di soggiorno” per sua sorella che doveva raggiungerla da un paese extracomunitario.

L’impiegata, con modi gentili (e scusandosi con me perché doveva far fronte anche alle richieste di sportello, ormai da tempo senza impiegato addetto. Sic!), ha chiesto se la sorella aveva già provveduto a dotarsi di permesso di soggiorno. Alla risposta “No” ha chiarito che presupposto per l’ingresso in Italia era quel permesso, e dopo avrebbe potuto denunciare la presenza a Tricase.

Fin qui, nulla di particolare.

Ciò che conta è accaduto dopo. Uscendo, ho incrociato ferma sul noto angolo di marciapiede del bar tristemente chiuso quella stessa giovane donna: parlava con altra donna, comunicandole che sua sorella la stava per raggiungere da … (ometto per privacy) ed era felicissima; da lì a qualche giorno sarebbe andata a prenderla al suo sbarco all’aeroporto.

Gli occhi letteralmente tracimanti contentezza di quella donna erano espressione di gioia autentica per un ricongiungimento tanto atteso, desiderato oltre ogni limite, anche di burocrazia.

In questi giorni si sta discutendo del Decreto Legge sicurezza. Chiarisco.

Come ogni buon governo nuovo che si rispetti, anche quello in carica ha voluto il suo decreto sicurezza. Temi come l’ordine pubblico, la vivibilità dei centri abitati, il decoro urbano, l’integrazione, tanto sbandierati in campagna elettorale, devono trovare subito una sponda visibile per soddisfare il bacino elettorale che quella maggioranza ha votato.

Ecco, dunque, il Decreto Legge N. 113 del 4.10.2018, voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, e che l’Aula di Palazzo Madama ha approvato il 7 novembre scorso con 163 voti favorevoli, 59 contrari e 19 astenuti (peraltro sotto forma di “emendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di conversione decreto-legge n. 113, noto appunto come “Decreto Salvini” su sicurezza e immigrazione), dopo che il Governo aveva posto la questione di fiducia (il provvedimento è passato ora alla Camera dei Deputati).

 Non è questa la sede per approfondirne i contenuti in maniera completa. Ma l’associazione mi è sorta immediata nella consapevolezza che assistevo a quella scena dopo aver letto quel decreto e le novità, tra le altre, nel senso dei restringimenti in materia di immigrazione.

Alcune misure: abrogato il soggiorno per motivi umanitari; allungato da 3 mesi a 6 mesi il tempo di durata massima di trattenimento nei centri di permanenza per facilitare l’espulsione degli irregolari; riscrittura dell’intero apparato di norme che disciplinano l’immigrazione, le procedure per i richiedenti asilo, la concessione dei permessi di soggiorno temporanei per esigenze umanitarie, l’esecuzione dei provvedimenti di espulsione.

Senza indulgere in tecnicismo, basti sapere che i “motivi umanitari” per i permessi di soggiorno temporanei sono stati delimitati in termini pressoché tassativi, a fronte di un orientamento dell’autorità giudiziaria che, fino ad oggi, aveva improntato le proprie decisioni a chiara tolleranza (anche se con qualche chiusura al riconoscimento, ad esempio, di un permesso di natura umanitaria legato a ragioni di sola natura economica o di ripartizione della ricchezza tra la popolazione, come stabilito da Cassazione, VI Sezione Civile, con ordinanza 11.9.2018, depositata l’8.11.2018).

Con la vecchia normativa, chi non riusciva ad ottenere il riconoscimento dello status di “rifugiato” o la protezione sussidiaria poteva richiedere un “permesso umanitario”. Con il D.L. 113/2018 non più. E quel 25% circa di richiedenti asilo che negli anni scorsi se lo sono visto accogliere, appunto, per motivi umanitari, da oggi in poi avranno, chiaramente, diversa sorte.

E allora: allungamento dei tempi di trattenimento degli immigrati irregolari in vista del rimpatrio; drastica riduzione dei permessi di soggiorno. Queste due delle voci della ricetta dell’attuale governo.

