ACCERTAMENTI A PALAZZO GALLONE : ANOMALIE O NORMALI CONTROLLI DI ROUTINE ?
"Rientrano nell’ambito delle verifiche amministrativo-contabile previste e disciplinate dalla legge
ammettono dal Comune "
di Pino Greco
Chi fa parte di un'Amministrazione Comunale, deve sempre fare i conti con moltissime problematiche e accertamenti che quotidianamente deve affrontare e risolvere nel migliore dei modi, a Tricase, come in tutta Italia. Sono 90 le pagine degli accertamenti e conti che gli ispettori hanno eseguito lo scorso anno presso il Comune di Tricase.
Gli argomenti oggetto della verifica riguarda a vario titolo il contenzioso,le procedure d'appalto, le nomine, l’andamento della spesa, i contratti e l'affidamento di incarichi esterni.
“Rientrano nell’ambito delle verifiche amministrativo-contabile previste e disciplinate dalla legge ” ammettono dal Comune.
Quasi trenta giorni, dal 24 maggio al 15 giugno 2017, gli ispettori delMinistero dell’Economia e delle Finanzehanno sottoposto ad analisi e procedure amministrative gli anni precedenti delle Amministrazioni Comunali. Analisi, procedure e conti che quando finiscono sotto la lente di ingrandimento degli OO7 fanno aumentare la tensione: perché un'ispezione ministeriale è pur sempre un'ispezione.
Tutto parte con gli accertamenti dell’Ispettorato del Ministero dell’Economia e delle Finanze a Palazzo Gallone, accertamenti che gli ispettori hanno inviato,per le opportune valutazioni, alla Corte dei Conti, all’Anac, alla Prefettura di Lecce, al Collegio dei Revisori dei Conti di Tricase e alla Procura di Lecce.
Gli accertamenti ispettivi condotti presso il Comune di Tricase, negli scorsi mesi, da parte del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ( ispettorato generale di finanza), rientrano nell’ambito delle verifiche amministrativo-contabile previste e disciplinate dalla legge per altro non effettuata solo per il Comune di Tricase ma anche in altri comuni negli anni precedenti, sia confinanti con il comune che in tutta Italia. Si pensi al caso di Roma che aveva avuto contestazioni sulle indennità al personale, che furono affrontate con specifica normativa.
Gli uffici dovranno valutare le criticità contestate al fine di fornire ogni elemento utile per le controdeduzioni del Comune che dovranno essere prodotte entro 120 giorni dal ricevimento della relazione.
A parte alcune indennità riconosciute ai dipendenti, per le quali, se si accertasse la irregolarità nella corresponsione,occorrerà adottare conseguenti misure correttive, gli uffici stanno ponendo la massima attenzione ai rilievi mossi in tema di assunzioni. In materia l’obiezione più rilevante rinvenibile nella relazione e’ riconducibile all’asserita inadeguatezza rispetto alla prescrizione di legge di una deliberazione della Giunta Comunale del 2011, atto propedeutico per le successive programmazioni del fabbisogno di personale e quindi per le assunzioni.
Tutte le assunzioni nell’arco temporale in riferimento ( 2012-2016) sono state effettuate previa procedura concorsuale pubblica con i pareri favorevoli dei Collegi dei Revisori dei Conti che si sono avvicendati. Occorre attendere le controdeduzioni del Comune che chiariranno molti aspetti
di Alessandro Distante
Mi sembra questo il dilemma di fondo: se cioè un Comune, come quello di Tricase, debba essere considerato un condominio o magari un super condominio oppure se non sia invece una comunità.
E’ questo un dilemma che riguarda innanzitutto gli Amministratori ma che non risparmia neppure i cittadini.
L’arte del governare è un’arte difficile, complessa e perciò stesso affascinante. Il coniugare domande e risposte in un contesto caratterizzato, da un lato, da difficoltà legate ad una congiuntura che ormai dura da decenni con risorse private e pubbliche sempre più ridotte, e, dall’altro, dal crescere, al contempo, delle esigenze e delle emergenze.
Un compito non facile e che richiede sacrificio di tempo, che comporta logorìo fisico e mentale ma che è conseguenza della dichiarata disponibilità all’impegno e della volontà democraticamente espressa dai cittadini.
In questo quadro difficile, e che perciò richiede un governo, occorre districarsi, avendo ben fissa la meta e cioè il bene comune.
Ma la questione è di fondo e ritorno al dilemma di partenza.