Consentitemi seri dubbi, se l’obiettivo dichiarato è quello di coniugare sicurezza e legalità: il rischio evidente è che si andrà ad allargare copiosamente (almeno di quel citato 25%) il numero degli irregolari, allargamento al quale non sappiamo se corrisponderà una uguale capacità di respingimento ed espulsione.

Ecco perché mi hanno colpito gli occhi di quella giovane donna: lei, extracomunitaria già in Italia, viveva intensamente e con gioia il momento del futuro ricongiungimento.

Noi, cittadini italiani, viviamo quotidianamente i nostri ricongiungimenti familiari.

Gli extracomunitari irregolari …

Qualunque commento ulteriore sarebbe inutile, una mera trasposizione dei vostri pensieri, ciascuno per propria fede politica o, almeno, per convinzione personale.

Ma permettetemi di andare con la memoria al 7 marzo del 1991, giorno in cui arrivarono nel porto di Brindisi, a bordo di navi mercantili e di imbarcazioni di ogni tipo, 27mila migranti, fuggiti dalla crisi economica e dalla dittatura in Albania.

Ed ai viaggi da Tricase dei furgoni carichi di vettovaglie per il primo aiuto. E l’arrivo a Brindisi, notando i profughi albanesi che vagavano per le strade e gli abitanti che scendevano dai condomini per offrire loro qualcosa.

La storia scorre; la storia giudicherà le nostre scelte.

La sensazione, purtroppo, è di una grande occasione perduta …

Speriamo non irrimediabilmente.

 

 

Ospitiamo per 10 uscite ( una volta al mese) la nuova rubrica CSC Centro Studi Colombo,

un Centro di Assistenza Didattica e Universitaria,che si avvale di una pluriennale esperienza nell’ambito dell’insegnamento scolastico

 Parte prima: IL SUCCESSO AMA LA PREPARAZIONE

“Amat Victoria Curam! “E’ proprio così:il successo ama la preparazione.
Prepararsi, infatti, ad un test d'ammissione complesso come quello di medicina è un compito che richiede attenta pianificazione, impegno e incrollabile dedizione senza lasciare alcunchè al caso.

Questo è possibile ,oltre che al supporto di una guida capace e qualificata quale quella offerta dallo staff del Centro Studi Colombo, anche grazie ad una metodologia di studio ed apprendimento che negli anni si affina e si migliora sempre più, al fine di ottenere risultati sempre più positivi, riducendo cosi’ ai minimi termini ogni casualità.

Un mix vincente per noi del CENTRO STUDI COLOMBO che anche quest’anno abbiamo superato, nei risultati, ogni ottimistica previsione ed aspettativa. 

Tra coloro, infatti, che hanno frequentato il corso per la preparazione al test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, hanno superato la prova ben 17 candidati, pari ad una percentuale dell’ 80% dei partecipanti.

Il test, quest’anno prevedeva 120 quesiti relativi ad argomenti di logica, problem solving, ragionamento spaziale visivo, comprensione di brevi testi, ragionamento numerico, test di cultura scientifica, domande di lingua inglese e di cultura religiosa.

Per l’A.A.2018 – 2019 è stato già avviato il corso di preparazione al test d’ ingresso di Medicina e Chirurgia.

Quanti intendono iscriversi a tale facoltà sono invitati a contattare e presentarsi presso la segreteria del Centro, nelle sedi di Corsano o Maglie, per informazioni che possano essere utili ad operare, per il proprio futuro, la scelta giusta.

CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE

L.I.S. (LINGUA ITALIANA DEI SEGNI)

L’Associazione Amici Insieme organizza un corso di formazione per Assistente alla Comunicazione L.I.S.

OBIETTIVO: Formare la figura professionale prevista della legge 104/92’, il cui ruolo è quello di “facilitare la comunicazione” tra la persona non udente, i docenti e i compagni di classe, cooperando affianco di due altri docenti: l’insegnante curricolare e di sostegno.

STRUTTURA: Tre livelli ( I° livello= 80 ore; II° livello= 120 ore; III° livello= 300 ore) nel quale si studierà la Lingua dei Segni Italiana nella sintassi, nel lessico e nella grammatica, oltre che le metodologie operative per i sordi.