Una amministrazione di un Ente locale non può certo ridursi ad una gestione dell’esistente e al rincorrere le emergenze oppure a inseguire finanziamenti purché siano; questo è proprio di una gestione condominiale dove il quotidiano (pulizia delle scale, dell’androne di ingresso, manutenzione dei solai, pitturazione delle pareti esterne, ecc.) prevale sulle pressocchè inesistenti esigenze di apportare migliorie ed abbellimenti; un bravo amministratore di condominio gestisce l’esistente preservandolo da incuria e deterioramenti.
L’amministrazione di un Comune deve assicurare non solo il buon funzionamento del super condominio ma deve necessariamente andare oltre; a stare insieme in un Comune non sono le proprietà e quindi le cose ma le persone e quel portato di idee, di passioni e di emozioni che contraddistinguono e differenziano una comunità da un condominio.
E’ per questo che bene ha fatto l’Amministrazione Chiuri ad incontrare i cittadini discutendo sul cosa fare per l’ACAIT e bene ha fatto una Associazione a creare un’altra occasione di incontro.
Sono positivi ed importanti segnali nella direzione di una dimensione comunitaria dove devono emergere le passioni e le idee di fondo.
Si rimarrebbe però insoddisfatti se si sprecassero queste occasioni; se si riducessero ad un elenco di difficoltà ed inadeguatezze che dipingono un quadro fatto di “sarebbe bello ma non si può” oppure di “vorremmo ma non è possibile” o, peggio ancora, “tutti bei discorsi ma che non tengono conto della mancanza di soldi e di personale”.
Ancora peggio se ci si consolasse con il parlare di eredità pesanti accettate necessariamente senza beneficio di inventario.
La Città non può avere una rappresentazione delle sole difficoltà ed essere tentata dal vittimismo o cadere nella rassegnazione. Ancora peggio sarebbe far passare un altro messaggio che è quello del lasciateci lavorare perché tutto il resto sono parole destinate a rimanere parole, in quanto troppe sono le carenze che rendono inutile qualsivoglia idea ambiziosa o qualsivoglia idea di programmazione.
Compito della politica, e soprattutto di quella che governa, è creare un ponte tra le esigenze e le aspirazioni o, perché no, tra i sogni dei cittadini e la storia concreta.
Anche i cittadini devono tuttavia ragionare ed agire in termini di comunità.
Non è possibile che si pongano all’Amministrazione questioni prettamente privatistiche oppure che interessano soltanto il proprio gruppo o la propria associazione.
Se così si facesse si finirebbe in una comunità fatta di corporazioni o si finirebbe per essere soltanto rivendicativi perdendo di vista il bene comune.
Il governare non ha scorciatoie se non passa attraverso la partecipazione e il dialogo.
La partecipazione deve vedere i cittadini protagonisti e responsabili, consapevoli cioè delle difficoltà dell’amministrare; il dialogo impone una capacità di ascolto, richiede una reciproca fiducia ed impone una capacità di sintesi.
Solo così si può creare e vivere una comunità; diversamente, saremmo solo un super condominio magari pulito ed efficiente, bello ma senza anima, svuotato cioè di quell’afflato che è il connotato tipico di un insieme fatto di persone e non di cose, di un insieme, cioè, che è una comunità e che non si rassegna ad essere un condominio.
Tricase: Tra presente e futuro
Il sindaco Carlo Chiuri dialoga con la cittadinanza
L’associazione “ Dialoghi e Reti”, che vede come presidente Rocco Cosimo Musio,
organizza per venerdi 16 marzo alle ore 19
presso l'Aula Magna Scuola Materna Tommaso Caputo
un incontro con il primo cittadino
TRICASE CALCIO: Torna Rocco Errico sulla panchina rossoblu…
Certi amori sono come la trama di un tessuto i loro fili si intrecciano
sulla nostra pelle fino a divenire una sola maglia, sin dagli esordi…
Una maglia sulla pelle e sul cuore…
FINALE DI 1° CATEGORIA DEL CAMPIONATO NAZIONALE BOCCE
Sabato 17 marzo 2018 alle ore 17,00 presso il bocciodromo di Tricase si disputerà la finale di 1° categoria del campionato nazionale bocce, tra la rappresentativa della Città di Tricase e “Aliitalia” di Gagliano del Capo. La formazione vincente accederà alle eliminatorie per la finale nazionale che si svolgeranno a Roma il 19-20 maggio 2018
PALLAVOLO SERIE B MASCHILE
Sabato 17 marzo ore 19.30 – Palasport di Tricase
LIBELLULA FULGOR TRICASE – OSTUNI
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PALLAVOLO SERIE A2 MASCHILE
Domenica 18 marzo ore 16 – Palasport di Tricase
AURISPA ALESSANO – VBC Mondovì
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TORNEO DI BURRACO
Il Comitato Festa ha organizzato per Domenica 18 marzo 2018 un torneo di ' BURRACO" nel teatro parrocchiale. Per le iscrizioni telefonate a Carlo. Vi aspettiamo per passare una serata spensierata.