Il corso per Assistente alla Comunicazione L.I.S. è patrocinato dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Tricase, organizzato in collaborazione con l’A.N.S. (Associazione Nazionale Sociologi) e rientra nel P.T.O.F. dell'I.S.I.S. “Galilei- Costa- Scarambone” di Lecce.

Le lezioni si terranno tutti i venerdì dalle 16.00 alle 20.00 presso la sede del G.A.L. a Palazzo Gallone, Piazza Vittorio Emanuele, Tricase.

Iscrizione: Le adesioni devono pervenire entro e non oltre Venerdì 23 Novembre 2018.

Per ulteriori informazioni contattare: ASSOCIAZIONE “Amici Insieme” .

Direttore del corso dott.ssa Maria Rosaria Merenda cell. 389/5858806

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

A Tricase Porto non c’è un albergo. I turisti si meravigliano della scarsa offerta, gli imprenditori del settore sono in attesa di notizie, molte seconde case (spesso pessime) che si affittano durante il periodo estivo hanno creato l’albergo diffuso che si è diffuso a sua insaputa.

Forse è meglio così, ma un Albergo, con tanto di permesso, fu in effetti costruito e pure sul punto più bello del Porto. La vicenda inizia nel 1962.

Il prof. Alessandro Sauli, nel presentare una generica domanda di edificabilità di un terreno di sua proprietà, aggiunge una nota per ricordare al Comune “l’inopportunità del vincolo posto dal Piano sulla parte a mare, rispetto alla strada, della punta che chiude il Porto a settentrione. Tale promontorio è infatti il centro visuale di tutto l’arco paesistico nel quale è racchiusa la Marina di Tricase, e quindi è della massima importanza che venga opportunamente sistemato con qualche costruzione rispettosa dei valori ambientali, immersa nel verde”.

Nel marzo 1963, viene presentato un progetto, a firma dell’ing. G. Sodero, per la costruzione di un albergo-ristorante. La Commissione Edilizia del tempo si oppone. L’avvocato Luigi Puzzovio, per conto della famiglia Sauli, scrive al Sindaco Piccinni, “consigliandolo” di rivolgersi alla Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania per ricevere un parere sulla fattibilità dell’opera. Incredibilmente la Soprintendenza dopo appena 15 giorni concede parere favorevole.

Il prof Salvatore Cassati, all’epoca Ispettore Onorario per le opere di Antichità e di Arte dei Comuni di Tricase e Andrano, si scaglia con una lettera ufficiale contro la decisione della Soprintendenza, si dimette dall’incarico, ricostruendo i fatti e concludendo senza giri di parole che “ tutto lascia supporre il clima di pressioni e di interferenze esistente, clima che nel caso specifico, ben si conosce in Tricase per una lunga storia che risale a vecchi e recenti rapporti poco simpatici del Sauli col Demanio, con l’Amministrazione Provinciale e l’E.P.T. di Lecce”. Nell’agosto 1963 la Commissione Edilizia esprimeva parere favorevole e il Sindaco immediatamente, il giorno dopo, rilasciava Autorizzazione a costruire.

“L’albergo-ristorante” di Tricase Porto viene completato nell’estate del 1967. Subito il Sauli chiede “il certificato di abitabilità in quanto, per ora, il sottoscritto intende adibire la costruzione ad uso abitazione”; il giorno 2 agosto 1967 l’ing. Antonio Scarascia rilascia Certificato di Collaudo e Prova di carico, rilevando comunque che “non sono state realizzate due stanze da letto e che sotto il locale di soggiorno è stato ricavato uno spiazzo coperto non previsto”.

La casa-albergo viene tranquillamente abitata dai proprietari, finché il 24 febbraio 1969, irritualmente, il Prefetto di Lecce “concede ai sensi della legge 2229 del 1939, licenza d’uso per il fabbricato di nuova costruzione, destinato a civile abitazione”; due mesi dopo il Sindaco Giuseppe Codacci Pisanelli, smentendo almeno in parte il Prefetto De Carlo, Autorizza “l’abitabilità del fabbricato per tutti gli usi di legge ed a condizione che sia adibito a piccolo albergo-ristorante”.

Naturalmente quell’orrenda costruzione sul Porto non è mai stata adibita a struttura ricettiva e in definitiva abbandonata dalla stessa famiglia Sauli già a partire dalla fine degli anni ’70.

Dopo anni di abbandono, degrado e silenzio, nel 2015 un gruppo di cittadini raccoglieva centinaia di firme per chiedere l’abbattimento della costruzione ormai cadente e pericolosa oltre che brutta. Nel settembre 2017 il Sindaco Chiuri, dopo numerose sollecitazioni, emetteva un’ordinanza per la messa in sicurezza dell’immobile e il ripristino del decoro urbano e della tinteggiatura. La proprietà a tutt’oggi si è limitata ad apporre dei paletti per la tenuta delle verande, che se possibile deturpano ulteriormente il paesaggio.

Questa è la lunga, ma semplice storia dell’ecomostro di Tricase Porto. E’ una storia rivolta alle nuove generazioni: quando sentite parlare dei favolosi anni ’60 e ’70 sappiate che questo era il modo di gestire la cosa pubblica; quando sentite parlare di consumo di suolo, di costruzioni abusive, del dileggio di ogni norma di buon senso dovete fare riferimento agli anni del boom economico; quando sentite parlare di debito pubblico dovete ricordare la gestione del potere di quegli anni, dove ad un certo punto i conti dello Sato non contavano più, era importante solo il consenso clientelare; quando dovete cercare i colpevoli sono quasi tutti i vostri padri consenzienti e spesso beneficiari di quelle prebende.

La cuccagna è durata fino al 1992, poi all’improvviso ci accorgemmo che non poteva durare e senza saperlo consegnammo il Paese a Berlusconi. Ora giudicate voi, ragazzi del terzo millennio, fate voi qualcosa per abbattere davvero quel sistema e iniziare a respirare l’aria pulita del mare.                                                                                                      


                                                                               

 

di Ercole Morciano

Ripresa in pieno l’attività dell’Adovos (Associazione Donatori Volontari di Sangue) di Tricase con risultati sempre più promettenti.

Il 6 ottobre, presso le scuderie di palazzo Gallone si è tenuta l’assemblea con le elezioni della ricostituita associazione. Valentino Schirinzi, commissario da circa un anno, alla presenza del presidente provinciale dell’Adovos “Messapica”, Giovanni Coluccia, ha relazionato sui progressi dell’associazione, passata da poche decine di iscritti agli attuali 170 e da 28 donazioni dello scorso anno alle attuali 143 (raccolte negli ultimi mesi), che aumenteranno ancora fino alla fine dell’anno.

Dopo i calorosi ringraziamenti per l’ottima gestione commissariale, i soci hanno deliberato all’unanimità di intitolare la sezione Adovos di Tricase a don Tonino Bello, tra i fondatori del sodalizio nel lontano 1979, l’anno del suo ingresso a Tricase come parroco.

In seguito alle votazioni sono stati eletti i seguenti soci: Roberto Zocco (presidente), Alfredo Russo (vicepresidente), Silvia Sergi (segretaria), Pippi Rizzo (tesoriera), consiglieri: Giuseppe Agosto, Fernando Musio, Luigi D’Aversa, Gregorio Feline, Dario Longo, Vincenzo Scolozzi, Roberto Casamassima, Vincenza Zocco, Antonio Confalonieri. Il gruppo di lavoro è stato poi allargato a Walter Stefanelli, Vito Panico, Michele Dell’Abate, Marco Marra, Maria Domenica Maglie e Lino Peluso.

Lo specifico di questo gruppo, il binomio sport-donazione, di sicuro gradito a don Tonino, si rivela sempre più attuale. Gli iscritti donatori di sangue sono quasi tutti appartenenti a gruppi sportivi di vario genere. Sport e solidarietà per loro non è uno slogan.  

L’acquisto della joëlette, realizzato grazie  alle iniziative e agli eventi che hanno visto impegnati durante l’estate tanti donatori e donatrici, si è rivelata un’idea vincente.

Un gruppo di soci ha frequentato il corso per l’uso del veicolo a ruota unica e la mattina del 28 ottobre è accaduto  passatemi il termine “il miracolo”, cioè il segno straordinario che la parola èvoca.