LA SOMALIA DI OGGI
Martedì, 20 marzo ore 18 Scuderie di Palazzo Gallone
Una piazza sfigurata, un chiosco devastato. Non è l’effetto di un tornado. E’ cosi che appare tutti i giorni piazza Galileo Galilei e il suo chiosco a Tricase ( nelle vicinanze del Liceo Stampacchia)
Il chiosco di proprietà del Comune, è chiuso da qualche anno. Dopo che l'ultimo gestore ha lasciato il locale mettendo in vendita la gestione. “L’Amministrazione Comunale intende ripristinare il servizio con un nuovo bando”, l'obiettivo, è anche quello di garantire una maggiore utilizzazione degli spazi esterni per dare maggiori vantaggi a chi dovrebbe garantire il servizio di bar al chiosco di piazza Galileo Galilei”. Questa la dichiarazione dell’assessore Lino Peluso.
Il chiosco , ex ritrovo per un caffè è oggetto di atti vandalici, dopo quelli ripetutamente commessi da tempo ai danni della piazza. Non c’è pace per questo spiazzo frequentato di giorno da alunni e docenti.
Tanti gli atti vandalici senza senso. Un problema che in questi giorni, a differenza del “ solito ”comportamento, ignoti hanno voluto superare senza ragione, rovesciando e frantumando all’interno del chiosco, che si presenta in condizioni fatiscenti, tavoli, sedie e vetri. Un gesto incivile che ha spinto qualcuno a distruggere, solo per il gusto di farlo,tutto quella che gli è capitato sotto le mani.
C’è chi sostiene che potrebbe essere stato un tentativo di furto finito male ,visto che il locale è chiuso da qualche anno e al suo interno sono rimasti soltanto pochi pezzi di arredamento, dunque c’è poco da rubare. Un dato è certo che il locale è stato messo a soqquadro, che la piazza è in pessime condizioni, e non c'è nessun tipo di controllo, né di giorno né, soprattutto, di notte.
Nessuna videosorveglianza è stata mai installata. “E’ un vero peccato vedere tutti i giorni queste scene,racconta un residente della zona, piazza e chiosco sono abbandonati da molto tempo, i ragazzi che frequentano la piazza, spesso si “ divertono”, a distruggere tutto, hanno anche imbrattato tutta la piazza. Un immagine di una parte della Città che offriamo ai tanti alunni e docenti che tutti i giorni frequentano la scuola qui di fronte. Spero che qualcuno intervenga prima possibile “.
la mia colonna
di Alfredo De Giuseppe
Non ho mai creduto nei miracoli. Ma vivo nell’Italia che invece da sempre crede nelle disposizioni miracolistiche di questa o quell’entità superiore. Fino a qualche anno fa le genti del Sud e del Nord arretrato credevano ai miracoli di natura medica, non pensavano ad ospedali efficienti ma a preghiere più intense. Infatti i miracoli in genere avvenivano da Napoli in giù, con maggiore frequenza nelle contrade sperdute, nelle terre senza scuole e senza contatti con il mondo esterno. Il miracolo ha due aspetti preponderanti: in primis non c’è bisogno di studiare la realtà e poi risolve il problema nel tempo più breve che si possa immaginare (di fronte a una domanda ad uno studioso perché si dichiarasse certo dell’assenza delle guarigioni miracolistiche, egli rispose: quando il soldato a cui hanno amputato una gamba a causa di una bomba umana, la riavrà con una semplice preghiera, allora crederò anch’io nei miracoli).