A Novoli, dove si svolgeva la 23a “Stracittadina” su un percorso di 10,200 Km., ha partecipato alla manifestazione un gruppo di volontari Adovos con Danilo a bordo della joëlette. È stata un’esperienza sorprendente, «un abbraccio collettivo a Danilo, ai suoi genitori, ai volontari, da parte di tutti i partecipanti alla gara, ma anche degli spettatori che hanno condiviso la sua gioia e che lo hanno avvicinato per salutarlo e per regalargli un sorriso.

A Danilo è stato offerto dall’organizzazione un premio speciale: l’ovazione che gli è stata tributata sul palco e il suo sorriso spontaneo sono la gratificazione per tutti coloro che si sono impegnati per stargli vicino.

 I nostri podisti hanno smesso i panni dell’atleta competitivo per unire le forze e far avverare il sogno del nostro amico Danilo. Di fronte a tanto calore umano non si può che restare sorpresi per il bene che lo sport riesce a generare quando conserva la sua umanità e mette al centro la persona».

Un altro settore in cui l’Adovos di Tricase si spenderà, è quello di diffondere la bellezza del volontariato tra i giovani. La dott.ssa Elisa Nescis, consulente scientifica dell’associazione, col sostegno della Direzione Generale dell’Ospedale “Card. G. Panico”, ha messo a punto un progetto di in-formazione per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori di Tricase, da svolgersi durante l’anno scolastico in corso.

Suscitare l’attenzione e l’interesse delle nuove generazioni verso coloro che hanno bisogno di vicinanza e di solidarietà significa contribuire a sconfiggere costumi di egoismo che generano odio e intolleranza.

 

Abdullah Mohammed è ospitato in uno degli appartamenti dello Sprar del Comune di Tricase (Sisema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Vive con sette altri rifugiati provenienti da differenti paesi del continente africano. Lui è l’unico asiatico: viene dal Kurdistan iracheno, parla curdo, arabo e inglese ma con i suoi coinquilini preferisce comunicare in italiano.

Ha 31 anni ed è arrivato in Italia dalla rotta turca circa due anni fa. Come tanti, lui ha lasciato la sua terra, la sua famiglia, i suoi cari e ha intrapreso un lungo viaggio che lo ha portato inizialmente ad Otranto, poi presso il Cas di Castiglione e infine nel nostro Sprar. Quando parliamo di Abdullah, parliamo non solo di una persona, ma anche e soprattutto di una risorsa.

E’ una risorsa in casa , perché è lui che aiuta a gestire gli spazi condivisi, che coordina le attività domestiche e all’occorrenza sostiene noi operatori nella mediazione con gli altri.

È attento al rispetto delle regole del vivere in comune e collaborativo in qualsiasi attività o nuova esperienza che gli si propone. Abdullah ha avuto un percorso difficile nella sua vita, lasciare suo figlio e sua moglie non è stato facile, ma nonostante questo si è dato da fare e si è messo subito in gioco. Tutt’oggi, chiedergli di parlare del figlio lo rattrista e il suo volto si incupisce.

Ha sin da subito frequentato il corso di alfabetizzazione, iniziando così ad imparare la lingua italiana. Abdullah è una risorsa a scuola e ha fin da subito dimostrato grande impegno e determinazione nell’apprendimento della lingua italiana seguendo a piè pari le nostre linee guida. Studioso e determinato ha fatto della conoscenza della lingua un veicolo per creare relazioni sociali e per raggiungere i propri obiettivi di integrazione sul territorio.

Oltre a seguire le lezioni, Abdullah ha da subito intrapreso il percorso di alfabetizzazione alla lingua italiana presso il CPIA, ottenendo dapprima una certificazione di livello A2 e successivamente il diploma di terza media.

La sua più grande soddisfazione è stata quella di ottenere la patente di guida. " E' stato un giorno bellissimo! " ci ha detto dopo aver raggiunto questo traguardo ricordardandoci come l’esame di guida sia coinciso con il terzo giorno della festa del Ramadan (il mese del digiuno islamico) e per lui questo è stato momento di grande orgoglio.

Il percorso di studi di Abdullah non è finito, il suo sogno è poter frequentare la facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università del Salento. Effettivamente comunicare con gli altri e mediare tra le diversità è sempre stata una delle sue attitudini migliori, nonché una passione, che col tempo lo ha fatto diventare anche una risorsa per gli altri e ad oggi collabora frequentemente con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecce nelle attività di mediazione linguistica per i migranti, soprattutto curdi, che giungono sulle nostre coste.

Come molti altri rifugiati Abdullah è diventato una risorsa per il territorio: la sua capacità di adattarsi e di voler sempre sperimentare e conoscere, lo ha portato ad apprendere e svolgere numerosi lavori, facendosi sempre apprezzare per il suo impegno e per l’attenzione che ripone in ogni attività in cui si cimenta.

Ciò lo ha portato ad essere un cittadino attivo nella comunità di Tricase: ha partecipato come comparsa al Presepe Vivente, alle varie escursioni e guide turistiche del territorio, agli eventi organizzati da noi o da altre associazioni...

Oggi lavora nel settore della ristorazione, torna tardi la sera ma, dimostrando grande senso del dovere, continua a frequentare le lezioni di italiano ed educazione civica e anche i laboratori.

Ultimamente ha seguito, insieme ad altri rifugiati il laboratorio teatrale tenuto dall’attore e regista Fabrizio Saccomanno che il 5 ottobre ha messo in scena lo spettacolo “Storie dell’altro mondo”.

Abdullah ha portato in scena uno dei tanti ricordi della sua infanzia, ed è stato il suo modo per salutarci e ringraziare la comunità di Tricase.

Tra pochi giorni, infatti, Abdullah lascerà il progetto di accoglienza per raggiungere il padre ammalato in Turchia e si prenderà cura di lui prima di far ritorno in Italia per dar seguito ai

suoi obiettivi: studiare, acquisire una laurea italiana, trovare un buon lavoro e ricongiungersi con  la sua famigliain un posto sicuro. Noi operatori siamo orgogliosi e fieri del percorso di integrazione che ha portato Abdullah a conoscere il territorio, a costruirsi delle reti sociali e quindi ad essere una persona indipendente, capace oggi di costruire il suo futuro in maniera autonoma anche in un Paese che non è il suo.

Per tutto ciò gli auguriamo ogni bene che la vita potrà dargli, sicuri che, grazie alla consapevolezza e al desiderio di conoscenza, sia esempio virtuoso di integrazione, per tutti.

Buona vita Abdullah!

 

Lunedì 19 novembre a Matino, presso la Sala Teatro della Scuola Media Statale "Dante Aligheri", il Prof. Ruben Razzante Docente di Diritto dell’informazione all'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, il Prof. Andrea Feltri Docente dell’Universitè Europeenne Jean Monnet Bruxelles e Criminologo e l’ing. Luigina Quarta Consulente in Analisi Forense in materia reati informatici discuteranno con alunni e docenti dell'Istituto di educazione digitale e di sicurezza sul web. Introdurranno i lavori il Sindaco di Matino dott. Giorgio S. Toma, la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo di Matino, dott.ssa Giovanna Marchio e l’avv. Donatella Cazzato Presidente del Club Lions Tito Schipa di Lecce.

I genitori dedicano diverso tempo a insegnare ai figli che per attraversare la strada è necessario controllare a destra e a sinistra, anche più volte, per essere certi che non arrivino auto. Spiegano, ripetendolo fino allo sfinimento, che non si apre la porta a sconosciuti.

Trasmettono loro la buona educazione, raccomandano di dire per favore e grazie, di comportarsi bene a tavola e più in generale a scuola e nel mondo.

Oggi i genitori di nativi digitali, la generazione “I GEN”, hanno un compito ancora più gravoso e per il quale sono impreparati: educarli ad un uso corretto del web, contribuire ad assicurare un uso adeguato della rete, che sostenga il pieno e armonioso sviluppo della loro personalità senza costituire un pericolo.

Si rende necessaria, dunque, una corretta educazione digitale.

Giovani informati ed educati diventeranno adulti più consapevoli e liberi e potranno contribuire a migliorare ed elevare lo standard di convivenza civile nelle comunità :questa regola, nata nelle civiltà antichissime, ha un’attualità’ prorompente.