Oggi invece le nostre genti i miracoli li vogliono di tipo economico e quindi votano con lo stesso atteggiamento fideistico con il quale chiedevano la grazia per guarire dalle malattie: si crede che votando le promesse impossibili avverrà il miracolo e finalmente ognuno di noi sarà più ricco e felice, più integrato nel sistema e possibilmente più lontano dalle tentazioni del male. Con queste premesse non c’è bisogno di conoscere i candidati, la loro storia, la loro professionalità, la loro passione: basta un leader che sappia ripetere con costanza, con temerarietà slogan preconfezionati, non rispondere nel merito alle eventuali (poche) domande e soprattutto presidiare senza sosta tutti i media, dalle tv ai social network. Non si capisce come si possano realizzare alcune riforme e nessuno ha interesse a spiegarlo, anche perché finita la campagna elettorale (che in Italia in genere dura almeno due anni) delle mirabolanti promesse rimane poco, a meno che non si decida davvero di uscire dall’Europa e dal sistema occidentale in genere. Abbiamo un enorme debito pubblico che, generato dagli anni ’70 in poi, ha favorito lobby, clientele e delinquenti, ma anche tanti cittadini onesti che hanno avuto quasi tutto dallo Stato. Dipendenti pubblici a go-go, imprese private finanziate da un sistema bancario infiltrato da mafie e politicanti, soldi a pioggia su lavori pubblici non controllati e baby-pensionati a 40 anni. C’è tutto nella nostra atavica inefficienza, dentro i nostri debiti.
Poi all’improvviso un popolo, una grande porzione di popolo, si è svegliata con le cartelle esattoriali in casa, con un fisco sempre più aggressivo, un lavoro sempre più instabile e una disoccupazione patologica. Aggiungi che nel frattempo le mutate condizioni del nostro pianeta portano masse di persone a continui spostamenti, che invece di essere studiati con attenzione, gestiti con umanità, vengono semplificati in modo disarmante. Insomma ci vuole un miracolo e infatti prontamente c’è chi lo offre su un piatto d’argento: una diminuzione immane delle tasse, una chiusura totale verso gli stranieri, un reddito a tutti, la rimozione dei problemi, un ambiente più pulito e una grande felicità collettiva. All’Italia non basta parlare di come migliorare l’efficienza (eliminando le Regioni e la burocrazia delle carte bollate, ad esempio), non basta modificare una legge stupida come la Bossi-Fini, non basta ridurre le disuguaglianze eliminando inaccettabili privilegi e super stipendi immeritati: no, noi abbiamo bisogno di un miracolo. E noi il miracolo l’abbiamo avuto: la Lega (fino a pochi mesi solo Nord) ha avuto il suo grande successo anche al Sud, ha stravinto, insieme ai 5 stelle.
Il mondo sta cambiando, il vento tira in direzioni opposte e contrarie, probabilmente il nuovo mondo sarà talmente diverso che non è possibile immaginarlo oggi, in queste quattro righe scritte la mattina del 5 marzo 2018. Probabilmente dobbiamo aspettare un altro miracolo, che, abbiate fede, prima o poi arriverà.
E’ partito presso il Comune di Tricase il progetto di Servizio Civile approvato dal Dipartimento della gioventù e del Servizio Civile Nazionale dal titolo “I colori delle Vallonee”.
L’intento è quello di permettere ai giovani volontari di vivere un’esperienza accrescitiva, ma il progetto vuole essere anche un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva.
Il progetto si rivolge, come utenza, ad anziani e minori con difficoltà psico-fisiche che necessitano di ricevere servizi di aiuto e sostegno.
Più esattamente gli operatori presteranno compagnia ed attività ricreative domiciliari; ma anche accompagnamento presso strutture sanitarie e nei vari contesti esterni ed assistenza per l’acquisto di beni di prima necessità.
L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita delle persone, nelle varie fasce di età e nei relativi bisogni, promuovendo una maggiore autonomia, la coltivazione dei propri interessi e l’inclusione sociale.
Il progetto, che vede protagonisti “giovani e sorridenti volontarie” –come si legge nel dépliant illustrativo-, si avvarrà della stretta collaborazione dell’Ufficio Servizi Sociali dal Comune.
Al di là dei servizi offerti, l’obiettivo è quello di prestare una attività di aiuto in una entusiasmante quotidianità da “vivere insieme”.
Per informazioni ci si può rivolgere a Ufficio Segreteria del Comune di Tricase 0833 777218 oppure all’Ufficio dei Servizi Sociali via L. da Vinci 2 0833 543955
Prosegue l’impegno del Comune di Tricase, già avviato dalla Amministrazione Coppola, per la valorizzazione delle risorse agricole locali; risale infatti al 2013 l’istituzione del mercato agricolo a chilometro Zero.