I fatti di cronaca di bullismo e cyberbullismo, di vite bruciate da una foto o da una frase postata sul web, dimostrano quanto e come sia necessario sviluppare tra le nuove generazioni, nutrite e agite di informazioni spesso emulate e non frutto di una scelta consapevole, e perciò estremamente vulnerabili, la conoscenza come prerogativa della formazione delle loro coscienze e della costruzione di un futuro libero: da una parte conoscenza e dall’altra educazione all’utilizzo dello strumento, l’una complementare all’altra

Con questi principi il Club Lions Tito Schipa , in collaborazione con le Scuole del Territorio, vuole dare il suo contributo a diffondere la conoscenza e l’informazione e realizzare interventi educativi e preventivi con l’obiettivo di far comprendere ai ragazzi le molteplici sfaccettature e implicazioni sulla loro vita futura che uno scorretto utilizzo del web può determinare e ad assicurare un uso adeguato della rete, che sostenga il pieno e armonioso sviluppo della personalità dei minori senza costituire un pericolo, consapevoli che un’effettiva protezione dei minorenni sul web passa anche dalla creazione di una vera e propria“cultura della sicurezza” che, attraverso gli adulti, deve essere trasferita ai più piccoli.

Cultura della legalità. I Carabinieri di Tricase incontrano le scuole

I Carabinieri della Compagnia di Tricase nella mattinata del 13 novembre 2018 hanno mosso ulteriori passi nel percorso nell’ambito del progetto nazionale dell’arma denominato “cultura della legalità “ tenendo una conferenza sul tema presso l’istituto secondario di 1° grado di Salve.

Dopo una breve ma significativa introduzione a cura della vice dirigente, dott.ssa Viviana Greco, il Capitano Alessandro Riglietti, comandante della Compagnia Carabinieri di Tricase e il Luogotenente Tersigio Zezza, comandante della Stazione Carabinieri di Salve, hanno tenuto, insieme agli alunni delle classi seconde e terze, un dialogo relativo al concetto di legalità, approfondendo quindi, più nello specifico, gli innumerevoli rischi legati all’uso di sostanze stupefacenti ed alcoliche, norme connesse al rispetto del codice della strada, l’importanza di utilizzare con consapevolezza e criterio i social network, luoghi “reali” e non “virtuali” accessibili da tutti ovunque ed in qualsiasi momento nei quali si possono annidare diversi pericoli rappresentati, soprattutto per i minori, dalla pedopornografia al cyberbullismo in genere.

Dopo un richiamo all’importanza del “non restare mai indifferenti”, in un’ottica di una sempre maggiore, stretta partecipazione attiva e collaborazione con le istituzioni, nello specifico i carabinieri, si è ribadito il valore del dialogo con le istituzioni e sull’importanza della prevenzione di situazioni di grave pericolo che possono essere arginate e allontanate, in primo luogo, soprattutto attraverso una più profonda consapevolezza delle medesime.

Di qui il ruolo chiave delle istituzioni, ed in particolare della famiglia, primo fondamentale avamposto di ascolto, controllo e tutela dei minori. Al termine della conferenza, dopo aver risposto alle numerose curiosità, i Carabinieri hanno salutato con affetto i giovani alunni e raggiunto i loro coetanei dell’istituto secondario di Morciano di Leuca  per un altro costruttivo confronto.

 

Caro Direttore,

rinnovo i complimenti per la riuscita manifestazione di sabato 20 ottobre scorso con la premiazione di Antonio Polito.

L’appuntamento che il “tuo” Il Volantino garantisce ormai da un certo numero di anni è diventato un evento culturale apprezzato non solo dai tricasini ma da un pubblico sempre più vasto residente nei tanti comuni del sud Salento-Capo di Leuca.

Questa realtà, conquistata sapientemente con il tuo impegno e quello dei tuoi collaboratori, mi spinge a sollecitarti a valutare se esistono le condizioni, come personalmente credo, di allargare lo sguardo di azione del giornale.

Non deve essere uno stravolgimento dell’attività consolidata, ma limitarsi ad ospitare uno o al max due interventi per accendere un faro su una comunità più vasta desiderosa di partecipare al comune risveglio.

In attesa di conoscere il tuo pensiero ti saluto fraternamente

Rocco Chirivì

in Distribuzione