Nel gennaio 2018 la Pro Loco di Tricase e l’Associazione in Semi Urbani Stazione di servizio Rurale di Tricase hanno chiesto la partecipazione del Comune in qualità di partner all’iniziativa organizzata per la seconda decade di febbraio e nel mese di marzo per la promozione rispettivamente della Pestenaca e del Covulo tricasino e nel mese di agosto.
Le manifestazioni coinvolgeranno i coltivatori e le scolaresche con una giornata all’interno delle scuole in cui saranno attivati dei laboratori a tema.
L’iniziativa mira anche ad incentivare le aziende agricole già esistenti ed i giovani che si avvicinano al mondo agricolo alla coltivazione della zucca, attraverso un percorso che va dalla semina alla raccolta ed alla valorizzazione di detto ortaggio.
Tra le iniziative il recupero della maschera “Cucuzzella” coinvolgendo le scuole con un concorso per la realizzazione della maschera che spaventò i pirati mettendoli in fuga. La teatralizzazione della leggenda della fuga dei pirati nella località di Tricase porto.
E’ previsto anche il gemellaggio con il Comune di Piozzo (Cuneo) in cui è diffusa la coltivazione della Zucca e dove ogni anno si svolge un’importante fiera.
La Giunta comunale, riconoscendo che l’iniziativa riveste un valore socio culturale, ha concesso il patrocinio e la collaborazione con una spesa di euro 300 per la stampa dei manifesti.
di Ercole Morciano
Man mano che si avvicina il 20 aprile, 25° del dies natalis di don Tonino Bello e giorno del pellegrinaggio di Papa Francesco alla sua tomba in Alessano, cresce l’attenzione verso la figura del Servo di Dio che è stato parroco della chiesa madre di Tricase dal gennaio 1979 all’estate del 1982.
Un privilegio, per noi di Tricase, averlo avuto come parroco e una maggiore responsabilità.
Gli anni di Tricase, anche se pochi, furono per don Tonino fondamentali e propedeutici per la straordinaria testimonianza del suo episcopato a Molfetta a servizio della Chiesa tutta e dell’intera umanità. Non era arrendevole don Tonino e la pace che predicava non doveva essere a scapito della giustizia, specialmente quando erano i poveri a doverne soffrire. Lo dimostra l’episodio che racconto, dal quale traspare anche una costante del suo atteggiamento di prete e poi di vescovo: amico e rispettoso di tutti, ma autorevole e fermo quando si trattava di difendere i diritti di quelli che non avevano voce. L’episodio dimostra pure, come fosse incarnata la sua pastorale: mai disgiunta dalle problematiche del quotidiano sulle quali i cristiani, se vogliono essere tali veramente, non possono farsi da parte.
Era il 1982 e sul n. 9 del 14 marzo di “Comunità”, l’umile foglio di collegamento della parrocchia, aveva scritto:
«Bisogna decidersi di ripartire dagli ultimi, ce lo hanno detto i Vescovi in un recente documento».
Si trattava del documento dei vescovi italiani La Chiesa italiana e le prospettive del Paese dell’ottobre 1981.
«Allora – continuava – se noi cristiani abbiamo il dovere di impostare ogni problema “partendo dagli ultimi”, non abbiamo proprio nulla da dire in proposito: della stazione di testa a Bari? Del trasferimento dei vigili del fuoco da Tricase? del piano regolatore della nostra città? Possiamo come cristiani disinteressarci di questi problemi, demandandone pigramente la soluzione ai politici?».
Il suo appello evidentemente non fu capito bene in determinati ambienti – non tutto quello che egli diceva o faceva era bene accolto da tutti – perché sul numero successivo di “Comunità”, quello del 21 marzo IV Domenica di Quaresima, così scrisse don Tonino in una nota dal titolo “Dove appoggiare la scala?”:
«Quando noi cristiani affermiamo che “BISOGNA PARTIRE DAGLI ULTIMI” (sue le maiuscole, ndr) non intendiamo scavalcare i politici o togliere il mestiere ai tecnici, a cui va la nostra comprensione e il nostro rispetto.
Siamo come colui che nel farsi disegnare una casa dice all’architetto: “Progettami una bella scala e fammela partire da qui, da questo punto del piano terra”. Nessuno accuserà il proprietario di voler fare da maestro all’architetto, sovrapponendosi alla competenza di lui. Così anche il cristiano non invade il campo altrui se, rivolgendosi ai responsabili della cosa pubblica, dice “Cari esperti, nell’approntare questo o quel progetto, la scala…fatela partire dagli ultimi”».